Sinner, la WADA conferma: "Crediamo alla sua versione, ma è responsabile del team"

"Non mettiamo in discussione che nel caso di Jannik Sinner ci possa essere stata una contaminazione, ma secondo noi l'applicazione della legge non corrisponde alle norme". Il presidente della WADA, l'agenzia mondiale anti-doping, ha spiegato così all'agenzia di stampa France Presse i presupposti su cui si basa la decisione della WADA di ricorrere al TAS di Losanna contro l'assoluzione in primo grado di Sinner per assenza totale di dolo o negligenza.

"La nostra posizione è che l'atleta ha comunque una responsabilità in relazione al suo entourage. E' questa la questione legale che sarà dibattuta" davanti al Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna, ha dichiarato Niggli, confermando quanto già spiegava l'ITIA, l'agenzia responsabile di far rispettare il programma anti-doping al momento dell'annuncio del ricorso.

Sinner era risultato positivo per due volte a marzo 2024 a tracce infinitesimali di una sostanza vietata, il Clostebol, componente di un farmaco usato per la cicatrizzazione delle ferite, il Trofodermin, usato dal suo ex preparatore Naldi prima di effettuare un massaggio a Jannik.

La WADA sostiene che questa vicenda, andata in questo modo, configuri non un'assenza totale, ma un'assenza significativa di dolo o negligenza. Anche se la stessa WADA cambierà il codice mondiale anti-doping dal 2027, modificando ad esempio la parte sulle assunzioni involontarie dovute a contaminazioni in un modo che lascia presumere come in futuro vicende simili potranno più facilmente essere fatte rientrare nella casistica che porterà alla non punibilità degli atleti.

Il direttore della WADA conferma anche che non ci saranno novità entro la fine dell'anno, rinforzando quanto già emerso attraverso il calendario delle udienze pubblicato dal TAS, che arriva al momento fino al prossimo 11 febbraio. E il caso di Sinner fino ad allora non è in calendario.