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"Jerry" Shang show, primo quarto ATP a Hong: storia e curiosità

Conosciamo meglio il diciottenne cinese Shang Juncheng che ha raggiunto il primo quarto di finale ATP battendo due Top 50, Laslo Djere e Botic Van de Zandschulp. A Hong Kong affronterà Frances Tiafoe

di | 03 gennaio 2024

Il cinese Juncheng Shang, detto Jerry, difficilmente dimenticherà il Bank of China Hong Kong Tennis Open 2024. Ha battuto il numero 27 del mondo Laslo Djere, giocatore con la miglior classifica che abbia sconfitto in carriera, dopo aver salvato due match point. Poi ha piegato anche Botic Van de Zandschulp, numero 50. Ha raggiunto così il primo quarto di finale ATP.

Shang, che si allena alla IMG Academy di Bradenton, in Florida, è oggi numero 183 del mondo ma lo scorso luglio ha toccato il bet ranking di 149 dopo il torneo di Atlanta. Un altro momento chiave in carriera, perché superò Ben Shelton, numero 41, e festeggiò la prima vittoria contro un Top 50 e complessivamente la seconda nel circuito ATP. In carriera vanta anche quattro titoli ITF e un Challenger vinto a Lexington nel 2022.

Ai quarti affronterà Frances Tiafoe, che l'ha sconfitto al secondo turno dell'Australian Open 2023: in quel torneo Shang aveva ottenuto, contro il tedesco Otte, la prima vittoria in carriera nel circuito maggiore. Un primo successo significativo anche per un'altra ragione: era il primo per un cinese in singolare maschile all'Australian Open nell'era Open.

 Tiafoe giocherà il 33mo quarto di finale in carriera, il 25mo sul duro. Se Shang dovesse riuscire a sorprenderlo, avrebbe grandi possibilità di migliorare il best ranking e avvicinare il debutto tra i primi 140 del mondo.

SHANG JUNCHENG, STORIA E CURIOSITA'

"Sono un ragazzo con molta energia, sempre positivo" ha detto di sé in un'intervista a Tennis Channel. "Mio padre era un calciatore professionista, mia madre una campionessa del mondo in doppio misto a ping pong. Questo mi ha dato un vantaggio quando ero piccolo. Mi piaceva giocare praticamente a tutto".

Una descrizione confermata da Dante Bottini, coach argentino che ha lavorato con Kei Nishikori e Grigor Dimitrov e l'ha seguito fino all'ultimo US Open. "E' sempre sorridente e rispettoso" ha detto. Ne ha parlato, in un'intervista al quotidiano argentino La Nacion, come di un giocatore "giovane e di grande talento con un tennis che può portarlo lontano".

Bottini ha sottolineato anche la presenza costante dei genitori, soprattutto del padre Yi.  "Gli sono accanto tutto il tempo, a volte non lo lasciano respirare. Il padre è presente a tutti gli allenamenti, entra in tutte le questioni e per un coach non è sempre facile esprimere un'opinione".

Fermato dalla mononucleosi l'anno scorso, Shang è sempre stato più maturo di quanto suggerirebbe la sua età, fin dai tornei giovanili. "A sei, sette anni avevo capito che avrei voluto diventare un tennista professionista". Ha iniziato ad allenarsi sul veloce a Pechino, poi si è affidato al modello spagnolo che suo padre conosceva perché in Spagna aveva giocato per una stagione, nel 2003-2004, allo Xerez: giocò solo otto partite, ma segnò un gol chiave in uno scontro contro i rivali del Cadice. Shang si affida all'accademia di Emilio Sanchez, ma fa base nella sede di Naples, in Florida, per poi trasferirsi a Bradenton.

Sempre maturo, più di quanto suggerisce la sua età, si porta dietro il soprannome di Jerry di fatto da quando è nato, in famiglia. E' facile da ricordare e divertente, ha raccontato. "A tutti piace Tom e Jerry e anche io lo guardavo. E a tennis devi un po' giocare come il gatto con il topo" ha detto. "Penso che ai miei genitori piacerebbe che fossi intelligente come il topolino Jerry".

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