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2003: Pete Sampras annuncia il ritiro dal tennis nella prima giornata degli Us Open, ma quell’edizione la conquista Andy Roddick. Illuderà i sogni di gloria americani, che dopo quel successo non vinsero più nessun major maschile
di Alessandro Mastroluca | 30 agosto 2019
Andy Roddick, l'ultimo americano ad aver vinto gli Us Open (e Slam in generale) e a essere stato n.1 Atp
- Brad Gilbert
Sul 6-5, Nalbandian è a un punto dalla vittoria. “A quel punto la partita era andata, non sentivo addosso alcuna pressione. Ho pensato di tirare forte”.
Così salva il match point con un ace a 222 km/h, ne piazza un secondo subito dopo a 218. Nalbandian, distratto da un tifoso che chiama unòllllllpppppppppppa palla fuori durante il punto, sbaglia la volée che consegna a Roddick il secondo set point.
E l'occasione di cambiare la storia come solo i campioni sanno fare. “Il servizio, a Roddick, calmava i nervi; la stessa cosa che succedeva a Sampras”, spiegò poi Gilbert. Fu lui a rinforzare il colpo simbolo di A-Rod aumentando la varietà di soluzioni e direzioni possibili.
La partita, di fatto, si chiude qui. Roddick completa una rimonta alla Connors, ne replica la combattività energica a beneficio di chi ancora si è emozionato a rivedere l'ennesima replica di dodici anni prima.
Il passaggio di consegne si completa, ma non come gli Stati Uniti avrebbero pensato. L'edizione iniziata con le lacrime di Sampras si chiude senza gioia per Agassi, sconfitto in semifinale da Juan Carlos Ferrero, che aveva battuto anche Lleyton Hewitt: come a dire, non sono solo uno specialista della terra battuta.
La 123a finale nella storia degli Us Championships, poi diventati Us Open, inizia con un'epifania. Ferrero manca una palla break al terzo game, perde il servizio al quarto, Roddick allunga e chiude il set con due ace.
Si illude poi con i due mini-break nei primi due punti di risposta nel tie-break del secondo set.
A-Rod vince sei punti, è suo anche il secondo set. Ferrero ha un'ultima chance, anzi due.
Due occasioni per completare il break del possibile 4-3. Ma A-Rod va veloce verso la storia. I tre ace nell'ultimo game, saranno 23 a fine partita, costituiscono più di una prova.
“Non ci credo, non ci credo” mormora mentre il giudice di sedia, l'australiano Wayne McKewen, scandisce il punteggio. “Game, set and match Roddick, 6-3 7-6 6-3”.
Roddick chiuderà la stagione da numero 1, più giovane americano a salire in vetta alla classifica dall'inizio dell'era del ranking computerizzato. Una domanda, un'attesa, serpeggia come un venticello: saprà emulare Sampras e Agassi? Roddick giocherà altre quattro finali Slam, non ne vincerà nessuna. Non gli manca certo l'ottimismo della volontà.
Ha un altro problema, sempre lo stesso, in tutte e quattro le finali. Un problema impossibile da risolvere. Si chiama Roger Federer.
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