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Campioni internazionali

Il segreto di Medvedev svelato dai numeri

Punti vincenti messi a segno? Velocità di palla? Colpi incrociati o lungolinea? Nulla di tutto questo, uno studio sui dati dimostra che la forza del russo sta in un altro aspetto del gioco. Quello che può fare la differenza contro ogni avversario…

di | 10 settembre 2020

daniil medvedev

Daniil Medvedev è nato a Mosca l'11 febbraio 1996

È facile rimanere impressionati dai colpi da fondo campo del tutto poco ortodossi di Daniil Medvedev. Per capire bene che cosa rende lo spilungone russo così insidioso dalla riga di fondocampo, non bisogna concentrarsi troppo sui suoi gesti “sbracciati”.

Meglio piuttosto tenere l’occhio fisso sulla palla mentre attraversa come un raggio laser la rete e notare a quale profondità quella stessa palla rimbalzi.

Daniil fa estremo affidamento sulla profondità dei suoi colpi. Uno studio di Infosys ATP Beyond The Numbers sulla sua prima vittoria in un Masters 1000, quella a Cincinnati 2019, ha mostrato come il russo non perda mai, o quasi, la sfida sulla ‘profondità’ di palla.

Ebbene, far rimbalzare la propria palla il più vicino possibile alla riga di fondocampo avversaria è il modo migliore per forzare un errore. Già, perché chi deve ribattere a quel punto deve per forza di cose o arretrare oppure accorciare il proprio movimento per avere un corretto timing sulla palla. Molto spesso però, in quella situazione, non si riesce a fare né l’una né l’altra cosa, e così si commette un errore.

COLPI PROFONDI

In quel torneo di Cincinnati, eccezion fatta per la prima vittoria contro Kyle Edmund in cui entrambi i giocatori avevano mantenuto l’85% dei loro colpi oltre la linea del servizio avversario, nelle restanti partite Medvedev aveva fatto registrare numeri ben superiori ai suoi avversari.

Il russo è rimasto sempre attorno a quel fatidico 85%, mentre chi gli giocava contro non è andato in media oltre il 79%.

Medvedev ha costruito la sua crescita e il suo gioco sulla profondità di palla

Vincenti ed errori gratuiti

Molti associano il fatto di mettere a segno più colpi vincenti col vincere più partite. Ma non sempre è così. Medvedev ha messo a segno meno vincenti del suoi avversari in tutte le partite che lo hanno portato a quel titolo.

In 4 dei 6 match disputati, i winners di Medvedev non hanno toccato la soglia della doppia cifra. Il punto è che è stato bravissimo a commettere meno errori gratuiti, il 41% (103 su 250) e soltanto una volta, contro Djokovic, era stato più falloso di un suo avversario (24-19).

Incrociato e lungolinea

Lo stesso studio ha messo in evidenza anche che quasi due colpi su tre, considerando sia quelli di Medvedev che quelli dei suoi avversari, erano sulla traiettoria incrociata, e solo un terzo dei colpi è stato giocato lungolinea.

Il russo ha giocato incrociando il 63% dei suoi colpi, e solo il 37% in lungolinea, la stessa percentuale combinata dei suoi avversari di turno. Nessuna differenza.

La velocità di palla

Anche se Medvedev ha giocato in modo decisamente più profondo (come abbiamo visto l’85% dei suoi colpi ha superato la riga del servizio contro il 79% dei suoi avversari), la sua velocità di palla media è stata leggermente inferiore con entrambi i fondamentali.

Velocità di palla media col diritto

  • Medvedev = 115,87 km/h
  • Avversari = 117,48 km/h

Velocità di palla media col rovescio

  • Medvedev = 104,6 km/h
  • Avversari = 106,21 km/h

Come evidenziano questi numeri, dunque, Medvedev ha costruito la sua crescita e il suo gioco sulla profondità. È questo il gioiello più prezioso del suo tennis, l’arma con la quale può fare la differenza contro chiunque.

Nel 2019 Medvedev ha raggiunto la finale degli Us Open

* Craig O'Shannessy, consulente dell'Atp, della Federazione Italiana Tennis, di Novak Djokovic, è il maggiore esperto mondiale di Match Analisys, di cui tratta sul suo sito Brain Game tennis

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