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Beach tennis

Simona Bonadonna: "Vi racconto perché nel Beach siamo i più forti"

"Dopo che per anni - spiega la responsabile del settore - ne abbiamo parlato come qualcosa di prettamente estivo, piano piano il Beach tennis si è trasformato in disciplina per tutto l'anno, anche indoor, su tutto il territorio nazionale"

11 gennaio 2025

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Siamo il Paese più forte del pianeta, e a raccontarlo ci sono – caso mai ci fossero stati dei dubbi – gli ultimi Campionati del mondo in Brasile, vinti dall'Italia in finale sulla Spagna. Ma non è da oggi, che gli azzurri dominano nel Beach tennis: è da sempre. In sostanza da quando il fenomeno è nato. A raccontarlo c'è la responsabile del settore nella FITP, Simona Bonadonna, la persona che meglio di tutti ha il polso della situazione nella disciplina. 

“Il Beach – spiega – è presente col suo Comitato in Federazione dal 2007. Rispetto a tutti gli altri sport, quello che fa davvero la differenza è la superficie, che non ha nulla di paragonabile a quelle di tennis, padel e pickleball. La sabbia non aiuta il movimento, dunque questo sport è classificato tra i più difficili se parliamo di prestazioni fisiche. Dopo che per anni ne abbiamo parlato come qualcosa di prettamente estivo, piano piano si è trasformato in disciplina per tutto l'anno, anche indoor, su tutto il territorio nazionale. Questo è stato il grande passo avanti”.

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Sport che nasce proprio in Italia e che dunque – come normale che sia – da noi trova la massima espressione. “Nasce in Italia e in particolare nella Riviera Romagnola, dove ha avuto negli anni dal 2010 al 2019 un primo momento d'oro. Poi il Covid, inevitabilmente, ha creato un piccolo stallo, ma in seguito il circuito è ripartito. Siamo ancora adesso i più forti al mondo ma il divario con gli altri Paesi, in particolare col Brasile, è diminuito, e dunque in futuro dovremo stare attenti e restare al passo”. Per farlo, per continuare a svettare come agli ultimi Mondiali sudamericani, c'è bisogno di partire dalla base, dunque dai ragazzini.

“Come Federazione abbiamo introdotto anche il mini beach tennis, con racchette un po' più piccole. In questo caso parliamo di ragazzini fino agli Under 12, che possono così trovare gli stessi movimenti degli adulti, in modo che in seguito non abbiano problemi nella loro crescita. Usiamo inoltre palline soft, per ridurre la rapidità e la pericolosità degli scambi: si tratta delle orange del minitennis, per una minore velocità dello scambio. Il Beach è nato in Italia sviluppandosi presto in tutte le regioni di mare. Il movimento è cresciuto moltissimo negli anni, anche grazie al fatto che siamo campioni mondiali ed europei. E anche tra gli Under 18 abbiamo centrato grandi risultati. Con gli altri Paesi, tuttavia, oggi siamo in una lotta molto serrata ma cercheremo di mantenere questa supremazia ancora a lungo”.

Mondiali di beach tennis a Cesenatico 2024

Mondiali di beach tennis a Cesenatico 2024

Uno sport in costante evoluzione, ma che affonda le radici nella tradizione del cugino storico, il tennis. “Nel 2019 – continua Simona Bonadonna – è stata introdotta la no-block zone, una zona di 3 metri (oggi di 6 nel maschile, ndr) nella quale il giocatore alla risposta non può entrare prima che il battitore abbia toccato la palla. In precedenza, invece, il muro consentiva di chiudere gli scambi troppo rapidamente. Per quanto riguarda le classifiche, abbiamo due ranking. Il primo è quello italiano della FITP, molto simile a quello del tennis, con gli 1.1 che sono i primi 10 ITF, seguiti poi da 2.1, 2.2 e via dicendo, in base ai risultati nei vari tornei. La classifica internazionale conta invece i migliori 10 risultati della stagione di ogni atleta per stilare una graduatoria a livello mondiale”.

Ma quali sono, in definitiva, i veri punti di contatto col tennis? “Nel beach ovviamente si gioca tutto al volo, considerato che la palla non può toccare il terreno. Bisogna dunque guardare bene la palla e restare frontali davanti alla rete. Tanti sono i punti che si chiudono con una palla corta, che può essere di difesa, di attesa e anche destinata a trovare un vincente. Un altro colpo fondamentale è lo smash, dall'alto, con le spalle perpendicolari alla rete, identico a quello del tennis anche se in questo caso finiamo il movimento all'altezza della spalla per essere pronti a giocare il punto successivo. Il servizio, invece, è quasi sempre quello in kick. Per diventare un buon giocatore di Beach – chiude Simona – c'è poi una parte da non tralasciare mai, quella della costruzione della potenza, aumentando tutte le fasce muscolari, incluse quelle degli arti superiori. Poi conta la rapidità, sullo scatto breve, perché i movimenti sono al massimo di tre o quattro metri. Conta essere esplosivi”.

Simona Bonadonna, selezionatore e coach della nazionale azzurra “pro” e responsabile della formazione dell'ISF

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