-
Atp

Sinner racconta Sinner: il campione in dieci frasi

Entriamo nel mondo di Jannik Sinner attraverso dieci frasi tratti da sue interviste che illuminano aspetti significativa della sua personalità e del suo approccio al tennis

di | 25 gennaio 2024

"E' importate non pensare sempre al tennis. Ogni giorno faccio qualcosa di diverso per staccare un po’ la testa dal tennis". Sembra essere la leggerezza la spezia in più che Jannik Sinner ha aggiunto al suo tennis, che più volte ha paragonato a un piatto via via sempre più affinato.

Il mondo dell'altoatesino, quinto italiano in finale Slam in singolare maschile e primo giocatore capace di fermare Djokovic in semifinale all'Australian Open, si alimenta di adrenalina e sacrifici ben ripagati. Come ogni campione vive per spingere al limite una predisposizione fino a renderla parte di sé, tanto da poter ripetere un gesto infinite volte anche sotto pressione con la stessa efficacia. E insieme di parentesi di normalità, che ti ancorano a terra e impediscono ai sogni di diventare vertigini. Entriamoci allora, nel Sinner-mondo, attraverso dieci sue frasi. Dieci fotogrammi di una corsa lanciata verso un futuro di gloria.

1 - "Il talento non esiste"
"Il talento per me non esiste, bisogna guadagnarselo", spiegava in un'intervista del 2021 a Intesa Sanpaolo. "Puoi avere capacità leggermente migliori, ma solamente se lavori andrai più in alto. Chi lavora è quello che ha talento". Non stupisce questa convinzione in un precoce 22enne figlio delle montagne che ha imparato a vincere presto e ogni mattina, ha raccontato più volte, si sveglia pensando a come migliorarsi. Con una buona tecnica, spiegava all'imprenditore digitale Marco Montemagno, "entri in un discorso di economia degli sforzi. In partita devi risparmiare energia per essere lucido".

Sinner numero 4: tutti gli step che lo hanno portato lì

2 - "Non mi piace perdere nemmeno a carte"
Eppure, ha confessato, "non mi piace perdere nemmeno quando gioco a carte. Ce l’ho nel sangue la competitività. Anche da piccolo quando camminavo con la famiglia stavo sempre davanti". Da lì, come canta Francesco De Gregori, c'è un'altra vista del mondo, un altro panorama della vita. 

3 - "Quando perdo non dormo"
Quando si arriva ai momenti decisivi, quelli in cui c'è da scegliere se lottare o arrendersi, Sinner è una garanzia. Giocare i punti importanti o i tie-break, trovarsi nelle situazioni in cui sei chiamato a dimostrare la forza mentale, gli piace proprio. La competitività così spinta ha una controindicazione. "Quando perdo non dormo" raccontava a Repubblica nel 2022. 

4 - "In campo non ho mai paura"
Parla piano e guida veloce, Sinner, anche sui go-kart, uno dei suoi passatempi, o in pista su una Ferrari. Mantiene passioni sportive che contemplano una quota di coraggio, che rimane l'essenza dello sport. Su un campo da tennis, non conosce la paura. La sua non è la freddezza di chi ha guardato ben altri cieli e conosciuto drammi tali da mettere in prospettiva il limitato peso di un match point da salvare. E' il risultato di un concretissimo buon senso. "Non ho mai paura sul campo - ha detto in una sua frase celebre dopo la sconfitta contro Medvedev alle Nitto ATP Finals 2021 -, ce l'avevo quando mi buttavo giù dalle montagne in discesa. Sul campo da tennis, male che vada ti prendono a pallate..."

Striscione per Jannik Sinner all'Australian Open (Getty Images)

5 - "Spero di restare bambino a lungo"
"Sono felice della scelta che ho fatto" diceva in quella stessa occasione. Ovvero la scelta di abbandonare lo sci, dopo essere stato campione italiano per la sua fascia di età in slalom gigante, e trasformare in un lavoro la passione per il tennis. Nella sua costruzione di atleta e di uomo, gli occhi del Sinner tennista di successo non tradiscono lo sguardo del bambino. Al massimo lo rinforzano.

"Ero rompiballe già a quattro anni, mi dicono: quando volevo una cosa andavo a prendermela e stop. Ero così anche nello sci - raccontava a Repubblica nel 2019 - Ma fuori dall’agonismo scherzo e gioco tanto. Fuori dal campo sono ancora adesso un bambino, mi diverto un sacco e in fondo penso sia anche giusto a questa età non prendersi troppo sul serio. Anzi, spero di restare un ‘bambino’ il più a lungo possibile”.

E ancora oggi, ha detto a Sette, magazine del Corriere della Sera, il suo momento ideale è mettersi a tavola e ridere con gli amici di sempre, quelli che ti conoscono davvero e ti chiedono "tu come stai", non come è andata l'ultima partita. "Sai quando a scuola tiravi le palline di carta con la cartuccia della biro? Facciamo queste cose qui, da bambini di cinque anni" ha detto. 

6 - "Ho un senso del dovere molto forte"
Per il tennis è andato via a 13 anni. Non gioca tornei junior, sceglie una strada peculiare per diventare la miglior versione di se stesso. "Uscivo dal campo distrutto, ma carico a mille e orgoglioso grazie alle lezioni che avevo imparato dai maestri. Ho un senso del dovere molto forte, che mi hanno insegnato i genitori. Mamma cameriera e papà cuoco in un rifugio, entrambi hanno fondato il loro mestiere sulla disciplina ferrea e mi hanno educato a portare a termine con impegno e onestà ciò che inizio. Costi quel che costi" diceva a Icon Magazine nel 2022.

Il rapporto con i genitori ha forgiato la sua vita e la sua storia. "Quando telefono a mia madre, dopo che perdo - raccontava nel 2019 - lei mi risponde sempre: ‘Jannik, non farmi perdere tempo, perché ho cose importanti da fare, quelle vere'".

Oggi ha voluto il padre nello staff, e continua a considerare il fratello Mark, nato a Rostov e adottato a nove mesi, il suo migliore amico. "La popolarità - ha detto all'Alto Adige - non ci ha affatto cambiati, e ogni volta che Jannik torna è bellissimo".

Una grintosa esultanza di Jannik Sinner all'Australian Open (Getty Images)

7 - "Il successo non mi ha cambiato"
Sinner, in una sorta di ideale dialogo a distanza, conferma. "Il successo non mi ha cambiato" ha detto ai SuperTennis Awards. Nemmeno dopo la stagione migliore della sua carriera, dopo un 2023 da record che a molti avrebbe lasciato un'ebbrezza da prima volta, una vertigine appagante, un comprensibile auto-compiacimento.

Il primo italiano a finire una stagione in Top 5 nell'era Open, leader dell'Italia tornata a trionfare in Coppa Davis dopo 47 anni, resta saldo nei principi e nel percorso. Dopo il trionfo di Malaga "non mi sono fatto regali - ha detto -. La vera festa è stata andare due giorni a sciare, tornare sulle mie montagne per ritrovare me stesso nella neve. Per me è importante tornare a casa, ricordare da dove vengo. E vedere i nonni". Una sensibilità accresciuta dopo la morte del nonno Josef, che lo aveva avviato al tennis, a gennaio 2023.

8 - "Soddisfatto se sarò numero 1 e continuerò ad essere felice in campo"
Che il successo non l'ha cambiato lo dimostra anche quanto diceva nel 2019, quando era solo l'Under 18 con la miglior classifica ATP, prima ancora di vincere le Next Gen ATP Finals a Milano: "Sarò soddisfatto se diventerò numero 1 al mondo e se continuerò ad essere felice quando sono su un campo da tennis" diceva in uno speciale tv andato in onda su SuperTennis.  Quattro anni dopo, Sinner ha l'appeal delle pop star ma ancora mette la felicità in campo, e il sorridere di più, in cima alle priorità.

9 - "Presto per i paragoni con Tomba e Valentino Rossi"
Dopo gli ultimi trionfi, alla luce dell'effetto traino e di ascolti televisivi per il tennis paragonabili agli incontri della nazionale di calcio, lo hanno accostato per affine potere attrattivo ad Alberto Tomba e Valentino Rossi. Sinner, che non si è mai montato la testa, da quel paragone si distacca. "E' troppo presto, hanno vinto molto di più, hanno fatto una carriera più lunga. Io ho solo 22 anni, sto iniziando ora. Spero di essere da traino" ha detto a Sette. E soprattutto, da ragazzo che ha lasciato casa presto ma è a casa che torna per ritrovar se stesso (senza bisogno di guidare a fari spenti nella notte) sa che la popolarità del tennis non è solo figlia dei suoi successi e dei suoi record. "Non ci dimentichiamo però cosa hanno fatto prima di me, Fabio (Fognini) con tante partite e la vittoria a Monte Carlo, Berretta (Berrettini) che ha fatto la finale a Wimbledon... In tanti hanno fatto tante cose". Un lavoro di squadra.

Jannik Sinner (Getty Images)

10 - "Giocare a tennis è un privilegio"
Si intuisce da tutto questo il profilo di un giocatore che vive di tennis, non solo per il tennis. Di una mente analitica, che studia e vuole capire perché attraverso la comprensione migliora. Un giocatore che non vive di rimpianti, che ricorda i punti vinti e quelli persi ma dall'errore non si fa condizionare.

Emerge, insieme, la silhouette di un ragazzo normale, di quelli che in certi romanzi si definirebbe d'altri tempi, ma pienamente consapevole del suo tempo e di cosa voglia dire avere oggi grandi sogni e forti certezze mentre intorno. La vera pressione, ha ammesso nell'illuminante intervista a Sette già citata, "è non sapere si ti entra un razzo in casa tra cinque ore o cinque giorni. Giocare a tennis è una cosa di cui sentirsi onorati. Mi rende felice ma è giusto avere dubbi". E' giusto anche pensare di sorridere di più, quando hai la fortuna di preoccuparti solo di come fare al meglio quello che ami di più. Sorridi, e sogna in grande, Jannik. Non cambiare un verso della tua canzone.

Loading...

Altri articoli che potrebbero piacerti