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Campioni internazionali

Il mercoledì di lusso di Landaluce, l’altra baby star di Spagna

A Madrid fa il suo debutto in un Masters 1000 Martin Landaluce, classe 2006, numero 1 del ranking mondiale juniores. Insieme ad Alcaraz ha incontrato il Re e promette di regalare enormi soddisfazioni alla Spagna, con un tennis da perfezionista che funziona bene ovunque

26 aprile 2023

L’apertura del sito del Mutua Madrid Open, nel giorno del via al tabellone principale maschile, titola “Miércoles de lujo”, che in italiano diventa mercoledì di lusso. Eppure, fra i 96 giocatori al via sui campi della Caja Magica hanno scelto la foto del giocatore col ranking ATP peggiore di tutti, fermo al numero 894. Follia? Tutt’altro, perché gli occhi azzurri e i capelli biondi sono quelli di Martin Landaluce, l’ultima grande promessa del tennis spagnolo.

Non che abbiano particolare bisogno di aggrapparsi alle speranze, visto che c’è un certo Carlos Alcaraz che a nemmeno vent’anni (li compirà la prossima settimana) regala già una certezza dopo l’altra, è tornato nella Capitale da campione in carica e promette di occupare i piani altissimi del ranking per anni e anni. Ma avere un secondo asso da calare non guasta affatto e molto fa pensare possa essere Landaluce, che invece di anni ne ha festeggiati 17 a gennaio e con “Carlitos” condivide sia il titolo del 2022 allo Us Open (lui fra gli under 18), sia l’onore di essere stato ricevuto – al rientro da New York – da niente meno che Re Felipe VI in persona, nel Palazzo Reale di Zarzuela.

Un appuntamento comune che ha rafforzato legame e stima reciproca fra i due, grandi attesi di un Masters 1000 che parte senza Nadal e Djokovic. Alcaraz sarà in gara dal secondo turno mentre sulla wild card Landaluce gli occhi saranno puntati già da questo (tardo) pomeriggio: da Madrid l’hanno programmato addirittura sul campo centrale Manolo Santana, nell’ultimo incontro del menù, come a volerlo mostrare al mondo intero in quella che sarà la partita più importante della sua giovane carriera.

Dopo i loro successi allo Us Open, Martin Landaluce e Carlos Alcaraz sono stati ricevuti da Re Felipe VI di Spagna

Dall’altra parte della rete, Landaluce troverà Richard Gasquet, 20 anni più di lui. Uno che di promesse e aspettative se ne intende, e ultimamente si sta anche facendo una discreta cultura sulle nuove baby star del circuito. La scorsa settimana a Banja Luka al 36enne di Beziers era toccato il croato Dino Prižmic, che fra i minori di 18 anni è il più in alto nel ranking mondiale, mentre Landaluce è nono a livello ATP ma guida il ranking del circuito juniores ITF, grazie al titolo allo Us Open ma anche alla capacità di giocare bene e raccogliere tanti punti dappertutto, senza fare differenza fra l’erba di Wimbledon o alla terra del Tennis Club Milano, sede del Trofeo Bonfiglio.

Da professionista, invece, il ragazzo di Madrid ha giocato gran poco: nel 2022 a Gijon gli hanno regalato il debutto nel Tour, ma il suo ingresso nel ranking dei grandi risale solamente a un paio di mesi febbraio – dopo una semifinale a Manacor a casa Nadal, dove si allena –, mentre la prima vittoria Challenger è ancora più fresca, un paio di settimane fa proprio a Madrid.

Fra giocare al Club de Campo Villa de Madrid e alla Caja Magica la differenza sarà tanta, ma il Centrale della “scatola” il ragazzone l’ha già saggiato martedì, come protagonista – opposto al futuro vincitore Andrey Rublev – di un evento Red Bull che ha portato in campo anche Stefanos Tsitsipas e Casper Ruud, Dominic Thiem e Frances Tiafoe, più Sebastian Korda e Feliciano López, che il torneo vero e proprio non lo gioca dal 2018 in quanto dall’edizione successiva ne è diventato il direttore.

La sfida con un vecchio volpone come Gasquet sarà una bella occasione per saggiare le qualità del madrileno, il cui tennis richiama quello di Alexander Zverev (due volte vincitore proprio a Madrid) e da tempo è affidato – tramite la RFET, la federazione spagnola – alle mani di Oscar Burrieza, alla Rafa Nadal Academy. Poi al team si è aggiunto Esteban Carril (ex allenatore sia di Roberto Bautista Agut sia di Johanna Konta), quindi anche Gustavo Marcaccio.

La struttura, insomma, è di qualità e anche in continuo sviluppo, per traghettare al successo un ragazzo che a differenza dei fratelli maggiori ha scartato al volo l’opzione del college negli Stati Uniti, perché sufficientemente dotato per fare del tennis giocato il proprio mestiere. Lo aiuta la capacità di imparare in fretta, mentre – parole sue – il più grande limite e la costante ricerca della perfezione in tutto ciò che fa. Per diventare un tennista di successo, tuttavia, è più un pregio che un difetto.


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