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Campioni internazionali

Nitto ATP Finals, la corsa a 4 (tra giovani) per gli ultimi 2 posti

Il 22enne Casper Ruud, per creare la sorpresa più clamorosa; il 24enne Hubert Hurkacz, per confermare che il servizio conta; il 21enne Felix Auger Aliassime, per dare conferma delle sue straordinarie qualità. O il 20enne Jannik Sinner, per una storica doppietta tricolore. Chi di loro andrà a Torino?

di | 21 settembre 2021

Hubert Hurkacz e Jannik Sinner in doppio al Great Ocean Road Open di Melbourne

Hubert Hurkacz e Jannik Sinner in doppio al Great Ocean Road Open di Melbourne

Novak Djokovic, Daniil Medvedev e Stefanos Tsitsipas sono già matematicamente qualificati. Alexander Zverev, Andrey Rublev e Matteo Berrettini sono ancora in attesa dell'ufficialità, ma hanno un margine di vantaggio importante e possono sentirsi abbastanza tranquilli. Il settimo in lista, Rafael Nadal, ha già preannunciato che il suo 2021 è terminato e non sarà della partita.

Così, la corsa per le Nitto ATP Finals di Torino del prossimo novembre si restringe a due posti per una manciata di nomi. E al netto di imprese clamorose dalle retrovie (peraltro sempre possibili, ricordate Jack Sock a Bercy nel 2017?), sono quattro i giocatori che partono in pole position per aggiungersi all'elenco degli otto maestri: Casper Ruud, Hubert Hurkacz, Felix Auger-Aliassime e Jannik Sinner. Età media: nemmeno 22 anni. Distanza in punti tra il primo (Ruud) e l'ultimo (Sinner): 420.

La corsa è tanto più interessante se pensiamo che Ruud, che al momento sarebbe qualificato, è il meno adatto del gruppo ai terreni veloci, che caratterizzano quest'ultima fase di stagione. A mischiare ulteriormente le carte c'è inoltre la collocazione anomala di Indian Wells, con il 'Mille' americano che potrebbe dare la spinta decisiva a uno dei quattro.

L'unica certezza è che in ballo ci sono dei nomi che a inizio stagione non venivano considerati per l'approdo a Torino. Forse solo Auger-Aliassime poteva essere incluso tra gli outsider, ma pensare a Ruud, a Hurkacz e a Sinner come potenziali top 10 era un esercizio complicato anche per i loro fan più accaniti. Per fortuna, invece, il tennis è come la vita e ha sempre più fantasia di qualsiasi essere umano. Ora bisogna cercare di capire chi tra questi ha le chance maggiori di scendere in campo al PalaAlpitour.

Il rovescio bimane di Casper Ruud (foto Getty Images)

RUUD (2675 PUNTI), SULLE ORME DI RAFA

Casper Ruud, che lo scorso fine settimana ha svolto (bene) il compitino di Davis battendo l'Uzbekistan, ha in bacheca cinque titoli del circuito maggiore, quattro dei quali vinti quest'anno. Ovviamente, tutti sulla terra: Ginevra, Bastad, Gstaad e Kitzbuhel. Più le semifinali a Monte-Carlo e a Madrid. Detto questo, il suo rendimento altrove non è così scarso da poterlo sottovalutare.

Prendiamo, per esempio, gli ultimi due 'Mille' sul duro, Toronto e Cincinnati: in entrambi i casi il norvegese ha raggiunto i quarti di finale, pur senza brillare particolarmente. Agli Us Open si è fatto sorprendere dall'olandese Van de Zandschulp, poi capace di mettere in crisi anche Medvedev, mentre in generale a inizio stagione aveva ben impressionato sui campi di Melbourne, che proprio lenti non sono. Finì per ritirarsi contro Rublev dopo aver perso i primi due set, un po' di sfortuna che peraltro non gli avrebbe impedito poco dopo di cominciare la migliore stagione della carriera.

Cresciuto con gli insegnamenti di papà Christian, ex top 40 Atp, Ruud può anche essere considerato un prodotto della scuola di Toni Nadal, che lo ha preso sotto la sua ala protettrice in quel di Manacor. Proprio lo zio di Rafa ha avuto più volte parole di elogio per l'attitudine di Casper, ed è esattamente questa attitudine positiva, votata a limare costantemente i dettagli, che deve preoccupare i suoi avversari: il norvegese è un cantiere aperto e comunque vada la sua rincorsa alle Finals non si accontenterà di rimirare le sue conquiste.

Hubert Hurkacz (foto Getty Images)

HURKACZ (2505 PUNTI), OCCHIO AL SERVIZIO 

A Monte-Carlo fece scalpore la conferenza stampa andata deserta dopo una sua vittoria. In realtà Hubert Hurkacz, che certamente non è un personaggio così appariscente, ha poi dimostrato durante l'anno di avere molto da dire attraverso il suo tennis, più che con le parole. L'impresa più grande risale al 'Mille' di Miami, quando riuscì a fermare in finale la corsa di Jannik Sinner, ma la semifinale di Wimbledon (persa contro Matteo Berrettini) vale persino di più.

Al contrario di Ruud, è proprio sul rapido che il polacco trova il terreno ideale per esprimersi, anche se il suo rendimento recente non induce a un eccessivo ottimismo. A New York si è fatto mettere sotto da Andreas Seppi, e più in generale sembra avere perso almeno in parte quella brillantezza che lo aveva caratterizzato in avvio di stagione, dal successo di Delray Beach (in finale su Sebastian Korda) in avanti. Il servizio e i colpi incisivi che si porta in dote sono comunque uno spauracchio per chiunque, e chissà che proprio Indian Wells possa rappresentare una nuova svolta positiva per colui che con i suoi 24 anni è il meno giovane dei quattro candidati per le ultime due poltrone delle Finals di Torino.

AUGER-ALIASSIME (2320 PUNTI), MILANO O TORINO?

Felix Auger-Aliassime sarebbe ancora un Next Gen, in teoria, tanto che il suo nome figura in cima alla lista della Race to Milan, che qualifica all'evento dell'Allianz Cloud con i migliori Under 21 al mondo. Il canadese, tuttavia, già da tempo ha dimostrato di essere pronto per tenere testa ai big del circuito, e proprio gli Us Open lo hanno consacrato anche a livello di risultati, con un'ottima semifinale che ha fatto seguito a un quarto sull'erba di Wimbledon.

Laddove negli Slam, in precedenza, Felix aveva fatto un po' troppa fatica (due ottavi come miglior risultato), stavolta sono dunque arrivate due prestazioni all'altezza delle (tante) aspettative che rincorrono il ragazzo ormai già da qualche anno. Arrivato giovanissimo nel Tour, Auger-Aliassime era già sul punto di essere bollato come 'promessa mancata', nella migliore delle ipotesi. Invece il 2021 lo sta consacrando come uno dei futuri protagonisti, su ogni superficie.

Il suo tennis completo a tutto campo lo mette in ottima posizione per fare punti nell'ultima fetta di stagione, e anche la condizione sembra dalla sua parte. Scommettere di vederlo a Torino invece che a Milano, insomma, non è così azzardato, a patto che vengano eliminate quelle cadute improvvise di cui ogni tanto si rende ancora protagonista (contro Purcell a Tokyo o contro Brooksby a Washington, per esempio).

SINNER (2255 PUNTI), PER UNA DOPPIETTA STORICA

Dulcis in fundo, Jannik Sinner. Cominciamo col dire perché sì, perché Jannik ha tutte le carte in regola per approdare a Torino. La stagione indoor – e la vittoria a Sofia dello scorso anno lo dimostra – sembra costruita apposta per il suo tennis di pressione. Ma è anche l'approccio sempre serio e convinto a far pendere la bilancia dalla sua parte. Non è uno che si spaventa delle prime volte, l'allievo di Riccardo Piatti, e c'è da giurare che non tremerà nemmeno questa volta, quando dovrà cercare di portare gli ultimi punti utili per scavalcare gli avversari.

La speranza è che non si debba tornare a tirare in ballo quella partita di Miami contro Hurkacz, magari associandola alla parola rimpianto. Che poi in realtà sarebbe un rimpianto relativo, visto che parliamo di un ventenne al primo vero tentativo di prendersi un posto nel torneo dei maestri. La pressione, in sostanza, dovrebbe essere più sugli altri che su di lui, lui che peraltro avrebbe lo stimolo ulteriore di poter giocare in casa, agganciando Matteo Berrettini in una storica doppia presenza tricolore. Sognare si può, non costa nulla e non stiamo nemmeno parlando di qualcosa di troppo complicato in termini di punti da conquistare.

Molto dipenderà dalle prestazioni nei 'Mille' che rimangono, Indian Wells e Parigi Bercy, perché altrove soltanto vittoria o finale garantirebbero quei punti necessari per avvicinare in maniera decisa chi gli sta davanti. Comunque vada, la stagione di Jannik rimane di qualità assoluta, una stagione che ha dimostrato quanto in alto possa arrivare il ragazzo della Val Pusteria, ex promessa dello sci. Il solo fatto che sia in corsa per le Finals a un'età in cui normalmente gli altri stanno ancora cercando di capire come muoversi nel Tour, è già una sorta di promessa per il futuro.


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