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Campioni internazionali

Capolavoro Jannik: ha rivolto Kyrgios contro se stesso

Sinner gioca la più bella partita della sua carriera mescolando unendo tecnica, tattica, fisico e intelligenza psicologica. Annientato il genio australiano che alla fine gioca contro l’arbitro e se stesso (ora rischia la squalifica). Variazioni a ogni palla, alla Federer

di | 29 marzo 2022

Jannik Sinner ha cambiato allenatore dopo gli Open d'Australia. Dopo 7 anni con Riccardo Piatti ora è seguito da Simone Vagnozzi

Jannik Sinner ha cambiato allenatore dopo gli Open d'Australia 2022. Dopo 7 anni con Riccardo Piatti ora è seguito da Simone Vagnozzi

Un capolavoro nel tennis? Prendete la registrazione di Sinner- Kyrgios da Miami 2022 e dedicategli una saletta al Museo della racchetta. Mandatela in loop. Chi volesse capire a che cosa serve imparare bene la tecnica, prepararsi al meglio fisicamente, studiare le tattiche di gioco e la psicologia, propria e dell’avversario, guardare mille partite per estrarne il senso del gioco, potrebbe sedersi lì e trovare tutte le risposte (intanto il match è in replica su SuperTennis alle 14.00).

Jannik Sinner ha mostrato sul Grandstand dell’Hard Rock Stadium come si disinnesca una bomba usando un Head bianca e nera anziché delicate forbicine, ha dato lezione di tennis a uno dei tennisti più talentosi del circuito, ha fatto ricomparire sul campo lo spirito di Roger Federer, quella sua capacità unica di giocare ogni palla in un modo diverso, con un effetto diverso e un senso diverso.

Sempre lucido, sempre a tempo, di testa e di gambe, nel costruire una rete di giocate violente o morbide, diritte al centro del campo o incrociate con gli angoli più stretti. Nella quale Nick la peste (uno che aveva lasciato solo 6 giochi a Fabio Fognini nel turno precedente e solo 3 a Andrey Rublev, n.7 del mondo, in quello ancora prima) e finito impigliato, mani, piedi e testa.

Non doveva finire così, nei pronostici. Anzi Sinner avrebbe dovuto subire sia sul piano della personalità, sia su quello del gioco, dove la violenza del servizio dell’australiano e le sue improvvise accelerazioni non avrebbero dovuto favorire il suo tennis, basato sul ritmo pesante da fondocampo.

E invece Jannik ha dominato il campo lasciando che un Kyrgios sempre più incapace di trovare una strada per prendere in mano la partita cominciasse a prendersela con il mondo e poi con l’arbitro. A qualcuno doveva pur dare la colpa della sua impotenza. E ha finito per rivolgere il suo essere Nick Kyrgios contro se stesso. Capolavoro assoluto di Jannik Sinner.

Ha cominciato ad applicare il suo piano al primo “quindici”: doppio fallo. Non è una battuta: sapendo che Kyrgios si sarebbe piazzato a rispondere appena fuori dalla riga di fondo per rubare tempo sulla “prima” ed eventualmente attaccare deciso sulla “seconda”, Sinner ha scelto di spingere forte anche quest’ultima. A costo di commettere qualche doppio fallo (alla fine sarebbero stati 5).

Poi si doveva spingere forte sì, ma variando sempre, senza aprire angoli inutili e disposti anche a difendere, a rincorrere ogni palla rimandandola di là anche a bassa velocità. Perché Nick non sempre è preciso quando deve accelerare una palla con poco peso. E se sbaglia si innervosisce.

Deve essere stato un incubo per l’australiano trovarsi di fronte uno che lo scimiottava, giocava come lui. Doversi guardare in uno specchio e scoprire che l’altro sé, quello che non riusciva a dominare e lo stava tirando scemo,picchiando forte quando lui picchiava e ammorbidendo il colpo quando lui lo ammorbidiva, era il suo contrario: incarnato pallido altoatesino, capelli rossi, atteggiamento glaciale, anche quando sbagliava qualche palla grossolana.

Tutto facile? Niente affatto. Solo Nick sa giocare come Nick. O qualcun altro che ha un bagaglio di soluzioni così ampio da poter giocare “alla Nick”. Prima di stasera ne conoscevamo uno solo: si chiama Roger Federer e al momento sta facendo rieducazione al ginocchio dopo una carriera da 20 Slam e infiniti capolavori.

Ora, non senza una discreta pelle d’oca, possiamo dire che c’è qualcuno che sta seriamente studiando le sue orme. E ne ha dato una prima, spettacolare dimostrazione.

Ha retto nel gioco e nel punteggio nel primo set, la fase della costruzione di questa gabbia psicologica in cui chiudere l’avversario che soffre di claustrofobia. Era fondamentale non farsi staccare, tenere alta la tensione. Il tappo nella testa di Nick è saltato già sul 4-4.

E’ bastato che sbagliasse un appoggio semplice, dopo uno scambietto “bastardo”, e via: oscenità udibile. L’esperto arbitro Carlos Bernardes non ha esitato un secondo. Da lì è stata tutta una corrida, con Kyrgios che scuoteva il testone disegnato, più rasato ai lati, con una doppia scriminatura che si incrocia sulla nuca a disegnare una “X”.

Nick è nervosissimo quando il walkie talkie di Bernardes gracchia sul 40-15 per Sinner che sta per servire. “E’ impossibile che succeda una cosa così al 4° turno di un torneo come Miami” declama ad alta voce al cambio di campo.

E’ andato fuori di testa: sbaglia una smorzatina di diritto a uscire, fa doppio fallo: 0-30. Poi purtroppo Sinner mette fuori la risposta, su una ‘seconda’ floscia, e la risposta lungolinea sul successivo serve and volley finisce in rete. Segue servizio slice velenoso da destra con Sinner che non riesce a rispondere e successivo ace al centro.

Si va al tie-break, con gli ultras del giocatore di Canberra che rumoreggiano: con Nick in campo in campo Bernardes ha difficoltà a mantenere… l’ordine pubblico.

Primo punto del tie-break, serve Sinner: prima palla in pancia, vincente.

Quando Kyrgios sbaglia il diritto che porta Sinner 3-1, tira a terra la racchetta con la “tecnica Roddick”, cioè di faccia e non di taglio, e quella per sua fortuna non si rompe. Gli sarebbe costata un penalty point. Sul 4-2 però fa doppio fallo.

Sul 5-3, ecco un’altra intemperanza verbale di Nick, un insulto, che gli costa la seconda ammonizione e il penalty point: 6-3. Jannik non si fa pregare e chiude la prima partita.

“Stavo parlando con un mio amico” gli urla Kyrgios. E Bernardes risponde: "No, stavi parlando di me”. Allora Nick lo provoca: “Adesso che cosa mi dai?”. E spacca la racchetta per terra. Dopo un’ora e 5 minuti, al cambio di campo di fine set, arriva anche il “penalty game”. E Sinner va a servire nella seconda partita già in vantaggio 1-0.

Kyrgios schiuma rabbia e alza il livello. Jannik la peste, continua la sua tattica: quella dell’occhio per occhio, dente per dente. Sale anche lui: un capolavoro. Una giocata più bella dell’altra. Morbida o violenta, al bisogno.

Nick è sempre più furioso. Da un certo momento in poi gioca solo contro l’arbitro, perché contro Sinner non c’è niente da fare: è un 7-6 6-3 senza 'se' e senza 'ma'. Standing Ovation.

P.S. Da Miami giunge notizia che Kyrgios, dopo i fatti del match con Sinner, rischia una sanzione pesante.

L’australiano è infatti reduce da una multa di 19.000 dollari per le intemperanze durante il match di due settimane fa a Indian Wels contro Rafael Nadal, perso in tre set tiratissimi. Durante la partita, arbitrata anche in quel caso da Carlos Bernardes, l’australiano diede in escandescenze e a un certo punto sbatte via la racchetta rischiando di colpire un raccattapalle.

Una nuova multa è praticamente sicura ma si parla anche di possibile squalifica. Nick, che ha già annunciato che salterà la stagione sul “rosso” (superficie sulla quale non se la cava benissimo), ha disputato soltanto 11 tornei negli ultimi 12 mesi.

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