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Campioni internazionali

Il ricordo di Dell'Edera: "Nick e l'Italia, un grande amore"

Il ricordo di Michelangelo Dell'Edera e Umberto Rianna prende forza da tanti incontri con il maestro per eccellennza, 'il padre di tutti gli allenatori di tennis'. Un legame, quello tra il coach più famoso del mondo e il movimento del tennis tricolore, che era sempre stato molto stretto in virtù delle origini italiane del creatore di tanti numeri 1

05 dicembre 2022

Il padre di tutti gli allenatori di tennis. Michelangelo Dell'Edera lo definisce così, Nick Bollettieri. Un legame, quello tra il coach più famoso del mondo e il movimento del tennis tricolore, che era sempre stato molto stretto in virtù delle origini italiane del creatore di tanti numeri 1 del mondo. Un legame che si era ulteriormente rafforzato di recente, quando Nick aveva dimostrato il suo sincero apprezzamento per il nostro sistema.

“Bollettieri ha portato – spiega Dell'Edera – un metodo scientifico nell'insegnamento, quello che adesso tutti seguiamo. Ma lui lo ha fatto prima di tutti, è stato un precursore, capace di essere maestro, coach e manager allo stesso tempo. Tanto che le sue competenze erano richieste anche al di fuori del mondo del tennis”.

“Nel 2013 – ricorda ancora il direttore dell'Istituto Superiore di Formazione Roberto Lombardi – Nick era presente al Simposio internazionale a Roma. Ci scambiammo delle opinioni sulla situazione del nostro movimento, e mi disse che era un peccato non riuscire ad applicare al tennis quel concetto di squadra che noi italiani sappiamo riprodurre in altre circostanze. Nel 2019, sempre al Simposio, ci incontrammo di nuovo e capì i progressi straordinari che avevamo fatto. Ci fece i complimenti e fu il primo a prevedere il boom che stava arrivando. 'Lavorare insieme': per lui il segreto del successo era questo”.

Tutte le stelle create da Bollettieri

Ha lottato fino all'ultimo, Bollettieri, mentre cercava di resistere al peso dei suoi anni. E fino all'ultimo ha dato il suo contributo. “L'ho visto in call un mesetto fa, era lui che dava forza a noi, confermando la sua straordinaria resilienza. Il suo insegnamento era proprio questo: riuscire a trovare l'energia per resistere a situazioni difficili, uscendone sempre da vincitore. Non a caso, tutti i campioni che sono passati sotto le sue cure hanno sempre mostrato grande carattere: da Andre Agassi a Jim Courier, passando per Monica Seles”.

Un'altra dote che ha contraddistinto la carriera di Bollettieri è l'umiltà. “Mi piace ricordare un episodio – conclude Dell'Edera – riferito proprio all'ultimo Simposio di Roma al quale ha partecipato. Nick era sempre il primo ad arrivare e l'ultimo ad andarsene, con un quaderno pieno di appunti. Perché lui aveva sempre qualcosa da imparare. Un atteggiamento votato all'ascolto che è stata un'altra chiave della sua grandezza”.

Con Bollettieri ha passato complessivamente quasi dieci anni della sua carriera di coach Umberto Rianna. “Arrivai per la prima volta nella sua Academy – spiega commosso il tecnico azzurro – nel 1991, rimasi tre anni prima di tornare in Italia, ma poi ci incontrammo di nuovo. È stata la mia guida e da lui ho imparato tutto, con lui se ne va un periodo della mia vita e della mia carriera professionale”.

“Ciò che mi impressionava di Nick – prosegue Rianna – era la sua forza interiore, la capacità di credere fermamente in se stesso. Ripeteva sempre che se gli altri non credono in te, tu devi credere ancora di più in ciò che fai. In questo modo fu capace di precorrere i tempi, inventando letteralmente dei colpi che prima di lui non esistevano. Penso al diritto anomalo per i suoi giocatori che avevano qualche difficoltà di troppo col rovescio, o ancora allo schiaffo al volo. Oggi, per me, è un orgoglio lavorare per una Federazione che lo stesso Bollettieri aveva apprezzato così tanto negli ultimi anni”. 

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