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Davidovich Fokina vince la battaglia contro Ruud ed arriva per la prima volta agli ottavi al Roland Garros. Grande promessa junior ha trovato sé stesso allenandosi contro Djokovic a Malaga
di Vincenzo Martucci | 05 giugno 2021
Alejandro Davidovich Fokina è il meno spagnolo dei tennisti spagnoli. Vuoi per l’aspetto - capelli e barba biondi, carnagione chiara -, vuoi per il cognome davvero insolito per un iberico, che gli viene da papà Edvard (ex pugile mezzo svedese e mezzo russo) e mamma Tatiana (tutta russa), di sicuro per il gioco prettamente offensivo, sia pur da fondo, e creativo, con una insistita e deliziosa palla corta e con il cocktail di servizi, ora potentissimi, ora avvelenati di top spin, ora beffardi, colpiti da sotto, alla Kyrgios. Come quello che gli ha fatto salvare una drammatica palla-break nel quinto set della battaglia di quattro ore e mezza per domare il più spagnolo dei nordici, il norvegese Casper Ruud che s’ispira infatti a Rafa Nadal e studia alla sua Academy di Maiorca.
Il pubblico del Roland Garros ha adottato il ragazzo di Malaga, chiamandolo a gran voce “Foki-Foki” e spingendolo a chiudere la contesa al quinto match point per regalarsi per i 22 anni che compie oggi, 5 giugno, l’accesso agli ottavi al Roland Garros da accompagnare a quello agli US Open dell’anno scorso, e quindi ad una evidente maturazione psico-fisica dopo tante promesse, fra cui il titolo juniores a Wimbledon 2017.
Inserito nel team TopSeed guidato dall’ex pro italiano Corrado Tschabuschnig come altri talenti - da Dolgopolov (che s’è appena arreso agli infortuni, ritirandosi) a Basilashvili, da Bublik a Sonego, da Bolelli a Martina Trevisan -, Davidovich Fokina comincia ad avere più continuità come ha dimostrato quest’anno a Montecarlo, battendo De Minaur, Berrettini e Pouille per poi cedere per infortunio a Tsitsipas nei quarti, e quindi all’Estoril dove s’è fermato in semifinale contro Ramos Vinolas e soprattutto agli IBI di Roma, dov’ha passato le qualificazioni e in tabellone ha eliminato Dimitrov e Norrie per poi cedere solo a Djokovic al terzo turno, uscendo dal campo abbracciato amabilmente al numero 1 del mondo, col sorriso sulle labbra di chi si diverte a stare in campo e misurarsi con i propri limiti.
Proprio Nole è stato, secondo “Foki”, una delle chiavi decisive per sbloccarsi: “Io sono di Malaga, lui è venuto lì con la famiglia durante il lockdown, ci siamo allenati un bel po’ insieme e ne ho ricavato una grandissima esperienza. Mi ha reso tutto facile nel rapporto personale e nell’allenamento, soprattutto mi ha fatto imparare tantissimo nelle due ore che facevamo, durissime, colpendo tutte le palle al meglio. Allenarci insieme mi ha aiutato a capire dove fosse il mio gioco, mi ha anche messo in palla e ha dato quel ritmo che mi ha aiutato tantissimo subito dopo agli US Open”.
Il lavoro è stato tanto e in profondità anche con coach Jorge Aguirre: “Durante e subito dopo la quarantena abbiamo fatto un lavoro molto duro. Ci siamo concentrati sulla condizione fisica ma anche sul lato mentale. Perché è fondamentale essere mentalmente preparati durante la partita che giochi ma anche per la prossima partita, piuttosto che pensare a quelle ipotetiche, successive”. Con l’obiettivo, da numero 45 del mondo, di “entrare nei top 30, giocare in coppa Davis e ottenere un pass per l’Olimpiade”. Un obiettivo che Focki potrebbe raggiungere già battendo negli ottavi Federico Delbonis al Roland Garros.
Due curiosità. Il commento di Ruud dopo i cinque set con Foki: “È difficile giocarci contro perché non si sa mai davvero cosa verrà fuori dalla sua racchetta. Può produrre colpi estremamente buoni e vincenti impossibili, meravigliosi passanti e bellissimi drop shot. Ma può anche fare errori in serie, e clamorosi. Il quarto set è andato via veloce: io giocavo molto bene e lui era calato. Ma c’è stato ancora tanto equilibrio e battaglia, perché lui è tornato su parecchio”.
Il Davidovich Fokina fuori gara, è animalista e generoso: davanti ai circa 300 mila animali domestici che vengono abbandonati ogni anno in Spagna, sfruttando la sua visibilità, il quinto spagnolo dei “top 100” - il secondo più giovane dopo il sempre più sorprendente 18enne Carlos Alcaraz - ha lanciato il progetto adoptas.org per favorirne l’adozione.
Con quel suo sorriso dolce e semplice di chi con la racchetta che gli ha messo in mano papà quand’aveva appena 3 anni se la spassa ancora un mondo, inventando gioco e intrattenendo il pubblico e insieme il suo io intelligente e giocoso. Ecco Foki: lo stavamo aspettando.
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