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Myss Keta canta Sinner: "Il mio gioco è la mia arte"

La rapper milanese che si è esibisce celata da occhiali da sole e mascherina glitterata sceglie Sinner come titolo e punto di riferimento di una delle sue ultime canzoni, un messaggio sulla forza di essere se stessi

di | 28 febbraio 2025

Jannik Sinner con il trofeo dell'Australian Open 2025 (Getty Images)

Jannik Sinner con il trofeo dell'Australian Open 2025 (Getty Images)

Se un volto noto benché mascherato, noto perché mascherato, della cultura pop italiana sceglie Sinner come titolo di una sua canzone, l'accostamento non può passare inosservato. E infatti "Sinner", bonus track del nuovo album di Myss Keta, "Punto" (o meglio "." scritto con il segno di punteggiatura) certamente colpisce. Non tanto per i riferimenti puramente strumentali al tennis (come “Roland Garros/arriva la tremenda/un bagel e una piada… io sono leggenda!”) quanto per il messaggio che c'è alla base di questa scelta. Lo possiamo sintetizzare in un verso, eloquente, semplice e potente insieme: "Il mio gioco è la mia arte".

Ci dice forse molto più di Sinner che dell'evoluzione musicale di Myss Keta, la rapper milanese sempre coperta da occhiali da sole e mascherina glitterata, capace di passare dalla dance floor con "Finimondo" (con il refrain campionato di un classico di Edoardo Vianello) alla cucina di Benedetta Parodi.

Una maschera che è simbolo e strumento insieme, come tratto identitario di chi la propria identità la vuol celare, di chi non vuol rilevare lati intimi di sé. "Datemi una mascherina e vi dirò la verità" diceva in un'intervista a Vogue. Ecco dunque il celarsi come forma di libertà, secondo una tradizione che tiene insieme le commedie di Plauto, i Fool del teatro shakesperiano e il pop di oggi.

Ma dietro quella maschera c'è uno sguardo sul mondo, c'è una convinta insistenza sull'importanza dell'essere se stessi, dell'accettarsi e dell'accettare senza giudicare. Ed è proprio questo, al di là dei riferimenti a brand del lusso o al suo status di campione che pure tornano nella canzone, che lega Sinner e Myss Keta. E ci racconta quanto il modo di essere di Jannik, la forza con cui ha portato avanti scelte anche impopolari, creando il suo bene e il suo male e facendosi giudice di se stesso, sia affascinante. 

Myss Keta (Getty Images)

Myss Keta (Getty Images)

Sinner è diventato un campione vicino ai suoi tifosi, con cui i tifosi possono facilmente entrare in sintonia e in empatia proprio per questo suo modo di non sembrare, perché in pubblico dà l'impressione di essere se stesso e questo indubbiamente piace. Allo stesso modo attira la sua forza nel difendere le sue scelte e le sue priorità anche di fronte ai giudizi critici. 

Tifosi inneggiano a Jannik Sinner (Getty Images)

Tifosi inneggiano a Jannik Sinner (Getty Images)

Questo è il suo gioco, che lo diverte ancora più di prima ora che sono gli altri a inseguirlo, a cercare di scalzarlo dalla posizione di numero 1. Questa è, o vorrebbe essere, la legacy artistica di Myss Keta, sintesi glitterata e brillante di notti in cui tutto si mescola e di sguardi acuti su una contemporaneità dove troppo spesso l'apparenza acceca e la sostanza passa inosservata. L'una si maschera sul palco, l'altro si mostra sul campo dove non puoi nasconderti.

Eppure, partendo da due opposti, finiscono per attrarsi e dare forza a un messaggio trasmesso con naturalezza. Un messaggio che attira perché spiazza, perché non rispecchia del tutto quello che il pubblico di norma si attende da un'artista o da un tennista. 

E ci racconta quanto un campione dello sport come Sinner stia entrando nell'immaginario pop attraverso una di quelle doti che non si imparano in allenamento, attraverso quel che di sé trasmette in quello che fa. Questo è il suo gioco, questa la sua arte.


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