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In collegamento con Tennis Talk su SuperTennis Stefano Cobolli racconta la settimana di Flavio che ha vinto il suo primo titolo ATP a Bucarest e cosa sia cambiato per ribaltare un difficile inizio di stagione
08 aprile 2025
Una settimana da ricordare. Un crescendo di emozioni e prestazione che può cambiare orizzonti e modi di vedere il futuro. Dentro il primo titolo ATP di Flavio Cobolli a Bucarest di storie ce ne sono tante. Ci ha aiutato a conoscerle Stefano Cobolli, allenatore e padre di Flavio, ospite di Tennis Talk, il format settimanale di approfondimento di SuperTennis.
Stefano Cobolli ha rivissuto il cammino di Flavio a partire dal primo turno contro Richard Gasquet, la sua prima vittoria nel circuito maggiore nel 2025. "Flavio ha giocato un buon tennis, ma a un certo punto ha avuto una crisi e chi ha giocato a tennis può capire: ti crolla il mondo addosso, ti manca il respiro, non sai come fare il punto. L'ho visto sofferente, è stata dura per lui e per me. A inizio terzo set, con un pizzico di fortuna che serve sempre e un po' di bravura sua, è riuscito ad andare via e a tranquillizzarsi" ha detto. "Dopo la partita abbiamo fatto una chiacchierata molto lunga con Gasquet. Mi ha detto cose che mi hanno fatto riflettere. Da lì in poi ho iniziato a lavorare in un altro modo e le cose sono cambiate totalmente. Devo ringraziarlo".
Il successo con Gasquet ha segnato una svolta, anche dal punto di vista dell'allenamento. "Dopo il match abbiamo parlato con Flavio, abbiamo fatto una serie di lavori particolari e cambiato delle cose importanti. Lui è stato disponibile a livello mentale. Dalla partita successiva, durissima con Misolic che giocava un tennis incredibile nonostante una classifica più bassa, già ha trovato più tranquillità. La semifinale è andata via abbastanza facile, in finale secondo me ha fatto un capolavoro tennistico, una partita praticamente perfetta: mi è piaciuto veramente tanto" ha raccontato a Tennis Talk.
Anche per Stefano Cobolli questa settimana ha rappresentato un momento di svolta. "Sono riuscito per la prima volta a viverla più da allenatore che da papà e per me questo è molto importante perché la mia più grande fatica è proprio differenziare i due ruoli. Poi certo vedere Flavio alzare la coppa mi ha emozionato".
Ma il vento del cambiamento, le tracce dell'inizio di un nuovo percorso erano evidenti già prima dell'esordio a Bucarest. "Mi sono accorto che qualcosa stava cambiando quando siamo tornati da Miami. Eravamo indecisi se giocare o meno il Challenger di Napoli, ho lasciato decidere Flavio che ha preferito fare una settimana di lavoro molto intenso. Era sempre in orario sempre disponibile. Ho capito che voleva fare sul serio". Le premesse giuste per arrivare a festeggiare il centesimo titolo per l'Italia in singolare maschile nell'era Open.
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