Chiudi
Caroline Garcia, talento ritrovato dopo l’esplosione del 2018, brilla battendo Gauff all’esordio alle WTA Finals malgrado lo strano e improvviso addio da coach Perret proprio alla vigilia del Super8 di Fort Worth
di Vincenzo Martucci | 02 novembre 2022
Papà non la manda mai sola. Nei giorni in cui circolano inquietanti sul web le immagini dell’ennesimo padre padrone del tennis donne che scalcia la figlia su un anonimo campo di tennis, sotto i riflettori delle WTA Finals di Forte Worth tornano alla ribalta un altro papà ed un’altra figlia ben più noti, Caroline Garcia e Louis Paul. E lo fanno col solito risultato emotivo più inatteso: vincendo senza problemi all’esordio contro la beniamina di casa Coco Gauff malgrado la tempesta della vigilia del Super8.
SVOLTA
Vai a entrare nelle magiche alchimie di questi rapporti parentali, impregnati di amore, riconoscenza e profonda, intima, conoscenza l’uno dell’altra. Di certo, la francese, numero 4 del mondo nel settembre 2018, transitata dal n.74 di gennaio al n.6 di oggi, talento tecno-fisico di eccellenza, influenzato più volte nell’esplosione proprio dal troppo rigido controllo emotivo e relazionale di papà, vive l’ennesima situazione anomala.
E’ tornata protagonista al vertice all’improvviso con coach Bertrand Perret negli ultimi 11 mesi, ritrovando la verve offensiva che sembrava aver perso per sempre, ma lo ha visto andar via clamorosamente il 28 ottobre, alla vigilia del super torneo di fine stagione con le prime 8 del mondo, proprio l’appuntamento-premio del grande lavoro insieme. Dove “Caro” ritorna addirittura dopo 5 anni, sulla spinta di 3 titoli, la semifinale agli US Open, un nuovo urrà in doppio al Roland Garros con la vecchia compagna Kristina Mladenovic, un primo successo in un WTA 1000, la stagione più proficua dal magico 2017, quando il giocattolo si era rotto all’improvviso. Che è successo con l’ex guida di Peng Shuai e di Ons Jabeur? Eppure le aveva aperto gli occhi fino al punto di farle dichiarare: “Quello che amo è il tennis proiettato in avanti, ed è più chiaro che mai nella mia testa”.
ABBANDONO
Bloccato da chissà quali postille contrattuali, Perret, cui era stato imposto di non parlare mai ai media, aveva concesso all’Equipe: “Nelle ultime settimane ci sono stati dei problemi che hanno finito per guastare l’atmosfera e ho preferito fermarmi. Faccio questo mestiere per piacere e ne ho provato meno. Non ho alcun problema con Caroline e sono contento per lei”. Adieu. Anche se Caroline si è detta “sorpresa” e ha ringraziato il coach “per tutto il lavoro fatto assieme”, anche se ha specificato che “papà ha apprezzato il nuovo ruolo manageriale, fuori dal campo, che funziona, e continuerà così” la sensazione dei più è che Perret fosse diventato troppo autorevole per il troppo ingombrante papà.
Di certo, ancora una volta quando sembrava che la ragazza avesse tagliato il cordone ombelicale è stato invece il tecnico a salutare la compagnia ed è stato papà a riprendere in mano le redini del progetto. Richiamando come coach l’argentino Juan Pablo Guzman, ex numero 100 del mondo che aveva fatto parte del team l’anno scorso dopo un primo tentativo con Gabriel Urpi, già guida storica di Flavia Pennetta.
PRESSIONE
Di certo, Caro ha cominciato ad accusare la tensione del successo quando papà è riapparso, a New York, ha rivisto i fantasmi della bestia nera da junior, la Jabeur, dopo aver dominato cinque avversarie in due set, in ultimo proprio Coco Gauff, ha perso troppo nettamente la semifinale degli US Open che sembrava alla sua portata. E non ha più brillato.
Ha perso subito con Shuai Zhang a Tokyo mancando un match-point e con Collins a San Diego, e al secondo turno di Guadalajara contro Stephens.
”Sì, dopo New York c’è stato un colpo d’arresto. Per tutto l’anno mi sono concentrata sulle mie intenzioni di gioco e questo mi ha sciolto, facendomi giocare davvero bene. Poi forse mi sono messa troppa pressione da sola per fare troppo bene. Sono stata un po’ troppo perfezionista”.
Insomma, è arrivata stanca di testa e ha vissuto male l’estate americana che sfocia proprio nel Super8 di Fort Worth. Dove s’è ripromessa: “Devo giocare, libera, il mio gioco aggressivo, e recuperare fiducia. Perché così faccio più male alle avversarie, mi diverto io e faccio risultato. L’obiettivo è ritrovare lo spirito giusto, godermi il momento. Perché è così che do il massimo”.
Contro Gauff era nella situazione ideale, tirando a tutto braccio tutte e due, senza pensare troppo e poi trovando le soluzioni di varietà e anche di tocco, a rete, che hanno spezzato le gambe alla baby prodigio a stelle e strisce. Con la quale ora il bilancio è 2-2. Contro la numero 1 Swiatek, che ha battuto quest’anno a Varsavia, come reagirà alla pressione “Caro”, col pugno del ko ma dai nervi delicati?