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Orgoglio e pregiudizio: alle 19 Musetti e Rune, incrocio ad alta tensione

Il terzo turno di Indian Wells propone la rivincita del Queen's fra due giovani protagonisti alla ricerca di se stessi. Lorenzo ha appena rialzato la testa dopo 3 ko d'acchito, il danese ha perso terreno da Alcaraz e Sinner

di | 11 marzo 2024

Lorenzo Musetti in azione (foto Getty Images)

Lorenzo Musetti in azione (foto Getty Images)

Stra-felice, stra-soddisfatto, stra-gasato. L’euforia di Lorenzo Musetti all’esordio di Indian Wells somma tante euforie insieme. Ha rotto il ghiaccio dopo tre ko d’acchito stagionali, a Rotterdam, Doha e Dubai, ha collezionato uno scalpo di qualità, Denis Shapovalov, dal bel rovescio a una mano come lui, e ce l’ha fatta allo sprint, in un “1000” di prima qualità come quello nel deserto della California.

Ma c’è di più, per un giocatore di qualità, baciato dal talento tennistico e annunciato con squilli di tromba e rullii di tamburi nel passaggio dai trionfi juniores all’ATP Tour, è importantissimo misurarsi ancora coi primi, coi più forti, soprattutto coi colleghi, ancor di più se vicini d’età, che hanno risolto i problemi di assetto ai quali il 22enne toscano sta ancora lavorando.

Soprattutto perché può rivivere le fortissime sensazioni delle partite più importanti nei tornei più importanti, mettendosi alle spalle da campione in pectore le delusioni e i dubbi del recente passato, e anche qualche inconfessabile ma più che comprensibile, sofferenza nell’antagonismo con Jannik Sinner. Di appena 7 mesi più anziano, ma molto più bravo di lui nella gestione di tennis, preparazione fisica e mentale, e professionismo in generale. E tanto più avanti nel rendimento e nei risultati, come riassume la classifica dei primattori azzurri: 3, quasi 2, Jannik, 26 Lorenzo. Ecco perché l’occasione della sfida con Holger Rune è importantissima per Musetti, una possibile “sliding door” che può rimetterlo in carreggiata, restituendogli l’arma fondamentale del suo gioco: la fiducia.

MUSETTI, E' IL MOMENTO DEL CORAGGIO

La vigilia dell’assalto al ventenne danese sarà sicuramente carica di pensieri e quindi di tensione. Lorenzo non ha superato i problemi tecno-tattici - servizio, risposta e maggiore propensione offensiva -, e ha un curriculum negativo contro i top 10, con 5 vittorie e 18 sconfitte.

Peraltro, nell’unico precedente contro l’attuale  numero 7 del mondo, nei quarti sull’erba del Queen’s dell’anno scorso, ci ha perso di corta misura, ma ci ha perso. Però, proprio quel precedente, unito alle ultime prestazioni del “nuovo Connors” e, soprattutto della sua confusione proprio nella famosa gestione, danno fiducia al giocatore azzurro. Che fra pochi giorni diventerà padre.

 

Colpo da campione/3: il rovescio di Musetti

LE "FURBATE" DI RUNE AL QUEEN'S

Il 23 giugno nel classico prologo londinese di Wimbledon, Matteo era andato avanti 4-1 nel primo set, prima che quel furbone di Holger - nervoso, stizzito e frustrato un po’ dall’italiano e un po’ dalla superficie - non lo frenasse, chiamando in campo il massaggiatore per problemi al polso. Per  sprintare subito dopo e prendersi il 6-4. Il danese aveva ancora sofferto, aveva anche annullato due set point, sul 3-5, poi però aveva di nuovo cambiato marcia, imponendosi per 7-5. Lasciando Matteo con un mucchio di mosche in mano, ma anche la consapevolezza di non essere lontano dal più quotato avversario e, soprattutto, con quella voglia di rivalsa che potrebbe risultare decisiva a Indian Wells.

MUSETTI E RUNE: FRENATe E ATTESE RIVOLUZIONI

Se infatti Musetti non ha più avuto sensibili miglioramenti nella sua evoluzione, ha chiesto aiuto al super-coach Corrado Barazzutti, da affiancare alla chioccia Simone Tartarini, ha rivoluzionato la programmazione rispetto a 12 mesi fa, passando dalla terra rossa in Sud America al duro fra Europa e Asia, Rune ha rivoluzionato due volte il team divorziando e poi risposando Mouratoglou, con una parentesi-lampo con Boris Becker, e l'ancor più clamoroso ed imprevedibile allontanamento di mamma Aneke. Dopo tante aspettative, Holger, dalla finale di Roma persa contro Medvedev, non ha più brillato, fors’anche per problemi fisici che s’è trascinato. 

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E anche quest’anno, dopo la finale mancata a Brisbane contro Dimitrov, s’è dovuto accontentare di due semifinali che non compensano il secondo turno appena agli Australian Open dov’ha lasciato via libera a baby Arthur Cazaux. Per cui anche per lui questo incrocio di Indian Wells è importantissimo, per non perdere ulteriore fiducia e terreno nei confronti dei rivali diretti al vertice, il coetaneo Alcaraz e il 22enne Sinner. Per cui è probabile che il match con Musetti sarà ancora più delicato per lui che per Lorenzo. Con l’aggravio dei mancati test: dopo il bye del primo turno, come tutte le teste di serie, al secondo ha avuto via libera senza giocare per l’ennesima rinuncia di Milos Raonic. Come sta veramente lo dirà proprio il genietto di Carrara. 

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