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L’ex campione statunitense, tre volte a segno sui prati londinesi, vede favorito ancora Nole, che ha premiato agli ultimi US Open: “Non ricordo uno che copra bene tutto il campo come lui. E’ potente ed elastico, pochi riescono a tenere il suo ritmo. Ha già vinto 4 Wimbledon, battendo anche Federer”
di Vincenzo Martucci | 14 luglio 2019
John McEnroe ha vinto tre volte Wimbledon in cinque finali consecutive dal 1980 al 1984. Oggi è telecronista di grido, e ancora forse il numero 1del tennis fra gli ex.
Che cosa ricorda dei suoi primi Championships, nel 1977?
“Pensavo che avrei giocato il torneo juniores, ma avevo abbastanza punti per giocare anche le qualificazioni fra i pro, le passai e vinsi tre partite, arrivai nella seconda settimana, persi in semifinale. E mi cambiò la vita completamente”.
Qualcuno non ricorda tanto il McEnroe Genius, quanto il SuperBrat, che litigava con arbitri ed avversari.
“Purtroppo quell’attitudine finiva per distrarmi. Peccato, sarei potuto essere un giocatore migliore. Anche se a volte ho saputo trasformare in reazioni di gioco, sul campo, l’energia di quelle sfuriate”.
Alla vigilia di Wimbledon lei aveva pronosticato come unici possibili vincitori Djokovic, Nadal e Federer, ha cambiato idea dopo la super-semifinale di Roger contro Rafa?
“No, anche se è stata una grandissima e bellissima partita. Era ed è tuttora difficile trovare un altro vincitore che non sia Djokovic. Che ha già vinto quattro Wimbledon, battendo anche Federer, ed è il campione uscente”.
Però ha anche detto che Federer per lei è stato il migliore di sempre.
“Oltre che per il gioco, così unico e difficile da gestire per gli avversari, per la passione per il tennis che è così tanto d’ispirazione per tutti. Mi impressiona sempre pensare come ha fermato il tempo, a quasi 38 anni”.
Sia Federer che Serena sono del 1981.
“Sono due personaggi diversi, ma anche i due più grandi. Pur non giocando nello stesso circuito, si sono stimolati l’un l’altro. Malgrado tutto quello che hanno vinto, sono sempre carichi e motivati, e hanno ancora dentro il sacro fuoco”.
Serena non riesce a sfatare il tabù del record Slam.
“Con l’età, ricordo che avevo più pressione, sentivo che la finestra si stava chiudendo. Quanto giocherà ancora Serena? Uno-due anni?”.
Perché Djokovic è il suo favorito?
“Perché può vincere su qualsiasi superficie, adora essere nei libri dei record e dare la caccia alla storia. Non ricordo uno che coprisse bene tutto il campo come lui e fosse sempre in equilibrio. E’ potente ed elastico, pochi riescono a tenere il suo ritmo”.
Il trio Federer-Nadal-Djokovic siè migliorato con la rivalità interna.
“E’ sempre così. Io mi sono dovuto migliorare per forza per contrastare Bjorn Borg, Ivan Lendl e Jimmy Connors. Molto ho imparato anche da Ilie Nastase. Lo sport individuale ha disperatamente bisogno di rivalità”.
Quali sono i suoi migliori di sempre?
“Il mio idolo è stato Rod Laver, ho giocato contro Sampras e Becker ma Federer è il più elegante e spettacolare, quello che fa sembrare tutto più facile, il tennista più bello che abbia mai visto”.
Che avrebbe combinato McEnroe contro i Fab Four?
“Contro Nadal sulla terra, Roger sull’erba e Novak sul cemento avrei perso la maggior parte delle volte. Per me sono più grandi di sempre”.
Quando arriva in alto la Next Gen?
“Penso che Tsitsipas diventerà un campione e Aliassime il numero 1. In generale i giovani non sono pronti, forse non ci credono abbastanza”.
Invece fra le donne crede in Coco Gauff?
“Venus sperava di non ritrovarsela di fronte, per come le ricorda se stessa da giovane. A 15 anni è matura sia di fisico che di testa. Sarei davvero sorpreso se entro i 20 anni non diventasse la numero 1”.