Chiudi
Tolte le 13 settimane al comando di Andy Roddick, l’ultimo ‘mostro’ a stelle e strisce con oltre 100 settimane in vetta al ranking Atp è stato Andre Agassi. È uno degli otto nella storia a vincere tutti i tornei del Grand Slam
di Alessandro Mastroluca | 02 agosto 2019
Fu un anno speciale quel 2003, per Agassi, che iniziò con l'ottavo e ultimo titolo dello Slam. In Australia lascia solo un set, contro il francese Escude al terzo turno, fino al trionfo sul tedesco Rainer Schuttler in una finale mai davvero iniziata. Era dal 1995 che non chiudeva un major con un percorso così netto, sicuro, dominante. “Come puoi non essere sorpreso se continui a vincere anno dopo anno? Vincere è una sensazione che mi ha travolto già dalla prima volta che l'ho sperimentata”. Negli Slam vincerà 19 partire su 22, raggiungerà la semifinale allo Us Open (dove però arriverà provato contro Juan Carlos Ferrero), i quarti al Roland Garros, per il terzo anno di fila, e gli ottavi a Wimbledon.
Ma è l'avvio della stagione a fare la differenza. A San Jose, nel primo torneo dopo Melbourne, salva un match point nei quarti contro il bielorusso Vladimir Voltchkov. Agassi vince il titolo per la quinta volta da quando l'evento si gioca in California (in finale sul nostro Davide Sanguinetti): è il 57mo titolo in carriera.
Attenzione che lo porta a non giocare più dopo lo Us Open per due mesi, fino alla Tennis Masters Cup, che si gioca all'aperto sui campi duri di Houston. Nel round robin batte Ferrero e Nalbandian, elimina Schuettler in semifinale ma perde due volte, nel girone e in finale, contro l'uomo che due anni dopo contro di lui in finale agli Us Open porterà il tennis “in un luogo che non riconosco”, dirà Agassi nella sua autobiografia ‘Open’.
Il dominio di Roger Federer nel match che chiude il 2003 è totale. Chiude 6-3 6-0 6-4 in 88 minuti. Agassi si limita a 13 vincenti contro 39 e a un solo ace contro i 12 dello svizzero.
È un passaggio di consegne. Agassi è il più anziano qualificato al Masters dai tempi di Arthur Ashe nel 1978, e sarà il top 5 più agé a fine anno dal 1987, quando Jimmy Connors chiuse da numero 4.
È un segno dei tempi, la sua ultima stagione con più di un titolo all'attivo. Per essere numero 1 devi essere al meglio e a lungo. E per il “kid” ormai cresciuto sarebbe diventato sempre più difficile. Ma quell’impresa resta l’ultima da ricordare per il tennis statunitense.
Non ci sono commenti