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Campioni internazionali

Popyrin: l’ultimo nipotino della madre Russia sogna da… Hewitt!

Il primo accesso ATP Tour a Singapore lancia il 21enne australiano, già campione del Roland Garros juniores: gran servizio, sta imparando le armi del suo idolo che segue dai 4 anni…

di | 01 marzo 2021

Alexei Popyrin

Tutta la gioia di Alexei Popyrin (foto Getty Images)

Radici della madre Russia, papà sponsor-maestro-imprenditore, due metri d’altezza, gran servizio, nuova freddezza nei tie-break (5/5), nel salvare quattro match point e nel recuperare set di svantaggio, a 21 anni Alexei Popyrin gira a Singapore la prima boa ATP Tour, conquista cioé il primo titolo, infilando avversari molto più quotati  come Cilic e Bublik.  

Alexei ha il tennis nel sangue, nato a Sydney da genitori russi, Alex ed Elena, a 4 anni tratteneva eroicamente il sonno sulle tribune della Rod Laver Arena mentre quel diavolo di Lleyton Hewitt combatteva col coltello fra i denti fino alle 4 e mezza del mattino contro Marcos Baghdatis agli Australian Open 2008. A 7 anni si trasferiva a Dubai per seguire il lavoro del padre, a 9 si spostava ad Alicante, in Spagna, dove faceva amicizia con Alex de Minaur, il primo allievo proprio di Hewitt, il suo idolo. 

Tanto che oggi, nel momento più bello della giovane carriera, il suo primo pensiero è proprio per il capitano di coppa Davis, l’ex Lleyton il selvaggio che oggi è l’esempio di tanti, il collante di un bel gruppo di ragazzi: “Voglio essere ricordato come lui, voglio dare tutto me stesso appena metto  piede in campo”.

Anche se, come confermano i 59 ace che mette giù nella settimana magica di Singapore, Alex ha il colpo del ko e quindi un gioco molto diverso da quello costruito con pazienza da fondocampo di Hewitt: “Ma lui era un tale guerriero, un tale lottatore, un esempio, vorrei essere così, anche se so che ho davanti ancora tanto duro lavoro da fare”.

Popyrin, primo campione australiano del Roland Garros juniores nel 2017, dopo Phil Dent, John Newcombe, Ken Rosewall e Roy Emerson, come tante altre giovani promesse, è stato aiutato finanziariamente e tecnicamente da Patrick Mouratoglou. “Ha un gran potenziale, il Roland Garros è il torneo juniores più difficile da vincere e lui sa come si fa, è una qualità molto importante che promette vittorie molto più importanti”, diceva il coach di Serena Williams che adesso ha coinvolto papà Popyrin nell’Ultimate Tennis Showdown (UTS), un circuito di cinquanta partite in cinque settimane estive alla Mouratoglou’s Tennis Academy, vicino Nizza, sulla costa Azzurra, per tener vivo il tennis di giocatori di livello medio ai tempi del Covid-19 e anche dopo.

Con un mini-circuito che aiuti gli atleti anche a reperire punti in classifica e premi per sostenere l’attività.

Il movimento di chiusura del servizio di Alexei Popyrin (foto Getty Images)

Alexei Popyrin con il primo trofeo ATP vinto in carriera a Singapore (foto Getty Images)

Popyrin sta trovando solo ora un po’ di ritmo, dopo il lockdown che, confessa, ha trascorso “dormendo”, tanto che al risveglio si è ritrovato vuoto di energie e anche più magro, e ci ha messo un po’ a ritrovare la forma fisica.

A Singapore ha trovato la settimana magica: prima aveva vinto appena 18 partite sul Tour senza mai toccare i quarti di finale, ora, in un colpo solo, balza dal numero 114 della classifica all’87, orgoglioso dei far felici i genitori che “tanto si sono sacrificati per me per portarmi dove sono, questo successo è al 100% loro”.

Alexei è maturato: “Il grande cambiamento è stato fisico, perché ho fatto una super preparazione invernale, e mentale, perché ho imparato a prendere un match alla volta, concentrandomi solo su quello, senza volare col pensiero già alle semifinali e alla finale. Sono riuscito a restare sempre calmo e positivo perché so che per perdere le opportunità che capitano devi star tranquillo. E finalmente la mia tenuta mentale è stata la migliore, soprattutto nei momenti topici come i tie-break, dove le opportunità sono così poche”.

I genitori si sono dedicati totalmente a lui e al fratello minore anch’egli tennista, trasferendosi nei tornei giovanili con un caravan sette posti: “Nonna, i miei due fratelli, mamma, papà, tutti sopra, insieme, abbiamo viaggiato dall’Italia alla Slovacchia, dalla Slovenia alla Spagna, dalla Francia a ovunque si giocasse un torneo. Così quelli della mia famiglia restano le persone che hanno più influenza in assoluto su di me”.

Popyrin è un grande tifoso anche di calcio e di basket. Tifa soprattutto per Tim Cahill e quindi per l’Everton perché il suo idolo giocava lì, e segue tutte le partite NBA, soprattutto dei Portland Trailblazers, con una passione per Damian Lillard. “Gioco anche’io a pallacanestro, ma sulla’ATP tour c’è gente come Kyrgsio, Kokkinakis e Monfils molto ma molto più brava”.

Che regalo merita il primo successo ATP Tour? “L’upgrade del biglietto aereo per tornare a casa dalla mia famiglia. Stavolta viaggio in business”. E che obiettivo ha l’ultimo tennista giovane legato alla madre Russia? “Mi ha dato molta soddisfazione leggere il servizio di Bublik nel terzo set della finale. Ecco la risposta è la mia nuova frontiera”. 

Dopo De Minaur, è nato un altro mini-Hewitt. Da Alex ad Alexei. Aspettando l’altro Popyrin, Anthony “che però al momento è un po’ infiammabile”. Qualità/difetto dei tennisti con l’anima.

L'esultanza di Alexei Popyrin (foto Getty Images)


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