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Campioni internazionali

Lorenzi, Konta e... Ecco chi ha detto basta nel 2021

C'è una lunga serie di ritiri che fa capolino, quando si va ad analizzare il 2021. C'è chi ha smesso per via degli infortuni, chi perché aveva raggiunto i suoi traguardi, chi perché dalla pandemia è uscito con più dubbi che certezze. Tra singolaristi e doppisti, vediamo chi abbiamo dovuto salutare

di | 22 dicembre 2021

Qualcuno perché ha raggiunto gli 'anta', qualcuno – chissà – spinto dal Covid, qualcuno incoraggiato a smettere da una lunga sequenza di infortuni. Le motivazioni di coloro che si sono ritirati nel corso di quest'anno sono diverse, ma l'impressione generale è che la pandemia abbia portato verso l'abbandono un nutrito gruppetto di giocatori che aveva dei dubbi, che era sul confine tra mollare la presa e andare avanti.

Per l'Italia, il ritiro più significativo è quello di Paolo Lorenzi, 40 anni, professionista da venti e modello per tanti connazionali che in lui si sono rispecchiati, tanto nelle difficoltà, quanto nelle gioie. Paolo stava già pensando da tempo a cosa fare nel post-carriera, ma solo quest'anno ha giocato gli ultimi tornei prima di intraprendere un piccolo tour delle scuole d'Italia, lasciando in ogni circolo un bellissimo ricordo. 

Paolo Lorenzi

Il suo ultimo evento è stato anche quello più importante, almeno se parliamo di altissimo livello. Il senese ha disputato le qualificazioni agli Us Open, dove aveva raggiunto gli ottavi di finale nel 2017 e il terzo turno in altre due occasioni. Ha perso dal francese Maxime Janvier al secondo turno, ma in questo caso contava esserci, contava lasciare un'ultima traccia nel Paese – gli States – che peraltro Paolo ha scelto come propria residenza.

Chiude con un best ranking fissato al numero 33, con un titolo Atp (Kitzbuhel 2016), con 21 trionfi Challenger ma soprattutto con un merito che non si può misurare coi numeri: la stima di tutto l'ambiente, non solo italiano, per un uomo che ha saputo superare i propri (presunti) limiti, lavorando giorno dopo giorno anche a un'età in cui sarebbe stato lecito allentare la presa.

Insieme a Lorenzi, il Tour maschile ha perso nel 2021 altri personaggi di rilievo. Per esempio il serbo Viktor Troicki, oggi 35enne e capitano di Davis ma punto di forza del team accanto a Novak Djokovic negli anni scorsi. Viktor è stato un ottimo giocatore, al punto da aver raggiunto il numero 12 come primato personale in classifica, vincendo pure tre titoli del Tour maggiore, uno a Mosca e due a Sydney. 

Lorenzi e gli altri: ecco gli addii annunciati nel 2021

Uno che invece avrebbe probabilmente potuto dare qualcosa in più è lo slovacco Martin Klizan, che ha detto addio a 32 anni lasciando dietro di sé un best ranking di tutto rispetto (numero 24) ma forse sottostimato rispetto al suo enorme talento.

Nei giorni migliori, Klizan sapeva mettere paura anche ai più forti, ma non sempre ha trovato quella continuità necessaria per arrivare in fondo nei grandi tornei. Malgrado ciò ha vinto ben sei titoli del Tour maggiore, compresi i 500 di Rotterdam e Amburgo.

A proposito di talento, quello che ne aveva di più, nel gruppo di coloro che hanno appeso la racchetta al chiodo quest'anno, era senza dubbio Alexandr Dolgopolov. L'ucraino ha 33 anni ma non giocava più dal 2018, eppure solo quest'anno ha reso ufficiale la sua decisione.

È stato numero 13 al mondo, ma persino i top 10 gli sarebbero andati stretti, volendo giudicare soltanto la qualità del suo braccio. Ha vinto tre tornei del circuito maggiore, ha raggiunto i quarti nello Slam australiano ma il tennis dei grandissimi lo ha solo sfiorato, a causa di un'indole non eccessivamente portata al lavoro, e a causa di un fisico fragile.

Andre Agassi vincitore dell'oro olimpico ad Atlanta nel 1996 sul podio con Sergi Bruguera e Leander Paes

Tre giocatori che, al contrario, hanno saputo trarre il meglio dalle loro possibilità, sono l'argentino Leonardo Mayer, lo spagnolo Guillermo Garcia Lopez e il taiwanese Yen Hsun Lu. Mayer è stato numero 21, trionfando due volte ad Amburgo. Garcia Lopez vanta un poker di successi a livello Atp, un best ranking di numero 23 e ha giocato al Challenger di Milano di quest'anno la sua ultima partita.

Lu, infine, è stato (insieme a Lorenzi) il re dei Challenger, vincendone addirittura 29 nell'arco di 13 anni, dal 2004 al 2017. Come Lorenzi, vanta un best ranking di numero 33, ma l'azzurro ha avuto punte di rendimento decisamente più importanti. Fra i ritirati, infine, anche il belga Steve Darcis, elemento decisivo del suo team di Davis negli anni passati.

Nella pattuglia di doppisti che ha detto addio, della quale fanno parte anche l'austriaco Julian Knowle (47 anni, numero 6 di specialità), lo svedese Robert Lindstedt (numero 3) e il rumeno Horia Tecau (numero 2), spiccano due nomi di peso. Il primo è il 48enne Leander Paes, indiano che nel suo Paese rappresenta molto più di uno sportivo, tanto da aver avviato una carriera in politica, sull'onda di una carriera sportiva che gli ha regalato il numero 1 del mondo e il titolo in tutti e 4 gli Slam. Il secondo è il 40enne austriaco Jurgen Melzer, che doppista lo era diventato solo dopo aver raggiunto i top 10 in singolare.

Se l'età media di coloro che hanno lasciato il Tour maschile è particolarmente alta, non si può dire la stessa cosa per le ragazze. In particolare, ha stupito l'addio al circuito Wta di Johanna Konta, classe 1991 e numero 4 al mondo soltanto 4 anni fa. La britannica ha dovuto fare i conti con un infortunio grave al ginocchio che le ha impedito di vedere un futuro, ma ha lasciato serena raccontando di aver coronato col tennis tutti quelli che erano i suoi sogni di bambina. 

Stesso percorso per l'olandese Kiki Bertens: anche lei 30 anni, anche lei con un best ranking di numero 4, anche lei con problemi fisici tali da metterla di fronte a una scelta non più procrastinabile. Tutt'altra storia, invece, per la spagnola Carla Suarez Navarro, capace nel corso degli ultimi mesi di rappresentare un bell'esempio di coraggio e resilienza.

La 33enne che è stata numero 6 al mondo ha prima vinto la sua battaglia contro la malattia che aveva messo tutti in apprensione, e che lei aveva documentato passo dopo passo via social. Poi è tornata in scena per darsi un'ultima chance di assaporare il gusto dei grandi tornei, prima di dire addio al circuito, travolta da un'onda di emozione che ha valicato persino i confini del tennis e dello sport.

Addio al Tour durante gli ultimi mesi anche da parte della svizzera Timea Bacsinszky (ex numero 9), dell'ungherese Greta Arn (40), delle americane Nicole Gibbs e Vania King (68 e 50), della russa Alla Kudryavtseva (56), della kazaka Yaroslava Shvedova (25) e soprattutto della ceca Barbora Strycova, ex numero 1 di doppio e 16 di singolare. A parte la Arn (classe 1979), le altre hanno tutte un'età che per il tennis attuale non rappresentava certo un problema, visto che la meno giovane ha compiuto 35 anni.


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