Chiudi
A Indian Wells la rivincita fra i due giovani talenti dopo le sfide di Shanghai e Vienna, una per Ben e l’altra per Jannik. Sempre con punteggi vicini che tengono in bilico la rivalità
di Vincenzo Martucci | 11 marzo 2024
Si può essere più diversi di Jannik Sinner e Ben Shelton? Dal fisico, ai colori, dai comportamenti alla personalità, sono agli opposti sin dalla nascita, per quanto possano essere lontani San Candido, montagne delle Dolomiti, neve, temperatura spesso bassina, e Gainsville, Florida, caldo umido all’aperto, area condizionata a manetta al coperto.
Sono lontanissimi anche nella famiglia, o almeno nei genitori: l’italiano, allevato in modo spartano da papà Hanspeter (cuoco) e mamma Siglinde (cameriera al Rifugio Fondovalle in Val Fiscalina), entrambe ignari di sport in generale, molto più attenti a inculcare al figlio educazione e rispetto, l’americano, coccolato da papà Brian (ex top 60 ATP) e mamma Lisa (ex tennista di college), strafelici di avere un erede così precoce e così forte.
Con Sinner che ha saltato scuole tradizionali e circuito juniores, mentre Shelton jr s’è trasferito di botto dal college all’ATP Tour. Per non parlare del tennis, all’antitesi, fra i due: con l’italiano che, da regolarista da fondocampo, sempre misurato nei modi e nelle reazioni, si sta perfezionando in giocatore completo, a tutto campo, e l’americano che punta sull’un-due-tre servizio-dritto-volée, ed entra spesso in trance agonistica esaltandosi nelle sue invenzioni. Chissà che scintille faranno oggi, così diversi e così forti, uno davanti all’altro, negli ottavi di Indian Wells.
Sono state agli opposti anche le loro ultime reazioni, domenica, l’uno dopo aver messo il bavaglio in due set all’offensività a rete di Struff, l’altro domando alla distanza il maratoneta Cerundolo: Sinner è rimasto sereno e tranquillo, a dispetto del nuovo successo con cui allunga a 14 la striscia d’imbattibilità stagionale (17 contando anche gli ultimi match del 2023), Shelton è esploso di felicità come se avesse vinto il torneo, urlando polemicamente contro il pubblico (o parte di esso).
Magari nella reazione dell’effervescente ragazzo della Florida c’è anche la componente-prossimo turno, e quindi la possibilità di ritrovare proprio Jannik. Che oggi è l’uomo da battere per tutti, il numero 1 del mondo reale della classifica a punti e anche virtuale, dopo i tre successi (uno in doppio, ma in Davis) contro sua maestà Novak Djokovic.
Attenzione: agli occhi di Ben, questo Jannik, fantasmagorico per tutti, non è il primo antagonista, oggi, di Nole I di Serbia, superiore anche ad Alcaraz e Rune, ma è il semifinalista degli US Open e neo campione di Pechino, che lui ha battuto 2-6 6-3 7-6 negli ottavi di Shanghai. Frastornandolo con le sue invenzioni balistiche, soprattutto di servizio, ed emergendo dalle montagne russe del tie-break da 4-0 a 4-5 a 7-5. Bravo lui o stanco il Profeta di capelli rossi? L’americano preferisce sicuramente vedere il bicchiere mezzo pieno anche alla luce degli eventi immediatamente successivi, il torneo indoor di Vienna, quando s’è inchinato nel primo turno di Vienna per 7-6 7-5. Frastornato stavolta lui, più dal fuso orario e dalla pressione della novità: due tornei uno dietro l’altro imposti da papà per saggiarne la resistenza psicofisica. U’avventura finita troppo presto ma in definitiva non così male: al di là della sconfitta, con Jannik aveva fatto partita pari.
Chi riuscirà stavolta a imporsi di testa, di tennis e di fisico l’avrà vinta, pur nella differenza di stili e di temperamento fra i due ragazzi di 22 e 21 anni. Chissà chi favoriranno cemento e soprattutto palle più lente del deserto.
Di certo, l’ultimo test aiuterà entrambe: Jannik, che, contro Struff, ha testato le armi e quindinla pericolosità di un attaccante classico, e insolito, Ben, che, con le debite proporzioni di qualità e peso di palla fra l’argentino e l’italiano, contro Cerundolo, s’è allenato a tenere molto più a lungo gli scambi da fondo di quanto non piaccia a lui e di come costretto a fare contro Sinner.
Anche se l’italiano, che dagli US Open sta volando sopra una nuvola e nei primi due duelli di Indian Wells ha avuto problemi minimi, giusto nei primi games, sia contro Kokkinakis che contro Struff, è stato meno sollecitato rispetto a Shelton, che invece è stato costretto al terzo set sia da Mensik che da Cerundolo, avversari di livello superiore a quelli affrontati da Jannik. Per cui, mentre l’uno dovrà per forza alzare parecchio l’asticella contro il numero 16 del mondo che vale già i top 10, l’altro già l’ha fatto contro il 18enne talento che sta esplodendo e un coriaceo top 20 che sta recuperando la forma dell’anno scorso. Anche se i bookmaker danno nettamente favorito Sinner a 1.12, contro Shelton a 5.5.