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Jannik al Financial Times: "Ora so cosa posso fare"

L'azzurro ha concesso una lunga intervista al Financial Times in cui torna su concetti chiave come l'etica del lavoro e l'importanza della crescita fisica per i suoi successi attuali

di | 27 aprile 2024

Il diritto di Jannik Sinner (foto Grana/FITP)

Il diritto di Jannik Sinner (foto Grana/FITP)

"Sono in una posizione diversa rispetto a un anno fa, nella mia mente so che posso fare certe cose. Ci ho sempre creduto, ma un conto è esserne convinti e un altro è sapere che puoi farle. E' eccitante". Jannik Sinner racconta così in una lunga intervista al Financial Times questa fase della sua carriera, dopo i primi quattro mesi di una stagione in cui ha conquistato il suo primo titolo Slam all'Australian Open, il Masters 1000 di Miami, in cui è diventato l'italiano con la miglior classifica di sempre e punta al numero 1 del mondo.

In campo e fuori, Sinner è un manifesto di forza tranquilla. "Essere calmo come giocatore per me è molto importante, vedi le cose meglio e più velocemente - ha detto -. Quando sei frustrato, è come se guidi veloce in auto ma non vedi bene cosa c'è fuori".

Nell'intervista Sinner sottolinea, e non per la prima volta, come l'ambiente familiare abbia determinato il suo approccio alla vita da professionista. "A 16, 17 anni, persi in un paio di tornei, chiamai i miei genitori per spiegare cosa fosse successo e mi risposer: 'OK ma parliamo dopo che ora dobbiamo andare a lavorare' - ha raccontato Sinner -. A quel punto ho capito che i risultati contano ma quello che è dabbero importante è lavorare duro e farlo con un sorriso. Ecco cosa mi hanno dato i miei genitori: un atteggiamento passitivo e una forte etica del lavoro".

Sinner, si legge nell'intervista, "è un amante della Formula 1 ma a Monte-Carlo non possiede un garage di auto sportive. E' da tempo fidanzato con la modella e influencer Maria Braccini, ma tiene la sua vita privata lontana dai riflettori". Anche il suo tempo libero tra un torneo e l'altro lo passa senza particolari vezzi. Va a sciare.

 "Sono giornate importanti, mi diverto con i miei amici. Per me è come tornare bambino, sono momenti speciali". Quando scia lo fa per giocare, quando gioca a tennis per essere il migliore. Per realizzare i suoi obiettivi, spiega, "adesso passo più tempo in palestra che sul campo. Ogni corpo è diverso. Io per esempio devo essere forte e stabile. Se sono arrivato a vincere uno Slam una delle ragioni è proprio la mia crescita fisica. A vent'anni non avevo il corpo di un ventenne e lo devi accettare".

Sinner ha conquistato tutti anche per la sua disponibilità con i tifosi e i bambini. "Se mi fermano per una foto, non dico di no - ha raccontato al Financial Times -. E' bello, soprattutto se mi fermano bambini o ragazzi giovani, mi ricordo quando avevo la loro età ed ero troppo timido per chiedere una foto ricordo".

Sinner, quanto conta quella Davis

 

La sua ascesa, ricorda il Financial Times, ha colpito Boris Becker. "Il tennis non è una corsa sui cento metri - ha detto il tedesco, ex numero 1 del mondo e più giovane campione a Wimbledon -. E' una corsa lunga, devi essere forte abbastanza da tornare in campo il giorno dopo, il giorno dopo ancora. Jannik [mi ha colpito perché] è sempre stato determinato. Tanti ragazzi pensano alla fidanzata, alla macchina e tante altre cose. Lui ha sempre avuto questa calma convinzione: 'So cosa devo fare. Ho un obiettivo, uno soltanto, ed è diventare la miglior versione possibile di Jannik Sinner'".

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