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Il n. 1 del tabellone non ha mai raggiunto neanche la semifinale in California, dove ha bisogno di risultati se vuole avvicinarsi alla vetta del ranking occupata da Sinner. Il suo quarto, però, è include alcuni "squali" pericolosissimi
di Samuele Diodato | 05 marzo 2025
Si è conclusa con un magro bilancio di quattro vittorie e tre sconfitte la gira sudamericana del n. 2 al mondo Alexander Zverev. Un n. 2 ma con ambizioni da primo della classe già da tempo, e forse – cinicamente – ancor di più ora che Jannik Sinner potrà tornare a giocare solamente agli Internazionali BNL d’Italia dopo l’accordo con la WADA sul “caso Clostebol”.
La realtà dei fatti, però, non è stata molto incoraggiante per il tedesco, che pure aveva iniziato la stagione raggiungendo per la prima volta la finale agli Australian Open (patendo una sonora sconfitta dal n. 1 azzurro. Così, ora, “Sascha” si presenta al BNP Paribas Open di Indian Wells, primo Masters 1000 della stagione con qualche incognita e un tabù da sfatare.
Il distacco dalla vetta, mentre lui è rimasto fermo agli 8135 punti di fine gennaio, si è leggermente ridotto dopo la mancata difesa del titolo a Rotterdam da parte di Sinner, ma 3195 punti di differenza sono comunque tanti. Ancor di più pensando alla scarsa costanza mostrata da Zverev in Sud America e ai suo numeri, non certo strabilianti, nel deserto californiano (12-8 dal 2016 ad oggi).
Per quest’anno, il ragazzo di Amburgo aveva scelto la tournée sulla terra battuta confessando come spesso, nelle stagioni passate, giocare sul cemento a febbraio – in Europa o Medio Oriente – avesse spesso intaccato la sua fiducia alla vigilia del ritorno negli Stati Uniti. Eppure, nel 2025 non è andata meglio. E anche lasciando passare la sconfitta di Buenos Aires, al primo torneo sul rosso, contro Francisco Cerundolo (n. 28), pesano quelle rimediate a Rio de Janiero da Francisco Comesana (n. 86) e da Learner Tien (n. 83) sul cemento di Acapulco.
In molti avranno notato il tape colorato sul suo gomito, un problema che lui ha minimizzato dal Brasile, pur dichiarando come “non ideali” le condizioni umide e le palle pesanti con le quali si è dovuto confrontare.
Ad oggi, primo giorno del torneo di Indian Wells, il teutonico non ha parlato né in conferenza stampa né al sito ATP, quindi non si hanno notizie sulle sue condizioni fisiche. Né tantomeno si sa quale sia stato il suo approccio ai nuovi campi adottati da quest’anno nel deserto californiano (di cui hanno invece parlato anche Daniil Medvevev, Aryna Sabalenka e Carlos Alcaraz).
Un ostacolo in più per il due volte campione in carica? ??
— SuperTennis TV (@SuperTennisTv) March 5, 2025
Come a tanti altri tennisti impegnati a #IndianWells, a Carlos Alcaraz è stato chiesto il suo pensiero sulla nuova superficie che da quest'anno verrà utilizzata nel primo 1000 combined della stagione.
?? I protagonisti… pic.twitter.com/hDRA0KSmyH
La sua speranza, ovviamente, non può essere che quella di adattarsi bene, sin da subito. Se possibile, anche meglio del passato. In un Masters 1000 che – come detto – numeri alla mano non gli sorride. Si tratta, infatti, di uno dei tre tornei di categoria (insieme a quelli di Monte-Carlo e Shanghai) dove non ha mai vinto, ma anche l’unico dove non ha mai raggiunto neanche una semifinale.
Al massimo si è fermato nei quarti di finale, nel 2024 e nel 2021, perdendo dal futuro vincitore Carlos Alcaraz e tre anni prima da Taylor Fritz. Per il resto, poco altro. Comprese due sconfitte all’esordio, nel 2022 e nel 2018.
Ora proverà dunque ad invertire la tendenza, eccezionalmente da prima testa di serie (è la quarta volta dal 1990 che il n. 1 mancherà ai nastri di partenza ad Indian Wells). Il sorteggio, però, impone da parte sua la massima attenzione, oltre che un certo livello da tennis, sin da subito.
Dopo un bye, all’esordio lo ci sarà uno tra Tallon Griekspoor (semifinalista nell’ATP 500 di Dubai) e Miomir Kecmanovic (vincitore nell’ATP 250 di Delray Beach). In un quarto di tabellone, in generale, denso di giocatori in ottimo stato di forma, tra i quali il vincitore dell’ATP 500 di Acapulco Tomas Machac in un potenziale ottavo di finale e – nei quarti – uno tra Stefanos Tsitsipas (rientrato in Top-10 dopo il successo a Dubai) e Matteo Berrettini (entrambi ben più quotati del n. 12 del seeding Holger Rune).
Non un colpo di fortuna, per Zverev. Il quale, però, è negli ultimi mesi è stato franco con sé stesso. “Non sono n. 1 perché ci sono cose che Sinner e Alcaraz fanno meglio di me ad oggi”, ha ripetuto a più riprese. Venir fuori da un tabellone del genere, non c’è dubbio, sarebbe una bella dimostrazione, per gli altri e ancor di più per sé stesso.
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