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L'ex n. 1 del mondo ha commentato positivamente l'imminente rientro di Sinner: "A Roma sarà un po' teso perché non ha mai giocato da n. 1 al Foro Italico, ma non ho dubbi su di lui. Già lo scorso anno è andato vicino a vincere al Roland Garros"
di Samuele Diodato | 28 aprile 2025
Il momento è sempre più vicino. Jannik Sinner sta per tornare al Foro Italico, due anni dopo l’ultima volta. In un momento speciale, per tantissimi motivi. Sarà la prima volta di sempre, agli Internazionali BNL d’Italia, in cui un tennista italiano giocherà da numero 1 del ranking ATP. Ma sarà anche la prima partita in assoluto, per l’altoatesino, dopo i tre mesi ai box conseguenti all’accordo con raggiunto con la WADA sul “caso Clostebol”.
Un rientro, il suo, sul quale saranno puntati i riflettori di tutto il mondo. Intanto, però, c’è chi ha pochi dubbi sul suo livello di gioco. Tra questi, anche l’ex n. 1 del mondo Andy Roddick, intervenuto sul tema a Tennis Channel: “Non sono minimamente preoccupato per lui nel lungo termine, ma se parliamo solo del piccolo campione di partite a Roma... questo apre a tanti scenar. Non sono preoccupato per come colpisce la palla. Non sono preoccupato per i suoi movimenti”.
Con concrete possibilità, secondo il campione dello US Open 2003, che Sinner stupisca ancora una volta: “In realtà penso che l’anno scorso sia sembrato in ottima forma sulla terra battuta. A volte dimentichiamo che è stato a un set dal battere Carlos Alcaraz in semifinale al Roland Garros l’anno scorso (con vittoria al quinto set dello spagnolo). Quindi, penso che nel lungo termine andrà tutto bene”.
“Non credo che la terra sarà mai la sua superficie migliore. È sul cemento che sarà dominante, ma – ha puntualizzato - l’anno scorso è stato vicino a vincere il Roland Garros e penso che sia assolutamente capace, si tratta solo di gestire qualche scambio in più. Il suo servizio non avrà lo stesso effetto, ad esempio ha migliorato tantissimo il servizio esterno da destra, sulla terra dovrà trovare modi diversi per costruire il punto”.
Sinner e la terra, la storia
In campo non si vede da quando, per l’ennesima volta nell’ultimo anno, si era dimostrato il più forte di tutti, piegando per tre set a zero Alexander Zverev (n. 2) per aggiudicarsi il suo secondo Australian Open, nonché il suo terzo titolo del Grand Slam. Il tedesco e Alcaraz (n. 3) hanno provato a sottrargli il trono, durante la sua assenza, ma – complice un rendimento troppo altalenante – sono rimasti a debita distanza.
E ora Sinner, che ha appena annunciato la nascita della sua fondazione, ha già la matematica certezza di restare in vetta almeno fino a dopo il Roland Garros, è pronto a var valere di nuovo le sue ragioni di numero 1 sul campo. Per di più nel torneo di casa, dove lo attende un pubblico più caloroso che mai: “Avrà un po’ di nervosismo a Roma davanti al pubblico di casa: ricordiamoci che l’anno scorso non ha nemmeno potuto giocare a Roma. Da quando è diventato effettivamente la leggenda, il vincitore Slam e numero 1 del mondo, non ha ancora giocato a Roma, quindi è ovvio che ci sarà un po’ di tensione”.
Il contesto, alla prima “uscita” dopo un periodo di pausa, potrà però anche essere la sua forza. L’ex n. 9 WTA Coco Vandeweghe, facendo eco al collega ha infatti fatto notare come “giocare a Roma, nel suo Paese, sia la cosa migliore per lui”. “Mi piace il fatto che sia stato presente ai tornei, è andato a Monte-Carlo per potersi allenare un po’ (con Jack Draper, che ha espresso parole al miele per lui) – ha proseguito Vandeweghe, vincitrice dello US Open di doppio nel 2018 -. Sta iniziando a riassaporare l’energia e l’atmosfera della vita da tour. È sempre questa la parte più complicata: sentire i nervi e superarli. Se sei abbastanza presente nell’ambiente e ti alleni nei luoghi dei tornei, credo che questo ti aiuti molto a calmarti”.
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