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Campioni internazionali

Griekspoor, l'eroe normale che fa sognare gli Orange

Tallon Griekspoor si sta guadagnando un posto speciale nel cuore della sua gente. “Grieki” ha 26 anni, non è mai stato un bimbo prodigio e di titoli in carriera ne ha vinto uno soltanto, poco più di un mese fa. Ma oggi è numero 10 della Race e sogna in grande

24 febbraio 2023

L’inno nazionale olandese, ossia l’inno dei Paesi Bassi, si intitola Het Wilhelmus. Risale al 1572 ed è ad oggi l’inno più antico tra quelli ancora in uso, nonostante sia stato reso ufficialmente inno del Paese nel 1932. Il componimento racconta la vita di Guglielmo d’Orange, capo della rivolta olandese contro gli spagnoli, e di come sia diventato un eroe popolare. Da anni viene utilizzato per momenti squisitamente patriottici e grandi eventi sportivi, quelli che il pubblico di casa vive con un trasporto come pochi altri nel nord Europa. Oggi viviamo nuovi tempi e nuove storie, ma anche nuovi eroi. Decisamente più in punta di piedi rispetto all’illustre predecessore, anche Tallon Griekspoor si sta guadagnando un posto speciale nel cuore della sua gente. “Grieki” ha 26 anni, non è mai stato un bimbo prodigio e di titoli in carriera ne ha vinto uno soltanto, poco più di un mese fa. 

Tallon ha iniziato a giocare a tennis quando aveva 6 anni nel mito dei fratelli gemelli Scott e Kevin, cinque anni più grandi di lui. “Loro sono sempre stati il mio punto di riferimento – dichiarava tempo fa l’olandese al sito ATP – e fino a una certa età erano anche più bravi di me. Mi piaceva tantissimo allenarmi e viaggiare con loro”. A 17 anni il momento del grande salto, con il trasferimento in Belgio alla corte dell’ex top-30 Kristof Vliegen. A livello juniores (dove è stato al massimo 127 del mondo nel gennaio del 2014) di soddisfazioni non ne arrivano molte, ma Griekspoor continua a lavorare sodo e a non perdersi nemmeno una partita del suo idolo, Andy Murray. “Si allena ancora in un modo sensazionale – aggiunge il tennista di Haarlem – e non dobbiamo mai dimenticarci quello che è riuscito a vincere nell’era di Federer, Nadal e Djokovic. Atteggiamento, grinta e voglia di dare sempre il massimo lo rendono davvero unico”.

Nel 2018 lo storico torneo di Rotterdam gli offre una wild card e Tallon ripaga il pubblico di casa battendo in rimonta Stan Wawrinka, regalandosi la prima vittoria in carriera contro un top-20. Non è un caso, forse, se in seguito sarà ancora il Centrale dell’Abn Amro Open il teatro degli altri tre successi ottenuti contro tennisti tra i primi 20 del mondo. Di case, Griekspoor ne ha cambiate tante, portando sempre con sé tutte le vhs e i dvd di Rocky. La racchetta al posto dei guantoni, e con una bacchetta magica Rotterdam si trasforma nel più nobile dei ring calcati dal pugile di Philadelphia, magistralmente interpretato negli anni da Sylvester Stallone. 

Lo sport, in casa Griekspoor, si respira da sempre. Mamma Monique è maestra di tennis, papà Ron un ex pilota di motocross. Nel 2021 'Grieki' prende spunto dal padre e inizia a correre a folle velocità. A inizio anno è numero 155 del mondo, chiuderà a ridosso dei primi 70. Nel mezzo un record di tutto rispetto, quello della conquista di ben otto titoli challenger in altrettante finali. Il primo acuto a Praga, poi Bratislava, Amersfoort, Murcia, Napoli 1, Napoli 2, Tenerife e ancora Bratislava: nessuno come lui. La pre-season di dicembre è l’occasione giusta per crescere ancora. La mentalità diventa quella di un giocatore di alto livello, supportata da miglioramenti tecnico-tattici a tutto tondo. A livello Atp arrivano tre quarti di finale su altrettanti superfici diverse, segno di grande duttilità e capacità di adattamento. Anno nuovo, vita nuova ma soprattutto nuovo titolo: il primo. Sul veloce outdoor di Pune, Tallon si toglie la soddisfazione più grande e comincia ad allargare i propri orizzonti.

Il mio modello? Andy Murray. Non dobbiamo mai dimenticare ciò che ha fatto nell'epoca di Roger, Rafa e Nole

Calmo in campo ed estroverso fuori, Griekspoor piace soprattutto perché è il classico 'tennista della porta accanto'. “Fuori dal rettangolo di gioco sono molto meno esigente con me stesso – ha sottolineato dopo aver alzato al cielo il suo primo trofeo -, mi piace ritagliarmi del tempo per altre cose, come ascoltare musica o leggere libri”.

A Doha è stato davvero a un passo dall’eliminare Andrey Rublev, numero 5 del mondo, e quei tre match point non sfruttati al servizio gridano vendetta. Il risultato ottenuto in Qatar gli consentirà di varcare le soglie della top-40 e continuare a programmare il futuro con relativa tranquillità. Ma intanto è già top 10 della Race verso Torino, ed è inevitabile che un pensierino impossibile al sogno Finals, nelle notti in cui non prende sonno, lo possa fare. Un eroe antidivo, un eroe come noi.


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