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Superando in tre set l'astro nascente americano "Coco" Gauff la spagnola approda per la quarta volta negli ottavi degli Internazionali d'Italia. Garbiñe ha vinto Roland Garros, Wimbledon ed è stata pure sul trono mondiale ma da lei ci si aspetta sempre di più...
di Tiziana Tricarico | 17 settembre 2020
Fa parte delle brave (e belle) che potrebbero dare di più Garbiñe Muguruza. Anche se può sembrare follia così definire una che ha vinto Roland Garros, Wimbledon ed è stata pure sul trono mondiale. Il problema è che dalla valchiria di Caracas, che il prossimo 8 ottobre spegnerà 27 candeline, ci si aspettava, e ci si aspetta molto di più. Il suo tennis aggressivo è fatto per comandare gli scambi ma necessita di una perfetta condizione fisica per ammortizzare gli alti e bassi di concentrazione da sempre cruccio della spagnola.
Alla ripartenza dopo il lock-down ha dovuto saltare sia Lexington che il “Western and Southern Open” per un problema alla solita caviglia sinistra mentre agli Us Open è uscita di scena già al secondo turno per mano della bulgara Pironkova, poi approdata in semifinale.
Intanto però a Roma Muguruza è approdata agli ottavi per la quarta volta, in sette partecipazioni. Anche se non è stata una passeggiata: come spesso le capita, infatti, Garbiñe si è complicata abbastanza la vita.
Al secondo turno la 26enne di origini venezuelane, n.17 WTA e nona favorita del seeding, ha battuto 76(3) 36 63, dopo quasi due ore e mezza di lotta, la statunitense Cori “Coco” Gauff, n.53 del ranking, alla sua “prima volta” in un torneo così importante sulla terra.
Nel loro primo confronto “Coco” prova subito l’allungo (3-1) ma si fa riprendere concedendo il contro-break a zero (3-3). Aggrappate ai rispettivi turni di servizio Gauff e Muguruza si giocano tutto al tie-break dove Garbiñe fa valere la sua maggiore esperienza e, dopo essersi fatta recuperare dall’1-3 al 3 pari infila gli ultimi quattro punti.
La 16enne afroamericana prende un break di vantaggio anche nel terzo gioco della seconda frazione, concedendo il bis nel quinto e salendo 4-1. Muguruza recupera uno dei due break e si riavvicina (4-3) ma Gauff si rimette a spingere, capisce che non deve far giocare da ferma la spagnola e pareggia il conto dei set (6-3).
Americana sugli scudi anche in avvio di frazione decisiva: centra il break con la complicità di Muguruza che sotterra la volée di rovescio (2-0). Garbiñe reagisce immediatamente (4-2) e difende il vantaggio fino al definitivo 6-3.
Due volte semifinalista a Roma - nel 2017 costretta al ritiro contro la Svitolina (poi vincitrice del titolo) e nel 2016 fermata da Madison Keys - Muguruza giovedì si giocherà un posto nei quarti con la britannica Johanna Konta, n.13 del ranking e 7 del seeding, finalista dodici mesi fa: in parità il bilancio dei precedenti (2-2) ma le due non si sono mai affrontate sulla terra.
“Ha vuelto”: con due semplici parole (“E’ tornata) il quotidiano spagnolo “AS” ha salutato il suo ritorno su palcoscenici importanti con la finale raggiunta a Melbourne, dove contro Kenin è andata davvero vicino a vincere il suo terzo trofeo Major. In generale il 2020 è sato il suo miglior inizio di stagione di sempre visto che in cinque tornei di fila ha raggiunto almeno i quarti. La scelta definitiva in favore di Conchita Martinez (già al suo fianco nel trionfo a Wimbledon 2017) come coach al posto di Sam Sumyk, maturata lo scorso novembre, si è rivelata azzeccata e dopo due stagioni in cui, anche a causa di ripetuti infortuni, aveva recitato il ruolo di comparsa, nemmeno molto brillante, eccola di nuovo protagonista.
A frenarla, però, è sempre un atteggiamento in campo spesso negativo, lei che è stata anche in vetta al ranking per 4 settimane e che è stata (ed è) la prima e unica giocatrice ad aver battuto entrambe le Williams sisters in una finale Slam: Serena a Parigi 2016, Venus a Wimbledon 2017.