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Nel 1972 Billie Jean King vinse il suo unico Roland Garros. Un traguardo celebrato sul Philippe Chatrier. Simbolo di battaglie per l'uguaglianza di genere, riceverà la Legion d'Honneur all'Eliseo
di Alessandro Mastroluca | 02 giugno 2022
A cinquant'anni dal suo unico trionfo in singolare al Roland Garros, Billie Jean King è tornata sul Philippe Chatrier. In una cerimonia incastonata tra le due semifinali femminili, Martina Navratilova, Gabriela Sabatini, Francesca Schiavone e Mats Wilander hanno omaggiato King per il trionfo nel 1972 e per il suo ruolo di pioniera nelle battaglie sportive per l'uguaglianza di genere. E domani, venerdì 3 giugno, il presidente francese Emmanuel Macron le consegnerà la Legion d’Honneur all'Eliseo per la sua lotta in favore dell'inclusione e dei diritti delle persone LGBTQ nello sport.
"Sono più fiera di quanto fatto fuori dal campo di quello che ho ottenuto come atleta - ha detto King -, anche se vincere tornei dello Slam e arrivare al numero 1 del mondo non sono risultati così brutti. Ma il tennis era la mia piattaforma, sapevo che se fossi diventata la migliore giocatrice del mondo, avrei potuto far sentire meglio la mia voce. Sapevo che tutto questo era difficile per me in quanto donna, ma sarebbe stato ancora più duro per le mie colleghe di colore. Avevo l'opportunità di rendere il mondo un posto un po' migliore e da allora questo principio ha guidato tutta la mia vita”.
Il 1972 è un anno chiave nella sua storia. Diventa celebre e sempre più militante, sempre più attiva con le organizzazioni che si battono per l'uguaglianza di genere. Dal 1970, è la figura di riferimento per le Original Nine, le nove tenniste che hanno dato vita al primo torneo e al primo circuito professionistico di tennis solo femminile. Il primo nucleo di quel riconoscimento che poi sarà sancito con la fondazione della WTA, da parte della stessa King, prima di Wimbledon nel 1973.
Il Roland Garros non è il suo torneo preferito, in quattro precedenti partecipazioni è arrivata al massimo in semifinale nel 1968, la prima edizione "open", aperta a dilettanti e professionisti nella storia del torneo. Le condizioni però appaiono subito favorevoli.
Margaret Court, la sua grande rivale, è in maternità. Chris Evert, semifinalista allo US Open l'anno prima, è una studentessa delle superiori e ha deciso di non andare a Parigi. King si mette in marcia e non perde un set. Vince contro Valerie Ziegenfuss negli ottavi, contro la britannica Virginia Wade nei quarti e la tedesca Helga Niessen Masthoff, che l'aveva battuta due anni prima, in semifinale.
Nella sfida per il titolo la attende l'australiana Evonne Goolagong, testa di serie numero 1 e campionessa in carica. King domina la finale 63 63, poi andrà a vincere anche Wimbledon e lo US Open quell'anno.
Billie Jean King: una regina rivoluzionaria
"Sono nata e cresciuta in California e lì non ti insegnano a scivolare,. Ma col tempo giocare sulla terra mi era diventato naturale - ha detto in un'intervista per il magazine ufficiale del Roland Garros -. Vincere questo torneo era ed è un sogno per chiunque, anche per me che non ero una specialista della terra battuta. Anche se la geometria, le palle corte, l'estetica in un certo senso facevano parte del mio gioco".
In questi cinquant'anni, ha aggiunto, "il Roland Garros è forse lo Slam che è camnbiato meno come spirito rispetto ad allora. La storia ha lasciato il segno, e si vede ancora oggi".
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