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L'ex n. 1 al mondo ha parlato al podcast di Andy Roddick, elogiando tutta la nuova generazione: "Sono orgoglioso, con Federer e Djokovic, di aver mostrato che non c'è bisogno di odiare i rivali per eccellere. Sinner, Alcaraz e Swiatek sono ragazzi con valori incredibili"
di Samuele Diodato | 11 marzo 2025
Probabilmente per la prima volta dal ritiro arrivato lo scorso novembre, Rafael Nadal è tornato a parlare di tennis in maniera molto approfondita al microfono di un illustre ex collega come Andy Roddick (campione dello US Open 2003 ed ex n. 1 ATP), nel suo podcast “Served with Andy Roddick”.
Lo spagnolo, che ha chiuso la carriera con 92 titoli tra i quali 22 Grand Slam, ha affrontato diversi temi, partendo dal suo approccio alle difficoltà dell’ultimo anno e mezzo fino a parlare della sua rivalità con Roger Federer e Novak Djokovic, e la loro epopea abbia influenzato le nuove generazioni.
Qui, in particolare, il campione classe 1986 ha detto la sua su Carlos Alcaraz (n. 3 ATP), su Iga Swiatek (n. 2 WTA) e sul n. 1 azzurro Jannik Sinner, spendendo parole al miele per tutti e tre. Roddick, intervistando il maiorchino, ha infatti segnalato come abbia rivisto la gentilezza di Nadal “riflessa in lui”.
Il tema, per il 14 volte campione del Roland Garros, ha radici ben profonde: “Credo che io, Federer e Djokovic siamo stati un esempio, sono orgoglioso di questo. Abbiamo avuto una grande rivalità, ma non abbiamo mai perso la prospettiva di essere prima di tutto esseri umani. Non ci siamo mai odiati, ci siamo sempre rispettati. E penso che questo abbia aiutato le nuove generazioni a capire che non è necessario odiare l’avversario per dare il massimo”.
Carlos è un ragazzo fantastico, con una grande famiglia alle spalle, credo che sia così proprio per i valori che ha ricevuto in famiglia. Lo stesso vale per Swiatek e per Sinner. Su di lui, ha aggiunto anche qualche parola che in realtà sottintende una certa stima: “È un bravo ragazzo, molto focalizzato e molto poco esibizionista. Ha affrontato un momento difficile nell'ultimo anno, ma è incredibile come è stato in grado di superare tutto ed andare avanti”.
Il riferimento va evidentemente a tutta la vicenda legata al "caso Clostebol", sul quale ancor più nettamente si era espresso lo zio (e storico coach) di Rafa, Toni. In ogni caso, tornando al quadro generale, l'iberico (n. 1 al mondo per 210 settimane tra il 2008 ed il 2020) si è detto abbastanza ottimista sul futuro del tennis nell'era "post Big Three": “Penso che questa nuova generazione di tennisti sia incredibile e continuerà a far crescere questo bellissimo sport, coinvolgendo sempre più tifosi”.
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