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Un team da numero 1: la squadra che fa grande Jannik Sinner

Scopriamo come si compone lo staff di Jannik Sinner. Chi lavora con lui oltre ai coach dell'anno ATP Simone Vagnozzi e Darren Cahill

10 giugno 2024

Jannik Sinner è il primo italiano numero 1 del mondo.  Risultati e primati così non arrivano per caso. Sinner, incoronato l'anno scorso come il più amato dai tifosi nel circuito ATP, ha più volte riconosciuto i meriti del suo team guidato da Simone Vagnozzi e Darren Cahill che i coach ATP hanno votato a fine 2023 come allenatori dell'anno. Una decisione che Djokovic non aveva preso benissimo. 

Conosciamo meglio i componenti del suo team.

Simone Vagnozzi, arrivato da giocatore a un best ranking di numero 161, a inizio carriera si è allenato con Andreas Seppi quando entrambi avevano come coach Max Sartori. Diventato allenatore, Vagnozzi ha portato Marco Cecchinato alla semifinale del Roland Garros 2018 e alla posizione numero 16 del mondo, e poi Stefano Travaglia al best ranking di numero 60. Da febbraio 2021 Sinner l'ha scelto per un'evoluzione tecnica nel segno delle variazioni al servizio e nel gioco d'attacco. 

"Conosco Jannik da quando aveva 14 anni, l'ho incontrato la prima volta quando giocava contro uno junior che allenavo - ha detto all'ATP quest'anno -. Allenarlo è facile, ha un bel carattere e vuole migliorare sempre molto".

Da Wimbledon 2022 si è unito il coach dei numeri 1, l'australiano Darren Cahill. Top 10 in doppio, vincitore di due titoli in singolare, Cahill ha aiutato Lleyton Hewitt a diventare il più giovane numero 1 ATP (record poi battuto nel 2022 da Carlos Alcaraz) e Andre Agassi il più anziano. Poi ha lavorato con Simona Halep, e anche la rumena con lui come coach ha raggiunto la prima posizione nel ranking. "E' stata la persona più importante per la mia carriera" ha detto in conferenza stampa durante l'Australian Open 2022.

Una volta entrato nel suo staff nell'estate del 2022, Cahill ha iniziato a mostrare a Jannik Sinner video di Andre Agassi, che l'australiano aveva riportato al numero 1 del mondo. "Jannik è alto, magro, ha una grande apertura di braccia e può generare grande potenza - ha detto al New York Times -. Andre ha rivoluzionato il gioco ai suoi tempi per come colpiva la palla, soprattutto dal lato del rovescio. Dai grandi giocatori del passato c'è tanto da imparare perché con la tecnologia di allora e con le racchette che avevano loro hanno semplificato molte cose".

Il preparatore fisico è Umberto Ferrara, che aveva lavorato con Vagnozzi anche quando seguiva Cecchinato e Travaglia. Ferrara è responsabile della parte del lavoro che a Sinner piace meno, il lavoro in palestra: se fosse per lui, come ha detto anche Vagnozzi a Torino in occasione delle Nitto ATP Finals, starebbe sempre in campo con una racchetta in mano. Nel lavoro atletico, spiegava a maggio a Repubblica, "facciamo attenzione al discorso della forza, ma senza però tralasciare le altre componenti: alla fine il tennista ha bisogno di tutte le componenti che gli permettano di essere performante. Il mio lavoro è cercare di trovare la strada per permettergli di potersi esprimere al meglio”.

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 Il team è completato da due bolognesi di lusso. Sono il fisioterapista Giacomo Naldi che ha lasciato la Virtus Bologna di basket per seguire Jannik, e l'osteopata Andrea Cipolla. "Jannik non è un Alcaraz o uno Shelton, non ha la loro massa muscolare, è longilineo e alto. In questo ricorda Djokovic - ha detto Naldi a Libero -. Per ottimizzare il servizio abbiamo lavorato molto sull'articolazione della spalla per rendere i muscoli meno rigidi. Poi Ferrara ha perfezionato il gioco di gambe, e si nota in campo". 

Fa ufficialmente parte dello staff il padre di Jannik, Hanspeter, chef di professione e ora cuoco per il figlio e il team in tour. "Da quando sono andato via da casa non ho avuto tanto tempo con i miei genitori. Forse ora mi godo molto più ora quando c'è, in tornei in cui abbiamo una casa come Indian Wells, per passare del tempo con lui - ha detto Sinner a Max Giusti nell'intervista in occasione dei SuperTennis Awards -. Lui è sempre stato uno che lavorava tanto, però negli ultimi due anni ho visto che era un po' giù. Era in cucina da 40 anni, lo volevo tirare un po' fuori da quella situazione. Questo gli ha permesso di tirarsi su, e di vedere anche un po' come vivo io". Una squadra con basi solide per spiccare il volo verso la gloria.

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SINNER MANAGER

Come ha scritto Ronald Giammò su SuperTennis, di Sinner colpisce anche la maturità nella costruzione del team dopo la decisione, nel 2022, di interrompere la lunga collaborazione con Riccardo Piatti

"La prima mossa dell'altoatesino fu quella di scegliere Simone Vagnozzi come suo nuovo coach, mossa a cui seguì a stretto giro quella di Paolo Cadamuro, fisioterapista che pochi mesi dopo - e siamo a giugno - subì un'operazione che lo costrinse a rinunciare al suo nuovo incarico. Al suo posto Sinner scelse Jules Bianchi, stimato fisioterapista che fino all'anno prima aveva lavorato con Stefanos Tsitsipas, e nella stessa estate in successione ecco completarsi il team con l'arrivo del preparatore atletico Umberto Ferrara e di Darren Cahill. Le ultime rifiniture risalgono al febbraio del 2023 e riguardano l'ingresso in squadra di Giacomo Naldi e in ultimo dell'osteopata Andrea Cipolla" ha scritto su SuperTennis.  

Nella conferenza stampa organizzata a Roma dopo la vittoria all'Australian Open 2024, Sinner ha parlato di cosa lo abbia portato a scegliere di cambiare team a febbraio nel 2022. "Nella vita ci sono situazioni che vanno bene, altre che vanno male, altre che vanno bene però... Ho avuto questo però nella mia testa: mi son detto che volevo conoscere un altro metodo di lavoro, non era detto che fosse giusta o sbagliata".

Nelle scelte, ha aggiunto, "devo essere bravo a capire le persone del mio team, ma devo capire anche me stesso e quello che voglio. Quello che ho capito è che il mio team non deve essere il migliore di tutti, ma devono esserci dentro persone che si capiscono, in cui ognuno fa il suo lavoro, e sono tutte persone brave, normali". Un team di numeri 1 per il numero 1.

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