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Campioni internazionali

Il prossimo re Slam sarà diverso dai soliti noti

Il tennis maschile gira pagina: il 150esimo campione Major sarà sicuramente più giovane, indimenticabile, storico

di | 07 settembre 2020

Alexander Zverev

Alexander Zverev

Il 150esimo campione Slam rimarrà indimenticabile. E sarà ancora nel segno dei magnifici tre, Federer, Nadal e Djokovic, perché, in pratica, chi si aggiudicherà gli Us Open del tennis moderno negli ultimi anni sarà il primo dagli Us Open con Marin Cilic al di fuori dei Fenomeni. E ci riuscirà perché Roger e Rafa hanno disertato già dal via, e Nole ha fatto harakiri per uno dei suoi famosi scatti di rabbia, un gesto stupido e sfortunato com’è stato quello di scagliare via una pallina senza controllo e colpire malauguratamente una giudice di linea al collo, stendendola.

Non era un momento qualsiasi. Novak era ancora una volta sotto stress, sul 5-6 del primo set del quarto turno degli Us Open blindati dal Covid-19. Soffriva per via della resistenza dell’avversario, Pablo Carreno Busta, che proprio non voleva staccarsi prima del tie-break, e per via della spalla sempre dolorante.
Non è la prima volta che reagisce così, speriamo sia l’ultima, davanti alla enormità del contraccolpo d’immagine che ne ricaverà. Forse, come ha postato un buontempone, scatenerà un’altra irrefrenabile risata ai campioni perfetti, Federer e Nadal, come avvenne in un famoso spot, che proprio Rafa non riusciva a recitare, con quell’espressione un po’ così e quell’inglese ancora bislacco. Perché lo svizzero teme per il record di Slam a quota 20 già fortemente minacciato da Rafa a 19, con Nole a 17, lanciatissimo verso il clamoroso sorpasso.

Daniil Medvedev

Il nuovo campione Slam non spunta fuori per caso a New York: il cemento all’aperto è la superficie più democratica, che concede possibilità tecno-fisiche a tutti. Infatti a Flushing Meadows - dopo cinque titoli consecutivi di Federer - hanno interrotto l’egemonia dei soliti noti, lo sfortunato Juan Martin Del Potro nel 2009, il miracolato da Medjugorje Marin Cilic nel 2014, “Stan the man” Wawrinka  nel 2016 e ora Mister X.

Che, ci auguriamo, sarà uno dei giovani che sono ancora in gara, fra il 19enne  il 20enne Auger Aliassime, i 21 enni de Minaur e 

Shapovalov,  i 22enni Rublev e Tiafoe, i 23enni Coric e Zverev e i 24enni Berrettini e Medvedev.

Stropicciatevi pure gli occhi: non siamo alle Next Gen Finals, la fortunata manifestazione creata dall’ATP Tour e ospitata a Milano dalla FIT proprio per foraggiare finanziariamente, pubblicizzare e lanciare i migliori under 21 mondiali dove questi ragazzi sono transitati negli ultimi tre anni.
Siamo proprio nelle fasi decisive di uno Slam. Manca il campione uscente, il nostro 19enne dalle grandi promesse, Jannik Sinner, che s’è infortunato sul più bello, quando sembrava in controllo dei muscoli di Khachanov, e si è arreso ai problemi di schiena.

Il servizio di Alexander Zverev

Il favorito nella parte superiore del tabellone, abbandonato dalla ingombrante presenza di Djokovic è Sascha Zverev che, forse, con l’aiuto psicologico di un campione umile e fallace come il super-coach David Ferrer, s’è liberato della sua presunzione e insieme della vergogna dei troppi errori (soprattutto dei troppi doppi falli), e si sta esprimendo finalmente ad alto livello anche negli Slam dove, al massimo, finora, ha toccato le semifinali agli Australian Open di gennaio.

A meno che il nuovo McEnroe, Shapovalov, non esploda sulla scia del bel successo su Goffin oppure Coric non entri in modalità-Zen.
Nella parte inferiore i pretendenti alla finale sono molti di più, con Medvedev favorito dalla prestazione monstre dell’anno scorso sul cemento in generale e a New York in particolare, dove s’è arreso solo a un super-Nadal.
Dopo il russo ha le aspettative più legittime Thiem, già finalista Slam, agli ultimi due Roland Garros e agli Australian Open 2020, con Matteo Berrettini che, in virtù dei grandi progressi al servizio e nella personalità, ha tutto il diritto di sognare, dopo le magiche semifinali di dodici mesi fa a Flushing Meadows.

Comunque vada, questo Slam, già snaturato perché senza pubblico, spostato di data, addirittura antecedente il Roland Garros, senza la super coppia Federer-Nadal, e con Djokovic che conferma ancora una volta che quand’è in forma può perdere solo contro se stesso, rimarrà straordinario e indimenticabile. E, a meno di altre sorprese, da parte de più anziani, Carreno Busta (29 anni) e Pospisil (30), avrà comunque un campione giovane, visto che Thiem ha comunque appena 26 anni.

Dominic Thiem

Per cui, pur passando per circostanze molto particolari, fors’anche, uniche, il tennis maschile ha voltato pagina verso il futuro.
Fino a prova contraria, da Roma a Parigi, sulla terra rossa della pazienza e della resilienza, non certo del bum-bum della nuova, velocissima, superficie di New York.
Rafa Nadal è già pronto per smentire tutti, con Djokovic, se il serbo si sarà leccato al meglio le ferite di quest’ultima esperienza di vita, con la motivazione di dimostrare al mondo che è molto molto migliore di una giornata di follia.
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