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Sinner, la WADA non fa ricorso ma il caso non è chiuso: le ultime novità

La WADA ha chiesto documentazione aggiuntiva arrivata, secondo quanto riferisce il Corriere della Sera, tra il 2 e il 7 settembre. Dunque, il termine per presentare il ricorso da parte dell'agenzia anti-doping mondiale sarebbe tra il 23 e il 28 settembre

11 settembre 2024

Jannik Sinner con il trofeo dello Usa Open 2024 (foto Getty Images)

Jannik Sinner con il trofeo dello Usa Open 2024 (foto Getty Images)

Emergono nuovi dettagli sulla vicenda legata alla positività di Jannik Sinner al Clostebol. La WADA, l'agenzia anti-doping mondiale, non ha ancora presentato ricorso contro l'assoluzione di Jannik, come annunciato questa mattina dal Corriere della Sera. Ma il caso non è ancora chiuso. Come riferisce sempre il Corriere della Sera, l'indagine della WADA sarebbe ancora in corso. La WADA ha infatti richiesto, scrive Marco Bonarrigo, "documentazione aggiuntiva sul caso a Itia, l’agenzia indipendente che giudica i casi di doping nel tennis. Wada conferma quindi di non essersi accontentata delle quasi 50 pagine dettagliate della sentenza e di aver chiesto approfondimenti specifici, ma non vuole comunicare in che data ha ricevuto (o se ha ricevuto) la documentazione richiesta". 

In base all'articolo 13.2.3.5 del Codice Anti-Doping, il termine perché la WADA presenti appello è la data più lontana tra: 21 giorni dalla scadenza per il ricorso di ogni altro soggetto coinvolto (in questo caso NADO Italia); o 21 giorni dalla ricezione da parte della WADA del materiale completo sulla decisione.

La WADA, scrive Bonarrigo in un articolo di questa mattina che aggiorna sugli sviluppi della vicenda, "rifiuta di rendere noto" il termine per presentare ricorso, "ammettendo solo che è compreso tra il 2 e il 7 settembre. Il limite per presentare appello slitta quindi almeno al 23 settembre".

Sinner è risultato positivo il 10 marzo, durante il torneo di Indian Wells. Tracce del metabolita del clostebol, ovvero quello che rimane dopo che la sostanza proibita è stata metabolizzata nell'organismo ma non ancora completamente espulsa, sono emerse anche in un secondo controllo effettuato fuori dal torneo otto giorni dopo.

In entrambi i casi Sinner si è appellato con successo contro la sospensione provvisoria che scatta in queste situazioni e ha potuto così continuare a giocare. Il numero 1 del mondo ha spiegato di essere venuto a contatto con il clostebol per contaminazione. La sostanza è infatti contenuta nel Trofodermin, farmaco da banco in Italia utilizzato per trattare una piccola ferita del suo allora fisioterapista, Giacomo Naldi, che ha effettuato in quei giorni massaggi e altri trattamenti a Sinner.

Di solito, la WADA ricorre a supplementi di indagine in caso di situazioni complesse. Ma, sottolinea Bonarrigo, "il percorso con cui si è arrivati alla decisione documentato in 33 pagine di motivazioni redatte con la consulenza di tre esperti che la Wada conosce e in cui ha totale fiducia: il direttore del Laboratorio di Montreal Naud, il vice direttore di quello di Roma De La Torre (tra i massimi esperti di steroidi del mondo) e David Cowan, ex reggente della struttura Wada di Londra".

Cowan, professore emerito del Dipartimento di Scienza Ambientale, Analitica e Forense del King’s College di Londra, durante il procedimento aveva spiegato come la bassissima concentrazione di Clostebol nei campioni analizzati sarebbe compatibile con la versione di Jannik. Inoltre, ha sottolineato Cowan come riporta la sentenza, “la concentrazione è talmente bassa che, anche l’assunzione fosse stata intenzionale, non avrebbe avuto alcun effetto dopante o comunque migliorativo delle prestazioni del giocatore”.

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