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Il 28enne bad boy australiano, ex grande promessa mondiale, ha superato le qualificazioni a Doha dimostrando quell’impegno che spesso gli è mancato: “Se rimango concentrato valgo anche i top 10”. Alla vigilia del torneo è però tra i 72 sottoposti alla "quarantena" più dura, quella che impedisce di uscire dalla propria stanza
di Vincenzo Martucci | 18 gennaio 2021
In un torneo come gli Australian Open che l’8 febbraio parte già viziato nella forma e nella sostanza dai problemi del coronavirus ci sta benissimo un’altra variante anomala come Bernard Tomic. A 28 anni, l’australiano, già campione di due Slam juniores e poi di 4 tornei ATP, dove nel 2016 è arrivato al numero 17 del mondo mentre oggi è addirittura 228, ha superato le qualificazioni della prima tappa stagionale dello Slam e rigiocherà un Major dopo un’assenza che dura da Wimbledon 2019.
Nato a Stoccarda, cresciuto dai tre anni in Australia, della quale ha abbracciato la bandiera, il bizzoso ragazzone di 196 centimetri dalle grandi qualità fisiche e tecniche ha avuto una marea di problemi, a cominciare dal rapporto col durissimo padre, il croato Ivica Tomic, ex calciatore, che l’ha allenato da sempre. Mentre la madre, Adisa, scienziata in ambito biomedico e figlia dell'avvocato e atleta Osman Vatic, uomo di spicco nella comunità bosniaca, è stato uno dei principali bersagli della pulizia etnica durante le guerre balcaniche.
A-Tomic, com’è stato soprannominato quand’è esploso, precocissimo, ha ripudiato più volte la Federtennis aussie, i suoi tecnici e i suoi dirigenti ed è entrato in rotta perenne coi media dopo atteggiamenti e dichiarazioni sprezzanti, per poi sparire dai radar dell’agonismo. Riemergendo qua e là sulla ribalta passando dalla porta di servizio dei gossip: vuoi per difendersi dalle accuse di una sedicenne di averle proposte di assumere cocaina, vuoi per aver abbandonato “L’isola dei famosi” e infine per una foto in cui mordicchia il fondoschiena dell’ultima fiamma, la bellissima e procace influencer Vanessa Sierra, star di “Love Island”.
L’anno scorso Tomic ha chiuso malissimo l’ennesima stagione negativa perdendo nel secondo turno del Challenger contro Alexandar Vukic, numero 244 del mondo, aggiudicandosi in tutto l’anno appena tre partite in cinque tornei. All’alba del 2021, si è però ripresentato a Doha per le qualificazioni degli Australian Open di Melbourne, fiero del pieno impegno nel tennis sottolineando di aver “rischiato la vita” per giocare in Medio Oriente.
“Sono venuto a Doha, mettendo a repentaglio la salute: il Covid è in circolazione, ci sono molti malati e molte cose possono andare male. Ma ho giocato, sono rimasto a galla proprio per centrare la qualificazione, anche se non sapevo proprio che risultato attendermi visto che ho ripreso gli allenamenti appena due mesi fa e non sarò mai il giocatore che si allena 5/6 ore al giorno, né ne ho bisogno. Il gioco me lo sono già costruito tanti anni fa, ora devo soprattutto stare concentrato, fare le cose giuste e restare lì con la testa. Perché se ci riesco, sono sempre un top 30, magari anche 20 o anche 10”, ha detto l’unico australiano che è riuscito ad entrare in extremis in tabellone. Che poi ha quasi rovinato tutto toccando un argomento sul quale tempo fa era scivolato clamorosamente avvalorando tutti quelli che lo accusano da sempre di scarso impegno: “Non ho bisogno di giocare di nuovo a tennis, ho abbastanza soldi“. Facendo riferimento ai sei milioni di dollari di premi che ha guadagnato sull’ATP Tour.
A Doha, Tomic non poteva essere in condizioni ottimali, anche perché gli mancano sicuramente le partite, ma si è imposto sempre in tre set, contro Kovalik, Schoolake e John Patrick Smith.
Lui stesso si è definito “fisicamente giù”, con problemi alla schiena, stringendo i denti come non faceva da tempo, salvando un match point nel secondo incontro e reagendo nell’ultimo quando è stato a due punti dal tracollo, sul 4-5 15-30, con una palla contestatissima dal connazionale, prima della conclusione dopo quasi tre ore al tie-break. “Ho finito le qualificazioni molto stanco ma anche molto contento, non ero mai stato così stanco, alla fine non riuscivo più a portare i colpi. E’ stata dura, ma ho lottato e lottato su ogni punto. Avrei voluto giocare un po’ più aggressivo ma quando il fisico non c’è diventa difficile essere aggressivi. Ho giocato tantissimo tennis, ora devo trovare il modo per recuperare la condizione fisica”.
Il “vecchio” Tomic è entrato per tre volte fra i migliori 16 di Melbourne, quello “nuovo”, che si aggiunge ai connazionali Alex De Minaur, John Millman, Nick Kyrgios, Jordan Thompson, James Duckworth, Christopher O'Connell, Marc Polmans, Alex Bolt, Aleksandar Vukic e Thanasi Kokkinakis, torna a giocare lo Slam di casa dove non passa il primo turno dal 2017.
E, curiosamente, chiede aiuto per la prima volta ai media, anche se lo fa a modo suo: “Chiedo a voi che scrivete cose brutte di me: ora che mi sono qualificato per uno Slam, che cosa dovreste scrivere? Non credo che siate stati sempre giusti nei miei confronti nell’ultimo mezzo decennio, o decennio. Se vi piaccio e siete miei fans, scrivete bene”.
Per riaccreditarsi in positivo, Tomic dice: “La pausa per la pandemia mi ha ricaricato. Erano dieci mesi che non salivo o che solo vedevo un aereo. Paradossalmente questa è stata la cosa migliore per me perché trascorrere tanto tempo in viaggio era diventato sempre più difficile, ora mi sento riposato, sono pronto e mi sono dato la possibilità di giocare per diversi anni, magari sette. Sicuramente non posso giocare fino a 39 come fanno alcuni del circuito ma, chissà, potrei arrivare a 35 anni. Magari rientro nei top 100, magari nei 50…”.
Un giorno potrebbe mai coronare il vecchio sogno di conquistare Wimbledon dove nel 2011 è arrivato nei quarti? “Probabilmente no”, ha ammesso onestamente il talento australiano. “Non ci posso riuscire con il livello dei giocatori che c’è in giro oggi. E’ davvero difficile vincere un torneo del Grande Slam. Però ho la possibilità di giocare bene in uno Slam, questo sì”.
Appuntamento a Melbourne.
P.S. Sulla via del ritorno a casa la sorte ha giocato un brutto scherzoa Bernard Tomic, mettendolo su un aereo dove potrebbe essere venuto a contatto con un altro passeggero (di cui non è stata resa notoa l'identità) risultato positivo al Covid-19. E' dunque indicato tra i 72 giocatori che dovranno rimanere isolati nelle loro stanze per due settimane, senza potersi allenare, in vista degli Open. Un'altra prova da superare per il rientrante Bernard (n.d.r.)
Ferreira Silva was indeed in that Doha flight too.https://t.co/GeGBxyQmEv https://t.co/jYJRfZvFnw
— José Morgado (@josemorgado) January 17, 2021
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