Negli Stati Uniti, ad agosto, è scattato qualcosa. "Non so perché, ma tutto è andato a posto. Ho cominciato a capire di più il mio gioco, il servizio, le volée, cosa è meglio fare e quando. Qui avrei potuto perdere almeno tre set e invece li ho vinti tutti. Nei momenti cruciali sento che adesso so cosa fare, dove giocare, se è meglio colpire in top spin o in slice, cose così". Ma
non è cambiato come persona, dice. Magari un anno fa sì, ma non in maniera così significativa negli ultimi tre mesi.
Medvedev, ha ammesso Zverev, "gioca in un modo che non abbiamo mai visto prima. Non tira dritti al salto, non fa vincenti spettacolari magari, ma ha uno stile unico. Gioca molto piatto, usa colpi che non ti permettono di fare niente. E' difficile essere aggressivi contro di lui. A volte, guardando le partite in tv o da fuori, qualcuno si chiede perché non riusciamo ad attaccare contro di lui come facciamo con altri giocatori. Perché non ce lo permette abbastanza".