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Grazie a un titolo e una finale negli ultimi tre Slam, Elena Rybakina si è guadagnata un posto fra le più pericolose del circuito. Vale di più della decima posizione nel ranking WTA, ha ben chiaro il proprio percorso e tanta voglia di migliorarsi ancora. Tenendosi stretta il coach che l’ha fatta esplodere
02 febbraio 2023
La copertina dell’Australian Open 2023 al femminile è andata giustamente ad Aryna Sabalenka, finalmente capace di compiere lo step che ancora le mancava per essere considerata a tutti gli effetti una delle più forti in circolazione, ma il torneo di Elena Rybakina, sconfitta in finale, vale altrettanto. Per la bielorussa, infatti, si era capito che sarebbe stata solo una questione di tempo, mentre la kazaka doveva confermare – dopo essere uscita all’esordio allo Us Open dello scorso anno – che la cavalcata trionfale di Wimbledon non era stata un caso e l’ha fatto egregiamente, proponendosi di nuovo come uno dei nomi da tenere d’occhio nei tornei che contano di più.
Non solo: in virtù dei 2.000 punti non guadagnati a Londra, era stata la più penalizzata dalla scelta dell’All England Club di non assegnarne, rimanendo fuori dalla top-10, ma se l’è guadagnata con pieno merito a Melbourne, scalando 15 posizioni in un colpo solo. Un po’ di amarezza resta, perché oggi sarebbe top-5 e con una dimensione ancora più importante, ma intanto ha recuperato una parte di ciò che le spetta e ha tutte le carte in regola per andare a prendersi anche la rimanente, con quell’affascinante mix fra un carattere pacato e introverso (per non dire timido), e un tennis che invece non fa sconti, perché funziona tecnicamente facendo leva su servizio e facilità d’impatto, ed è alimentato da tanta voglia di imparare e di migliorarsi.
Dando una sbirciata ai suoi canali social, ci si accorge che sulla costruzione del personaggio la 23enne nativa di Mosca e poi passata sotto la bandiera del Kazakistan ha ancora da lavorare. Di Instagram fa un uso piuttosto moderato, senza aprirsi troppo ai quasi 300.000 seguaci, tanto che per trovare una foto accompagnata da un testo più lungo di un paio di righe è dovuto accadere che qualcuno – nella fattispecie Pam Shriver, che durante gli Slam lavora per ESPN – spendesse (via Twitter) qualche parole non gradita sul suo mondo, e in particolare su degli atteggiamenti di coach Stefano Vukov ritenuti irrispettosi nei suoi stessi confronti.
Lì, Elena non ha avuto paura a mostrare gli artigli, per difendere l’allenatore croato cresciuto a Milano che la allena dal 2019, e le dinamiche del rapporto che le ha permesso di diventare la giocatrice di oggi. “Stefano – ha scritto – crede in me da anni e l’ha fatto prima di chiunque altro. Insieme abbiamo costruito una strategia pensata per permettermi di ottenere grandi traguardi, e i miei risultati sono frutto del suo metodo. È un allenatore emotivo, ma che ha una grande conoscenza del tennis e di me, come persona e come atleta. Chi mi conosce bene sa che non accetterei mai un allenatore che non mi rispetta. In campo posso apparire molto tranquilla, ma dentro di me c’è un’atleta competitiva che punta a raggiungere grandi risultati, e in questo Stefano mi ha aiutato tanto. Per favore, quindi, non date credito a chi vuole far sembrare il contrario”. Una posizione chiara e netta, che chiude le polemiche e dà ulteriore credito a una figura chiave nei suoi successi.
Il successo a Wimbledon le ha dato grande consapevolezza e l’esperienza giusta per gestire i grandi tornei, controllare le emozioni e amministrare le energie, e le conferme trovate da Londra in avanti (in particolare a Melbourne) l’hanno spinta a puntare sempre più in alto. Fino a quel numero uno occupato da Iga Swiatek, da lei stessa eliminata in Australia.
“Al momento – ha detto durante l’Happy Slam – non credo di essere una delle più forti al mondo, perché ci sono tante grandi giocatrici e io ho ancora tanto da migliorare nel mio tennis, in particolare dal punto di vista della continuità. Ma se dovessi riuscire a fare altri passi avanti penso di poter battere qualsiasi avversaria e di poter diventare la numero uno. Il mio obiettivo adesso è di raggiungere sempre la seconda settimana nei tornei del Grande Slam e poi lottare per andare ancora più avanti. Se continuerò a lavorare come negli ultimi anni e a stare bene dal punto di vista fisico, sono certa che i risultati arriveranno”. Fino a qui la ricetta ha funzionato molto bene.