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"Il caso Sinner rivela una cattiva comprensione delle nostre regole": l'ITIA fa chiarezza

L'analisi della CEO dell'ITIA KAren Moorhouse in un'intervista all'agenzia France Presse

12 marzo 2025

Jannik Sinner con il trofeo dell'Australian Open (Getty Images)

Jannik Sinner con il trofeo dell'Australian Open (Getty Images)

"I problemi di comunicazione intorno al caso Sinner hanno forse rivelato una cattiva comprensione delle nostre regole sull'annuncio dei test positivi e delle sospensioni provvisorie: la gente ha creduto erroneamente che stessimo annunciando dei controlli positivi, quando in realtà si trattava di annunciare delle sospensioni provvisorie". L'ha spiegato in un'intervista all'agenzia France Presse Karen Moorhouse, CEO dell'International Tennis Integrity Agency, l'agenzia responsabile di far rispettare il Codice Mondiale Antidoping nel tennis. 

Le vicende di Sinner e di Swiatek, sospesa per un mese lo scorso autunno per positività alla trimetazidina (TMZ) di cui sono state riscontrate tracce in una confezione di pastiglie alla melatonina che non presentano la TMZ fra i componenti, hanno comportato discussioni interne. all'ITIA.

"E' complesso trovare il giusto equilibrio tra l'interesse a divulgare un test positivo e l'interesse a tenerlo segreto fino a quando non si è potuta svolgere un'indagine approfondita - ha detto Moorhouse -. Alcuni sport decidono di annunciare immediatamente le sospensioni provvisorie, come l'atletica leggera. Altri, in particolare gli sport di squadra, non li annunciano mai. Il tennis ha cercato di trovare un giusto equilibrio con questa regola dei dieci giorni: se qualcuno fa appello entro dieci giorni, e il ricorso viene accolto, il provvedimento non viene reso pubblico. Questa è una regola che potrebbe essere modificata".

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L'ITIA e le regole: l'analisi sul caso Sinner e Swiatek

Le regole dell'ITIA, ha sottolineato Moorhouse, "si basano sul Codice Mondiale Antidoping, che elenca diverse violazioni che possono essere commesse dall'entourage di un giocatore: medico, allenatore, agente... Ma la maggior parte delle violazioni in questione presuppone un'azione dopante intenzionale. Nel caso Sinner non era giustificato perseguire nessuno del suo entourage. Non c'è stata alcuna violazione delle regole del programma antidoping del tennis, che si basa sul Codice Mondiale Antidoping".

Moorhouse ha parlato anche delle differenze tra la squalifica di un mese a Iga Swiatek e la sanzione di quattro anni, ridotta a nove mesi in appello, a Simona Halep.

Nel caso della polacca, oggi numero 2 del mondo, "il test positivo era dovuto a un farmaco contaminato. Per noi, il suo grado di responsabilità era quindi molto limitato - ha detto - Il caso Halep è estremamente complesso, ma alla fine il Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) ha ammesso che il suo controllo era risultato positivo a causa di un integratore contaminato. Per determinare il suo grado di responsabilità, hanno preso in considerazione la natura del prodotto incriminato e le precauzioni che la giocatrice aveva preso per cercare di limitare il rischio di contaminazione. Dopo aver valutato questi diversi fattori, il TAS ha inflitto una sospensione di nove mesi".

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