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A Tennis Talk si discute del caso che ha tenuto banco durante la settimana: l'accordo raggiunto tra la Wada e Jannik Sinner per un periodo di sospensione di tre mesi. Giudizi, scenari e una chiave di lettura che potrebbe trasformare questi mesi in un'opportunità
18 febbraio 2025
"Non è una sentenza ma è un accordo, non è una condanna, non c'è colpevolezza, i principi stabiliti in primo grado - nessuna intenzionalità di barare - sono stati ribaditi", così ha esordito a Tennis Talk Giorgio Di Palermo, Presidente del comitato regionale Lazio della FITP e componente del Development Committee di Tennis Europe, commentando l'accordo raggiunto pochi giorni fa tra la Wada e Jannik Sinner. "Accordarsi è stato come togliersi un macigno. Finisce un incubo e ora andando al pratico ci sono da programmare questi tre mesi, che sono tantissimi per uno sportivo", ha aggiunto ancora Filippo Volandri, capitano dell'Italia campione del mondo, sottolineando come possa essere "un opportunità avere tre mesi che di solito un atleta non ha: occorrerà porsi obiettivi tecnici, perché lui ha ancora margini di miglioramento, e obiettivi fisici, perché se vogliamo che vinca il Roland Garros ha bisogno ancora di un po' di resistenza".
Restano comunque tre mesi che il numero uno del mondo dovrà scontare lontano dai campi. Troppi, o troppo pochi per poter pensare di riveder scritte le gerarchie sul circuito? E' quello che ci si è domandati a Tennis Talk, approfondimento andato in onda su SuperTennis Tv, in cui sia il capitano dell'Italia due volte campione del mondo in Coppa Davis, Filippo Volandri, che Diego Nargiso, sono apparsi concordi nell'affermare che "tutti abbiano troppa stima di Sinner per dire che questi tre mesi di assenza cambieranno la sua carriera".
Tuttavia, sgombrato il campo dalla sua ingombrante presenza, il periodo potrà essere proficuo per i suoi inseguitori. Se non dal punto di vista di un eventuale passaggio di consegne in vetta al ranking - le possibilità sono residue, ma esistono - almeno da quello della "fiducia e dell'autostima", andando a "conquistando dei punti utili con cui avvantaggiarsi un po' per quando tornerà". Resta comunque un'impresa monstre quella a cui sono chiamati i rivali del numero uno del mondo.
E questo perché "Sinner è un giocatore che ti entra nella testa, sai che quando lo affronti dovrai scalare l'Everest e non sai se basterà", ha commentato ancora Volandri giudicando come "Alcaraz paghi invece ancora l'età che ha: ha tempi di maturazione diversi - come tutti - e quando troverà la quadra dal punto di vista delle scelte che farà in partita parleremo di un altro giocatore".
