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Al Queen's svelata la Andy Murray Arena

In coincidenza del via della stagione sull'erba lo storico club londinese, dove quest'anno torneranno a giocare anche le donne, ha inaugurato un campo intitolato all'ex n.1 del ondo britannico: "E' un torneo ricco di bei ricordi per me"

10 giugno 2025

Andy Murray (Getty)

Andy Murray (Getty)

"Sono davvero grato a chiunque abbia deciso di intitolarmi questo campo, spero possa ospitare tante belle partite e che tutti voi possiate godervi del bel tennis". Compassato, certo, ma visibilmente orgoglioso, Andy Murray è tornato al Queen's Club di Londra per presenziare alla cerimonia di inaugurazione del campo che da quest'anno porterà il suo nome: la Andy Murray Arena. Dove, se non al Queen's, torneo da lui vinto cinque volte in carriera nonché evento in cui mise a segno la sua prima vittoria sul circuito ATP.

Per l'occasione, il prato londinese del mitico club fondato nel 1886, è stata la cornice di un piccolo doppio "misto" che ha visto l'ex numero uno del mondo britannico far coppia con Gloria, di anni 10, opposto alla connazionale Laura Robson, con cui Murray vinse un argento olimpico nel 2012 proprio nel doppio misto, coadiuvata da Jay, di anni 7.

"Il mio è un tennis diabolico - ha detto scherzando Murray rivolto al pubblico - E mi scuso per quello a cui state per assistere". Poi, fattosi più serio, il due volte campione di Wimbledon ha ricordato come "(il Queen's) sia un torneo ricco di bei ricordi per me: qui ho vinto il mio primo match in carriera ed è il torneo in cui ho ottenuto più successi". 

Vincitore in cinque occasioni (2009, 2011, 2013, 2015, 2016), Murray non ha nascosto l'emozione di farvi ritorno "proprio all'inizio dell'estate""l'orgoglio per i risultati che qui ho ottenuto". A render ancora più speciale la giornata ha contribuito la decisione degli organizzatori di riaprire le porte del club per la prima volta dal 1973 al circuito femminile con un WTA500 iniziato ieri e che vede al via sette tra le prime quindici giocatrici del mondo: "E' fantastico - ha dichiarato sir Andy - Questo è un campo che ha ospitato tanti grandi match e credo sia una gran bella occasione per le donne mettersi in luce proprio qui". 

Lui, Murray, non sembra invece sfiorato da voglie o malinconie, né il far ritorno sul campo che più di ogni altro gli ha regalato soddisfazioni è parso in grado di riaccendere alcuna scintilla: "Mi mancava tornare qui. E' la prima volta che mi trovo a non dover giocare la stagione sull'erba, ma oggi ho una vita nuova e non mi dispiace stare lontano dallo sport per un po'". 

A dir la verità c'è il golf oggi a tener banco nella vita dello scozzese - "Gioco nel mio club, ieri c'erano i Championships e sono arrivato fino all'ultimo giorno anche se alla fine ho finito secondo a pari merito" - una passione di vecchia data a cui oggi si sta dedicando a tempo pieno e che tuttavia ha dovuto mettere in stand by per qualche mese quando decise di rispondere presente alla chiamata di Novak Djokovic che lo volle accanto a sé come coach. L'esperimento non durò molto, e una volta archiviato Nole a Ginevra tornò al successo aggiungendo alla sua bacheca il tanto atteso trofeo n.100. Emblematico, e in puro stile british, il commento del so vecchio rivale: "Ora che hai un vero coach al tuo fianco vinci i tornei!". 

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