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Campioni internazionali

Attenta Lucia, Daria vuol rinascere sostendendo l'Ucraina

Daria Gavrilova, che ha scelto di giocare con il cognome del marito, ha raggiunto gli ottavi a Indian Wells e Miami. I dieci mesi di stop per infortunio ai tendini d'Achille sono alle spalle. Sfiderà Lucia Bronzetti per un posto nei quarti e si è schirata contro la guerra: sta giocando vestita di giallo e azzurro

di | 27 marzo 2022

All'inizio del Miami Open, in pochi avrebbero immaginato di vedere Lucia Bronzetti e Daria Saville (nata Gavrilova) di fronte a giocarsi un posto nei quarti di finale del terzo WTA 1000 della stagione. Invece il forfait di Simona Halep ha reso più semplice il percorso dell'australiana che ha già vinto otto partite nel 2022. Ovvero il doppio dei successi messi insieme tra 2020 e 2021.

Finora, i primi mesi del 2022 si  stanno trasformando nella sua nuova primavera. Una benedetta primavera, nel suo caso. Gavrilova, che ha scelto di cambiare il suo cognome e assumere quello del marito, il tennista australiano Luke Saville, è rimasta stabilmente in Top 40 per quattro stagioni, dal 2015 al 2018. Ha toccato un best ranking di numero 20 nel 2017 dopo il primo titolo WTA a New Haven. Quel successo rimane ad oggi il suo miglior risultato sul duro in carriera. 

Una carriera spaccata in due da infortuni a entrambi i tendini d'Achille, cui si è aggiunta una fascite plantare che l'ha convinta a chiudere la strana stagione 2020, segnata dal lockdown a causa della pandemia da COVID-19, dopo l'edizione inusualmente autunnale del Roland Garros. Tre mesi dopo, all'inizio del 2021, Saville ha deciso di operarsi.

Assente per dieci mesi, è rientrata in campo solo lo scorso autunno nella Billie Jean King Cup, l'ex Fed Cup, battendo la belga Greet Minnen alle Finals di Praga. Quest'anno si è presentata ad Adelaide, per il suo primo match nell'Hologic WTA Tour dopo un anno e mezzo, da numero 421 del mondo. Non potendo ricorrere al ranking protetto, ha superato le qualificazioni prima di fermarsi al primo turno contro Iga Swiatek, sicura di diventare la 28ma numero 1 del mondo dopo Miami.

Ma è in America, dove non giocava da due anni e mezzo, che la sua stagione ha preso una direzione inattesa. "Ero un po' nervosa e non avevo grande fiducia, visto che in Australia non avevo giocato proprio bene" diceva al sito della WTA.

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Invece, la sua decisione ha pagato eccome. A Guadalajara ha sconfitto Emma Raducanu nella partita più lunga nel circuito WTA della stagione. Da lì si è spinta fino al suo primo quarto di finale WTA dal 2019. 

Poi a Indian Wells ha festeggiato contro la numero 10 Ons Jabeur la prima vittoria su una Top 10 dal 2018. Il suo percorso si è fermato negli ottavi contro Maria Sakkari, per ritiro causato da un infortunio alla coscia. Non si era mai spinta così avanti in un WTA 1000 dal 2018.

A Miami ha battuto Greet Minnen, la lucky loser Harmony Tan e ha beneficiato del ritiro di Katerina Siniakova (che ha abbandonato il match di terzo turno sotto 6-0 1-0). Così, alla sesta partecipazione nel torneo, ha eguagliato il suo miglior risultato in Florida. Ha replicato gli ottavi raggiunti nel 2015, al suo esordio a Miami, da wild card: perse da Karolina Pliskova.

Il tris di risultati in America nasce anche da cambiamenti tecnici e tattici, che ha raccontato alla "WTA Insider". Ha iniziato a lavorare con Nicole Pratt che già l'aveva aiutata durante la riabilitazione, e ritrovato una stabilità in campo. 

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"Prima dell'inizio della stagione, ho cambiato il rovescio tre volte ma le cose non andavano. Poi ho modificato la mia posizione in campo - ha detto -. Perché stavo giocando troppo vicino alla riga, ma non mi trovavo a mio agio. Non mi piace. Era un tentativo fatto per gli infortuni ai tendini d'Achille: stare più vicina al campo mi avrebbe fatto correre di meno. Prima di Guadalajara ho parlato con Nicole, abbiamo guardato i dati e la mia posizione era più vicina alla riga di fondo rispetto ad Halep e Barty. Ma non funzionava per me, giocavo di fretta, non avevo tempo. Mi son detta: inizio a stare più dietro, vediamo che succede".

Succede che, con i risultati nei primi tre tornei, ha avvicinato il rientro tra le prime 150 del mondo. Solo qualche settimana fa, le sembrava troppo immaginare di entrare nelle qualificazioni del Roland Garros. Se dovesse continuare così, potrebbe entrare direttamente nel main draw.

Tuttavia, non è solo il suo atteggiamento in campo ad aver attirato l'attenzione nelle ultime settimane. Saville, che è nata a Mosca, ha preso una posizione chiara sulla guerra avviata dal presidente Putin: da Indian Wells, infatti, scende in campo con una gonna gialla e un top blu, i colori della bandiera ucraina. I genitori di Daria, diceva suo marito a febbraio, sono a Mosca, e questo ovviamente la preoccupava.  "Sono sicuro che Daria prenderà posizione contro la guerra - concludeva Luke Saville, sottolineando il coraggio di sua moglie -, e spero che tanti altri giocatori faranno lo stesso".

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