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Il clamoroso successo alle Next Gen Atp Final di Milano è la dimostrazione del talento indiscusso del 18enne azzurro. E di una mentalità assolutamente positiva e vincente
di Vincenzo Martucci | 10 novembre 2019
Prendiamo uno qualsiasi dei nostri meravigliosi e amatissimi bambini, mettiamolo nelle condizioni più favorevoli per lui, e più pericolose per noi che svolgiamo il compito più difficile del mondo di genitore: davanti ai familiari riuniti in massa, a una festa comandata. Mettiamo che è il più piccolo, il più coccolato, il più seguito di quei momenti rari e forse anche irripetibili. Quello a cui tutti, ma proprio tutti direbbero di sì a una qualsiasi delle sue richieste. Che cosa risponderebbe se un parente gli dicesse: “Resta con noi, non ripartire con mamma e papà”. O meglio. “Vieni da noi al mare, non tornare a casa dove fa freddo e ti toccare andare a scuola”.
Ahinoi, sappiamo già che non ci sarebbe allibratore che accetterebbe la scommessa. Non ci esisterebbe quota. Qualsiasi bambino - forse anche un grande, in verità - risponderebbe, riservandoci uno sguardo languido e insieme furbetto: “Posso, posso davvero?”. Sciogliendo qualsiasi remora, e facendoci anche uscire una lacrimuccia. Ebbene, miracolo dei miracoli, sabato sera al Palalido di Milano, a conclusione della festa di famiglia che attendevamo da quarant’anni, il diavoletto rosso del sport italiano, non la Ferrari, ma Jannik Sinner, il predestinato del tennis italiano, mentre sfoggiava il primo trofeo Atp Tour, davanti alla sua nuova e foltissima famiglia aggiunta, fatta dai 5000 spettatori sul posto e da chissà quanti davanti alla tv, all’offerta di andarsene in vacanza, fra due settimane a Madrid, al seguito della nazionale di coppa Davis, ha risposto fermo, sicuro, senza bisogno di suggerimenti, anzi, sorprendendo il suo stesso clan: “No, non credo che ci sarò, quest’anno ho giocato davvero tanto e devo lavorare molto per preparare la prossima stagione. Sono giovane”.