Chiudi
Nel box degli incordatori ufficiali delle Next Gen Atp Finals siamo andati a scoprire come viene preparato l’attrezzo del 18enne altoatesino per le sfide indoor all’Allianz Cloud di Milano. Si tratta di una Head Speed, la serie utilizzata da Novak Djokovic
di Enzo Anderloni | 06 novembre 2019
E’ quello che vuole le corde più tese di tutti: 28 kg. Il suo piatto corde è il più rigido di tutti: 39 punti di tensione dinamica: una tavola se confrontato con quello del suo avversario di ieri l’americano Frances Tiafoe, che chiede una tensione delle corde di 19 chilogrammi e ottiene un piatto decisamente più morbido.
Che cosa significa tutto questo insieme di numeri e termini tecnici? In soldoni che Jannik Sinner richiede alla sua racchetta soprattutto gran controllo e precisione. La spinta ce la mette lui. Gli interessa che la palla non scappi via dalle corde, che il piatto della sua Head Speed la trattenga, schiacciata all’impatto, il tempo che serve per imprimerle angoli e profondità necessari a costruire scambi e chiudere colpi vincenti.
A una minor tensione delle corde corrisponde infatti una maggiore spinta e viceversa: Jannik con il suo incredibile timing non ha bisogno che l’attrezzo ci aggiunga troppo del suo. Vuole poter picchiare a tutta forza senza che la palla scappi via.
L’attrezzo è quello portato al successo da Novak Djokovic e utilizzato anche da Ashleigh Barty, in questo momento entrambi al comando delle rispettive classifiche mondiali. Anche Jannik, non a caso, ha dichiarato di guardare lassù.
L'ovale della Head Speed è da 100 pollici quadrati, il profilo di medio spessore, 23 mm. Il peso di serie tra i 300 e i 310 grammi a seconda della versione, MP o Pro. Il bilanciamento 32 o 31,5 cm.
Ecco dunque il “setting” vincente per Sinner che, su un piatto corde, quello della sua Speed con un pattern che prevede 16 corde verticali e 19 orizzontali, fa montare un sintetico monofilamento Head Hawk Touch, una corda in poliestere non troppo rigida, calibro 1,30 mm, cioè non troppo sottile.
Ad occuparsi delle sue racchette e a fornirci questi dettagli è il cuneese Giancarlo Sparla, incordatore professionista del team Tecnifibre predisposto all’Allianz Cloud da Cedric Desjacques, insieme a Laurent Lardon.
All’ora di pranzo lo troviamo alle prese con i 5 telai che Sinner ha consegnato subito dopo l’allenamento mattutino per preparare il match con lo svedese Mikael Ymer.
“E’ la routine di Sinner – spiega Sparla, specialista qualificato a livello internazionale come Ersa Pro Tour Stringer- porta 4 o 5 racchette ogni giorno. Chiede che siano pronte 3 ore prima dell’incontro. Un tempo che permette alle corde di assestarsi, in particolare se parliamo di sintetico monofilamento come questi. Il metodo di incordatura che richiede è il più semplice, a 4 nodi, cioè realizzato con due spezzoni di corda”.
“Dettaglio davvero particolare – continua è che vuole che vengano inseriti dei pezzettini di un tessuto speciale nei tre passacorde verticali centrali all’interno del cuore della racchetta. La collocazione è quella che normalmente si usa per i cosiddetti “power pads” in cuoio che una volta servivano per proteggere il legno delle racchette dal passaggio delle corde e oggi sono richiesti da alcuni giocatori, tra cui lo stesso Roger Federer, perché si ritiene che migliorino la spinta e il confort delle 6 corde verticali centrali. Questo tessuto dovrebbe avere delle peculiarità importanti in termini di assorbimento delle vibrazioni”.
“E’ curioso che Jannik, utilizzi un’impugnatura così piccola, n.2, anche se poi c’è un’overgrip a ingrossarla leggermente – aggiunge il tecnico piemontese. – Ma quella del grip ridotto è una tendenza generale sul circuito”.
I telai, come da indicazione all’interno del cuore, sono customizzati dal torinese Andrea Candusso, che collabora con il team di Riccardo Piatti. Il peso a nudo è di circa 310 grammi, solo dieci in più dell’analogo modello che si trova nei negozi. Una personalizzazione alla portata di tutti.
Ottenerne poi i risultati di Sinner è un altro paio di maniche: la sensazione è che il suo tennis sia davvero qualcosa di unico. Roba da numeri uno.