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Il TAS ha assolto per assenza totale di colpa o negligenza la giocatrice di curling canadese Brian Harris, risultata positiva a una sostanza dopante in concentrazioni minime per contaminazione
di Alessandro Mastroluca | 15 gennaio 2025
La decisione del Tribunale Arbitrale dello Sport (Tas) di Losanna che ha assolto la giocatrice canadese di curling Briane Harris fa ben sperare i tifosi di Jannik Sinner. Il perché è presto detto. Lo scorso febbraio Harris era stata squalificata per quattro anni per positività al 'Ligandrol', sostanza utilizzata per incrementare la crescita muscolare, vietata dalla WADA utilizzata per aumentare l'energia e la crescita muscolare. Anche nel suo caso la sostanza vietata, come nei controlli a cui è risultato positivo Sinner, la concentrazione di sostanza proibita è minima.
Harris si è difesa sostenendo la tesi della contaminata durante i rapporti intimi con il marito, che l'avrebbe assunto senza che lei lo sapesse. Il TAS, riferiscono i media canadesi, l'ha assolta e dunque ha cancellato la sua squalifica in quanto "non colpevole e non negligente".
L'assenza totale di colpevolezza o negligenza è proprio il presupposto dell'assoluzione in primo grado di Sinner da parte dei giudici del tribunale indipendente. Ed è proprio su questo che la WADA ha presentato appello al TAS.
Ricordiamo brevemente i fatti. Sinner è risultato positivo due volte al metabolita del Clostebol, sempre in dosi minime, il 10 marzo durante il torneo di Indian Wells e il 18 marzo. La prima volta la concentrazione era di 121 miliardesimi di grammo per millilitro (86 una volta applicata la gravità specifica dell'urina), la seconda di 122 miliardesimi di grammo/millilitro (corretti a 76 quando è stata applicata la gravità specifica normale). La seconda positività sarebbe comunque, secondo quanto emerso nel procedimento di primo grado e non contestato nemmeno dalla WADA, conseguenza dello stesso utilizzo che ha portato alla prima positività.
Sinner ha sempre sostenuto che la presenza di Clostebol fosse dovuta a un massaggio effettuato dall'allora fisioterapista Giacomo Naldi che aveva prima utilizzato il Trofodermin, un farmaco da banco contenente Clostebol, per facilitare la cicatrizzazione di una ferita. Dopo la sentenza che ha assolto Sinner per assenza totale di colpa o negligenza in base all'articolo 10.5 del regolamento anti-doping, Sinner ha licenziato Nardi e l'allora preparatore Umberto Ferrara, che aveva comprato il Trofodermin.
La WADA accusa l'altoatesino di non aver fatto abbastanza per evitare la contaminazione e ha chiesto una condanna da 1 a 2 anni. L'agenzia mondiale anti-doping non contesta la versione dei fatti di Sinner, non lo accusa di aver barato e difatti non ha chiesto al TAS che vengano cancellati i risultati ottenuti dall'azzurro dopo la positività, ma solo i punti ottenuti l'anno scorso a Indian Wells già decurtati dopo l'assoluzione in primo grado.
Secondo la WADA, però, la versione dei fatti presentata da Jannik e dal suo team configura una responsabilità da parte dell'azzurro, in quanto ogni giocatore è responsabile anche dei comportamenti e delle azioni del suo team. Secondo la WADA, il caso andrebbe giudicato in base all'articolo 10.6, e non 10.5. Per questo, ha richiesto che Sinner venga squalificato per un periodo da uno a due anni. Il TAS giudicherà la vicenda il 16 e 17 aprile. Terminata l'udienza, il collegio emanerà la sentenza ma, si legge in un documento dello stesso tribunale, al momento non è possibile indicare entro quanto tempo.