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Campioni internazionali

Hugo Nys, un monegasco al numero 1

Visto che in singolare non riusciva ad andare più in alto di una onesta trecentesima posizione, Nys si è dato con sempre maggiore convinzione al doppio. Fino a raggiungere il successo al Foro Italico insieme al polacco Jan Zielinski. Ecco la sua storia

23 maggio 2023

Due chilometri quadrati di superficie, 38 mila abitanti (con un Pil pro capite tra i più alti del pianeta secondo le più recenti stime ufficiali), uno dei tornei più importanti e senza dubbio il più glamour del circuito. Ma, dalla conclusione degli Internazionali BNL d'Italia 2023, il Principato di Monaco può vantare anche un numero 1 del mondo. Si chiama Hugo Nys, è nato a Evian-Les-Bains (Francia, sponda transalpina del lago Lemano), ha 32 anni e per tante stagioni si è accontentato – suo malgrado – di un ruolo da comprimario.

Visto che in singolare non riusciva ad andare più in alto di una onesta trecentesima posizione (per la precisione, vanta un best ranking di 327 ottenuto nel 2019), Hugo si è dato con sempre maggiore convinzione al doppio. Fino a raggiungere, appunto, il successo al Foro Italico (insieme al polacco Jan Zielinski) e la prima piazza nella Race. Frutto di un avvio di 2023 straordinario, che aveva visto la coppia finalista agli Australian Open.

L'immagine più rappresentativa del torneo, a Roma, è stata la sua: quella di Hugo che fingeva simpaticamente di nuotare sul campo, dopo aver ricevuto il premio riservato ai vincitori, in mezzo al diluvio che ha costretto al fuggi fuggi generale proprio nel bel mezzo della premiazione. Ma in realtà la storia del francese, monegasco dal 2013, viene da lontano, da una famiglia ben radicata nella storia delle racchette transalpine. Il nonno, Francis, fu uno dei migliori giocatori francesi degli anni Cinquanta del secolo scorso e raggiunse il terzo turno al Roland Garros in due occasioni.

Anche papà è nel mondo del tennis, ma da coach. E così lui, Hugo, non poteva fare altro che provarci seriamente. “Sono arrivato in Costa Azzurra con la famiglia nel 2010 – spiega Nys – e anche se la mia terra ogni tanto mi manca, mi sento totalmente monegasco”. Di più: Hugo adesso vuole contribuire a fare grande il piccolo team di Davis del Principato: “Da quando si è ritirato Lisnard (anche lui francese naturalizzato, ndr), erano alla ricerca di qualche giocatore che potesse ricreare un gruppo competitivo. E io sono entusiasta di far parte del progetto”. 

Con il 30enne Romain Arneodo (finalista a Monte-Carlo), almeno in doppio i monegaschi potrebbero già essere competitivi al massimo livello. Per il singolare, invece, ci si deve ancora lavorare: i migliori tre al momento sono Valentin Vacherot (338), Lucas Catarina (479) e l'italo-monegasco Rocco Piatti (1622), quest'ultimo figlio di Riccardo, il coach più esperto e più vincente del tennis italiano.

Rovescio a una mano, propensione naturale al gioco di volo, Nys è il doppista che segue i canoni (anche estetici) della specialità. In carriera ha cambiato partner diverse volte, giocando anche a fianco di italiani: per esempio, il piemontese Andrea Vavassori. Il primo titolo del circuito maggiore era arrivato proprio con Arneodo, a Los Cabos nel 2019. Ma è stato nel sodalizio con Zielinski che il rappresentante del Principato ha trovato i risultati più importanti. Il primo titolo della coppia, lo scorso anno, giunse nel Challenger di Roseto degli Abruzzi, poi la scalata al vertice è stata rapida e sorprendente: il 250 di Metz, la finale a Melbourne, il trionfo romano. Con in mezzo altri tornei da protagonisti, come Winston Salem (finale), Us Open (quarti), Phoenix (finale). 

“Il doppio – diceva tempo fa Nys – dovrebbe essere maggiormente valorizzato dalle televisioni. E dovrebbe essere maggiormente frequentato dai campioni del singolare, perché aiuta a migliorare alcune doti fondamentali nel tennis moderno: non solo il gioco di volo, ma pure servizio e risposta”. Difficile che venga ascoltato, ma forse per lui è meglio così. Perché se la concorrenza è meno importante, aumentano le sue chance di arrivare al sogno dichiarato: “Vincere, prima o dopo, un torneo del Grande Slam”. Intanto, Roma è stato uno step fondamentale, per arrivare a scrivere un pezzo di storia sportiva del Principato di Monaco. Per le prossime sfide, anche considerando l'età media dei migliori doppisti del mondo, Hugo ha decisamente molto tempo a disposizione.

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