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Se ne è parlato nel salotto di Tennis Talk, appuntamento settimanale in onda su SuperTennis, in comagnia di Filippo Volandri, Diego Nargiso, e Vincenzo Santopadre. Dalle inquietudini di Holger Rune ai silenzi di Stefanos Tsitsipas. Padri, madri e coach: una relazione difficile
05 marzo 2024
Di tempo ne è passato da quando Jennifer Capriati si affacciò precocissima sul circuito sotto l'ala protettrice di papà Stefano. Un rapporto simbiotico, in cui col tempo i contorni genitoriali e quelli professionali non sempre riuscirono a procedere senza inevitabilmente influenzarsi l'un l'altro. Trent'anni dopo le famiglie continuano a giocare un ruolo decisivo nella formazione e nelle carriere dei loro figli e sono numerosi ormai gli esempi di genitori che sul circuito, tanto tra gli uomini quanto tra le donne, si trovano a recitare quel ruolo ibrido sempre in precario equilibrio tra due doveri in conflitto tra loro: preservare emotività e psiche dei propri figli, forgiarne la mentalità affinché possano riuscire ad emergere senza finire stritolare dalla crescente competitività del gioco moderno.
L'ultimo esempio fornito dall'attualità è quello di Holger Rune, accompagnato dalla mamma Aneke sul circuito fin dai suoi primi passi e di recente autore di ben quattro cambi di coach conclusi con il ritorno alla base di Patrick Mouratoglu, coach sotto la cui guida il danese ha raccolto sin qui i suoi successi più importanti.
"Le famiglie sono presenti in alcune situazioni - sottolinea Diego Nargiso - e nel caso di Rune è palese come lui sia guidato dalla madre, basta un suo sguardo". Che evidentemente deve averne avallato i dubbi e i cambi di direzione che negli ultimi dodici mesi hanno portato e poi allontanato dal suo box Lars Christensen, Boris Becker, Severin Luthi e Kenneth Carlsen. "Il fatto che sia tornato con Mouratoglu - ha ancora sottolineato Nargiso - vuol dire però che ha un legame con lui, l'ha cresciuto, gli ha dato qualcosa che può tornargli utile".
"La maturità incide tantissimo - ha aggiunto Filippo Volandri - e il suo è un tennis che parte proprio dalla sua maturità. Questa potrebbe essere stata la volta buona in cui riuscirà a capire che tornare indietro non è mai utile e in cui potrà compiere uno step mentale". Ma per quanto grande potrà essere questo step, per Nargiso il danese resta "un giocatore istintivo dai colpi esplosivi che non potrà essere ordinato più di tanto".
Diverso il discorso che riguarda invece Stefanos Tsitsipas. Più grande di Rune, con una bacheca più ricca e dopo aver già vissuto tappe importanti come due finali Slam, per Vincenzo Santopadre "oggi Tsitsipas fatica a trovare continuità di rendimento, ad attestarsi su quel livello medio alto che consentirebbe lui di trovare risultati con maggiore frequenza". Tra i motivi che potrebbero aver frenato questo processo di crescita costato al greco l'uscita dalla top10 dopo 259 settimane di permanenza consecutiva, c'è papà Apostolos da sempre presente al suo box: "Se Rune mostra segni d'insofferenza per la sua guida tecnica, Tsitsipas ne sta evidenziando altri - ha ancora sottolineato Santopadre - legati all'ingombrante figura del padre che non gli consente di sviluppare a pieno la sua personalità. E a questa difficoltà se ne aggiunge un'altra tecnica legata invece ai problemi che di recente affliggono il suo rovescio".
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