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Vavassori risponde a Opelka: "Il doppio regala sogni ai ragazzi, l'obiettivo non è solo il business"

L'azzurro ha risposto alla critica di Opelka secondo cui i doppisti sarebbero solamente dei "singolaristi falliti": "Nel mondo di oggi o sei bravo in singolo o sei un giocatore fallito, ma il doppio ha una sua storia e regala sogni ai ragazzini. I protagonisti vanno valorizzati, non bisogna pensare solo al business"

di | 22 febbraio 2025

Andrea Vavassori e Simone Bolelli (Atp Tour)

Andrea Vavassori e Simone Bolelli (Atp Tour)

A poche settimane dall’annuncio del nuovo format per il doppio misto adottato dallo US Open per l’edizione 2025, continua sui social il dibattito riguardante l’importanza riconosciuta al doppio in generale. Andrea Vavassori aveva già espresso il suo dissenso riguardo la nuova formula (con un campo di partecipazione dimezzato da 32 a 16 e legato per metà al ranking dei singolaristi e per metà alle wild card) in un post con Sara Errani, sua compagna nel trionfo dello scorso anno a Flushing Meadows.

Ieri, però, ha usato di nuovo la sua pagina Instagram per rispondere implicitamente alle parole – in un commento sul medesimo social – di Reilly Opelka (n. 112 ATP in singolare): Dovrebbero sbarazzarsi al 100% del doppio. È per i singolaristi falliti. Non esistono gli specialisti del doppio: non vendono alcun biglietto, ottengono campi di allenamento, fisioterapisti e risorse che poi non tramutano in profitti. E poi si lamentano pure che non guadagnano abbastanza. Se proprio me lo chiedi, per me questo è un comportamento piuttosto avido”, aveva detto.

opelka

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Scatenando così le reazioni dei colleghi per cui il doppio ricopre un ruolo centrale nella carriera. Tra questi Vavassori, che, oltre ad aver vinto il doppio misto all’ultimo US Open, è n. 8 al mondo di specialità ed ha giocato tre finali negli ultimi cinque Major al fianco di Simone Bolelli.

Il torinese ha risposto con un lungo post, che qui di seguito riportiamo sia in maniera più concisa che integralmente (attraverso il post su X).

“Un ragazzino di una scuola tennis, mentre guarda in tv una finale di doppio di un Grande Slam, si innamora, si appassiona e decide di provarci e inseguire il sogno di diventare - un giorno - un giocatore di doppio professionista. Bene, lo considerereste un giocatore di tennis fallito?”, ha esordito

“Non ci sono alternative, nel mondo di oggi o sei bravo in singolo o sei un giocatore fallito, un tennista che ha trovato nel doppio un ripiego e niente di più. Ci sono tre discipline nel tennis: singolo, doppio e doppio misto. Ognuna di queste ha una meravigliosa storia alle spalle, una lungo storia di prestigio e tradizione.

“Tutto questo – ha continuato – purtroppo al momento è messo in discussione, l'unico obiettivo sembra essere quello di generare profitti che non si sa poi dove vadano a finire. Il doppio è una disciplina che può portarti a competere per una medaglia olimpica, o magari a vincere la Coppa Davis per il tuo paese, o a conquistare un torneo del Grande Slam”.

Sara Errani e Andrea Vavassori con il trofeo di doppio misto vinto allo US Open 2024 (foto Getty Images)

Sara Errani e Andrea Vavassori con il trofeo di doppio misto vinto allo US Open 2024 (foto Getty Images)

Sono discipline divertenti e molto specializzate che dovrebbero solo essere promosse in modo diverso, valorizzandone i protagonisti che sono nel loro ambito grandi atleti. L'anno scorso Mate Pavic e Sara Errani hanno completato il Career Golden Slam, arrivando a vincere la medaglia d’oro olimpica più tutti i quattro tornei del Grande Slam. Un'impresa incredibile, leggendaria. Quasi nessuno ne ha parlato, quasi nessuno gli ha tributato il giusto riconoscimento. Se davvero vogliamo cambiare qualcosa,” ha concluso, “ci servono passione, competenze, ci serve la voglia di stare uniti e di lavorare insieme, perché c'è tanto che possiamo fare per cambiare questo ottuso modo di pensare e riportare il doppio dove merita di stare”.

Sara Errani e Jasmine Paolini baciano la loro medaglia d'oro (foto Getty Images)

Sara Errani e Jasmine Paolini baciano la loro medaglia d'oro (foto Getty Images)

Oltre alla tradizione e alla valorizzazione dei professionisti, anche Rohan Bopanna (ex n. 1, oggi n. 21 a 44 anni) è intervenuto sulla questione ponendo l’accento soprattutto sulla questione relativa alle opportunità che il doppio crea, avendo ricadute positive non solo sui professionisti, ma sulla comunità.

A sinistra Rohan Bopanna e a destra Matthew Ebden, compagni di doppio nel 2024 (Getty Images)

A sinistra Rohan Bopanna e a destra Matthew Ebden, compagni di doppio nel 2024 (Getty Images)

“Giocare a doppio e guadagnare un reddito da esso mi ha dato il potere di restituire in modi che contano davvero. Ha aiutato i bambini sfavoriti a scoprire lo sport, ha fornito istruzione a oltre 30 ragazze e ha costruito un'accademia che aiuta i futuri campioni – ha scritto - . Coloro che beneficiano di queste opportunità non si preoccupano se il supporto proviene da guadagni relativi al singolo o al doppio. Ciò che conta è che sta cambiando loro la vita”.

“Tuttavia, quelli che occupano posizioni di rilievo si siedono e discutono su chi merita di più o di meno. Non riescono a cogliere il quadro più ampio: il vero impatto di questo sport. Il tennis non riguarda solo classifiche o premi in denaro; riguarda le porte che apre, le vite che trasforma e le opportunità che crea. Se non riesci a rispettare questo, allora non rispetti davvero il gioco”.

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