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Il giovane talento che s’è affidato a Toni Nadal per puntare al numero 1 del mondo e il veterano argentino fuori forma e senza fiducia si sfidano in un secondo turno delicato per la stagione
di Vincenzo Martucci | 11 maggio 2021
Quando possono essere lontani e insieme vicini come tennisti e come esseri umani Felix Auger Aliassime e Diego Schwartzman? Il canadese e l’argentino si ritroveranno di fronte nelle loro diversità nell’unico secondo turno già definito degli IBI al Foro Italico di Roma, e per entrambe sarà uno snodo importantissimo della stagione. Felix, 21 anni l’8 agosto (lo stesso giorno di Roger Federer), papà del Togo e mamma canadese, alto e magro, fenomeno di precocità, titolare di grandi attese di un talento elegante che dentro il campo sa fare tutto e fuori suona anche il pianoforte, dopo sette finali ATP perse su sette, insoddisfatto del numero 21 del mondo, ha convinto lo zio più famoso del tennis, Toni Nadal, ad abbandonare il "buon ritiro” di Maiorca per fare il decisivo salto di qualità.
Diego, 28 anni ad agosto, lottatore dai piedi veloci alto appena 1.70, è esploso solo l’anno scorso disarcionando re Rafa I della terra rossa proprio a Roma dove s’è arreso solo in finale e solo a Djokovic e poi arrivando alle semifinali del Roland Garros infrangendosi contro il solito Nadal, non è più riuscito ad accendere quella fiamma agonistica di cui necessita per bruciare gli avversari.
Proprio l’anno scorso a Colonia, ma sul cemento, Diego ha domato Felix al terzo set, ma quell’unico precedente non fa testo. Non solo per il suo equilibrio, 6-4 5-7 6-4, e per via della superficie. Ora il canadese delicato che deve dimostrare di avere davvero voglia di soffrire e di sfruttare le possibilità tecno-fisiche è pesantemente motivato proprio dall’impegno preso col suo coach: se dovesse mancare, potrebbe subire un contraccolpo anche decisivo per la carriera.
Per questo il messaggio che gli arriva dal saggio di Maiorca è diretto: “Mi dice cose che sembrano semplici ma che non sono necessariamente facili da realizzare e sono anche le più importanti su cui bisogna lavorare”. Basteranno queste parole a dare un’anima al ragazzo dolce che piace a tutti? Di certo Felix sta subendo un’ulteriore enorme pressione, forse la più grane di sempre, sin dagli 11 anni, quando ha cominciato a vincere, salendo alla ribalta col titolo di doppio agli US Open juniores 2015 e poi quello di singolare sempre a New York nel 2016.
Zio Toni l’ha apprezzato da subito, anche per il comportamento in campo e fuori, con la convalida del giudizio di Rafa. Tanto da puntare decisamente le sue fiches sulla nuova scommessa per un progetto ambiziosissimo: “Speriamo nel futuro che competa coi più forti e che diventi numero 1 dle mondo. Non ho dubbi che possa riuscirci”.
Nato sul cemento, finora, pur accompagnato da zio Toni, Aliassime non ha avuto grandi riscontri sulla terra rossa dove ha perso due delle sette finali ATP (a Rio e Lione 2019): quest’anno, è stato eliminato subito a Montecarlo da Garin, al terzo a Barcellona da Tsitsipas (dopo aver superato Musetti e Shapovalov), e ancora d’acchito a Madrid da Ruud.
Soprattutto, Aliassime continua ad accusare pause importanti: anche al via di Roma, ha battuto Krajinovic ma è stato costretto al terzo set dopo aver servito per il match nel secondo parziale. Povero ragazzo, ha addosso anche gli occhi del famoso Rafa, e l’amico del cuore, Denis Shapovalov, è a sua volta in ombra da un po’ e non gli ruba più i riflettori della critica.
Ma se, alla vigilia dello scontro di Roma, Felix Auger Aliassime ha i suoi problemi, Diego Schwartzman non scherza. Semplicemente, da giocatore costruito e senza colpi risolutivi che deve sempre lavorare il doppio su ogni “15” col perenne rischio che l’avversario gli cancelli tutte le trame da fondocampo con un solo passaggio di spugna, il piccolo argentino è andato fuori giri dopo il 2020 da favola.
E sembra più dimesso che mai, soprattutto nel suo regno della terra rossa: quest’anno, in quella - minore - sudamericana, in “ATP 250” ha perso da Ramos Vinolas nel secondo turno di Cordoba e ha vinto Buenos Aires contro Cerundolo, poi a Montecarlo s’è arreso subito a Ruud e con un netto 6-3 6-3, a Barcellona ha lottato molto di più ma ha comunque perso al terzo set contro Carreno Busta, così come a Madrid contro Karatsev, quando però si è spento alla distanza.
Il suo morale non può essere alle stelle, la cambiale di punti in classifica di Roma gli metterà sicuramente altra pressione, così come il giudizio degli avversari. Dov’è finito il terribile “Schwartzy”? A Roma l’ardua sentenza.
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