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Sinner, quando l'unione nel team fa la forza

In una lunga video-intervista per il magazine settimanale dell'ATP Jannik Sinner e il suo team raccontano metodi di lavoro, aneddoti e curiosità sulla vita nel circuito. Ne emerge il ritratto di un team unito che lavora con serietà e sa come divertirsi

di | 21 settembre 2023

Un team unito, un gruppo che è una sorta di famiglia allargata. In questa coesione con il suo team va ricercata una delle ragioni alla base dell'ascesa di Jannik Sinner, sempre più vicino alla qualificazione diretta per le Nitto ATP Finals che finora hanno ottenuto solo il campione in carica Novak Djokovic, Carlos Alcaraz e Daniil Medvedev.

"Tutti i componenti del team sono molto importanti per me" ha detto Sinner in un'intervista inserita nella più recente puntata di "Uncovered", il magazine ufficiale dell'ATP disponibile sulla piattaforma streaming SuperTenniX, gratuita per i tesserati FITP (per tutti gli altri è necessaria la sottoscrizione di un abbonamento).

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"Quando chiedo a qualcuno di unirsi al mio team non guardo solo a se siano i migliori nel loro lavoro, ma a come mi sento con loro. Li vedo più della mia famiglia, perciò mi devo sentire a mio agio, parlare liberamente e apertamente di tutto".

Da febbraio 2022, Jannik Sinner ha scelto come coach Simone Vagnozzi. Dopo qualche mese si è aggiunto l'australiano Darren Cahill, che aveva aiutato Andre Agassi, Lleyton Hewitt e Simona Halep a raggiungere la prima posizione nel ranking mondiale. Completano il team il fisioterapista Giacomo Naldi, entrato nel team a febbraio e per sei anni nello staff della Virtus Pallacanestro Bologna, e il preparatore atletico Umberto Ferrara.

"Simone è quello che guida la barca, la fa andare nella giusta direzione - dice Cahill -. Il mio ruolo è più legato all'esperienza insieme a Jannik, Umberto, Giacomo e il resto del team. I primi 12 mesi sono andati molto bene".

Il team racconta ad ATP la routine di allenamento. "Si sveglia la mattina e svolge lavoro fisico" spiega Vagnozzi. Si tratta di un lavoro sulla mobilità, anche preventivi, come spiegano Giacomo Naldi e Umberto Ferrara, visti i precedenti infortuni di Jannik all'anca. Poi si va in campo.

Sinner, racconta Vagnozzi, "gioca un'ora e mezza, di solito con un altro giocatore. Alcuni punti, alcuni schemi, poi nel pomeriggio un'ora e mezza di tecnica, servizio, volée, slice". Naldi interviene soprattutto dopo le partite o gli allenamenti. "Lavoro con i suoi muscoli - spiega -, perciò massaggi, ancora mobilità. Cerco di fare tutto quello che serve per coprire il suo corpo".

L'ambizione di migliorarsi, il desiderio di mettersi alla prova, è un metodo quotidiano di lavoro. "Il mio team mi spinge sempre, e a volte sono io che spingo loro per fare un po' di più. Ogni giorno è una sfida" ha detto Sinner.

Quel che emerge è il ritratto di un giocatore che trasmette quel che è in campo. "Jannik come atleta è molto simile a quel che è come persona . dice Cahill -, e credo che questo dica molto di quello che è. Non ci sono finzioni con lui. E' appassionato, simpatico, non ha paura di sorridere. Sa essere un burlone, ma ha fame di successi e glielo leggi negli occhi. So che lo chiamano volpe, ma dentro è una tigre".

Allenare Sinner, aggiunge Vagnozzi, "è facile perché vuole migliorare molto, va in campo sempre col sorriso. Per un coach è molto positivo". Jannik è molto chiaro e deciso su quel che cerca: "Voglio persone che siano buoni amici e che siano molto oneste con me".

Sinner e il team racconta anche qualche retroscena della vita nel circuito non durante le partite. Si gioca molto a carte, ad esempio. Giacomo Naldi ha insegnato a Cahill il burraco, che è diventato uno dei passatempi preferiti dal team. "Il più competitivo sono io - confessa Sinner -, odio davvero perdere". Cahill e Vagnozzi confermano: Jannik vuole vincere a tutto, sempre.

Il più serio componente del team, a detta degli altri, è Umberto Ferrara. "Quando lavoriamo siamo seri tutti - commenta -, ma a fine allenamento riusciamo a scherzare tutti insieme". Il suo è un ruolo centrale. "Ha il compito più importante di tutti - conclude Cahill -, perché il tuo corpo è il tuo tempio. E' l'asset più importante per un tennista. Ogni sera è lui che decide cosa è meglio che Jannik mangi, e a cosa invece dovrebbe stare lontano". Per andare lontano, sempre di più, dove osano le... volpi. 

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