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Roger Federer ha raccontato le emozioni dell'addio al tennis e spiegato gli obiettivi per la prossima fase della sua vita. L'intervista contenuta in una puntata del magazine Uncovered, disponibile su SuperTenniX
di Alessandro Mastroluca | 08 ottobre 2022
Il momento del ritiro, il futuro suo e del gioco. Roger Federer svela le emozioni del suo addio e traccia i primi piani per quello che verrà in una lunga intervista realizzata per l'ATP inserita nella recente puntata di Uncovered, il magazine disponibile integralmente per gli abbonati alla piattaforma digitale SuperTenniX.
"Quello di cui vado più fiero - ha detto lo svizzero tracciando un rapido bilancio della sua leggendaria carriera -, è essere stato numero 1 del mondo. Vuol dire essere il migliore e non solo per un giorno". Federer, che ha perso lo scettro di giocatore rimasto per più settimane in vetta al ranking, mantiene però il primato di settimane consecutive da numero 1, 237.
"Ho amato moltissimo anche giocare negli stadi più belli del mondo - ha aggiunto - Poi entrando nei dettagli del gioco, diritti, rovesci, palle corte, volée. Adoro proprio la sensazione che ti dà la pallina quando la colpisci. Sì, mi sono proprio divertito".
Come nel messaggio in cui annunciava il suo addio al tennis alla Laver Cup, che si sarebbe realizzato dopo il doppio con Rafa Nadal con l'immagine fortissima dei due rivali commossi fino alle lacrime mano nella mano, anche in questa intervista Federer ci ha tenuto a ringraziare i suoi tifosi.
Tutte le emozioni dell'ultima di Roger
"In campo ho pianto tante volte - ha sottolineato -, ma sono felice di aver vissuto quelle emozioni. E se le ho vissute è stato per i tifosi. Lo so io e lo sanno loro. E' quello che d'ora in avanti mi mancherà di più, la sensazione di viaggiare per il mondo sapendo di trovare dall'altra parte qualcuno che mi aspetta e non vede l'ora di vedermi giocare".
Il momento dell'addio al tennis rimane ovviamente un'emozione a sé. "E' speciale dire addio a Londra" ha detto Federer, il campione più vincente nella storia di Wimbledon.
"Il mio ginocchio non mi permette di giocatre ad alti livelli, me ne sono accorto in estate. A quel punto cercavo solo il momento giusto per dirlo. Avevo pensato di farlo prima dello US Open ma non sarei stato presente e non sarebbe stato giusto. Ho capito che non poteva più essere nemmeno a Basilea, perché non avrei potuto giocare lì".
Dunque restava la Laver Cup, una manifestazione di squadra in cui lasciare con una collettiva celebrazione di quel che è stato e non con la solitudine che caratterizza gli addii.
"E' stato incredibile vedere quanti messaggi ho ricevuto direttamente o indirettamente - ha spiegato Federer -. Mi ha travolto leggere tutte le belle cose come sono state scritte su di me. I complimenti per me come persona sono stati superiori a quelli per me come giocatore. Non me l'aspettavo".
Federer si è mostrato ottimista per il futuro del tennis perché, ha detto, "crea sempre nuove storie e nuove star". Ha parlato anche del suo, di futuro. "So che vorrò trovare qualcosa in grado di rendermi felice all'interno del tennis - ha detto ai suoi tanti tifosi -. In qualche modo, so che ci rivedremo".
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