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Campioni internazionali

Jelena Ostapenko, ritratto di un'antipatica che diverte

Sono passati quasi sei anni dalla storica vittoria di Jelena Ostapenko al Roland Garros ma di domande da porsi, alcune senza apparente risposta, ce ne sono tante. Per esempio: è davvero antipatica come a volte sembra, quando gioca un match? Oppure ha solo una personalità forte, che poi rimpiangeremo?

05 marzo 2023

Alzi la mano chi non rimase sorpreso, quel caldo sabato 10 giugno del 2017. Una ragazza lettone di appena 20 anni, all’ottavo Major della carriera, batteva in rimonta Simona Halep (allora numero 4 WTA) su uno dei quattro campi più prestigiosi al mondo: il Philippe Chatrier. Sono passati quasi sei anni dalla storica vittoria di Jelena Ostapenko al Roland Garros ma di domande da porsi, alcune senza apparente risposta, ce ne sono tante.

"Ringrazio mia madre che è sempre stata al mio fianco – dichiarava allora la tennista lettone – e tutti quelli che sono nel mio angolo. Da bambina guardavo sempre questo torneo, sognavo di giocarlo, averlo vinto è qualcosa di incredibile. Sono ancora giovane, questa partita è tutta esperienza". Già, l’esperienza. Da quel momento il tempo ha iniziato a correre, ma tra crolli improvvisi e repentine risalite è ancora oggi pressoché impossibile tracciare un bilancio di una tra le personalità più controverse del circuito femminile.

Undici anni prima della nascita di Aljona (i genitori la chiamarono così prima di ripiegare su Jelena, nome presente nel calendario lettone), nel 1986 viene istituito il Grand Slam Development Fund, per incoraggiare e aumentare le opportunità di competizione nelle regioni tennistiche in via di sviluppo. Mamma Jelena e papà Jevgenijs ne approfittano, ed è così che della piccola belva di Riga si inizia a parlare già da adolescente, quando a 17 anni conquista il torneo Juniores di Wimbledon superando in tre set la slovacca Schmiedlova. Nel 2015 arriva in finale a Quebec City ed entra in top-100. Pochi mesi più tardi è finale anche a Doha e va giù il muro della top-40. Dopo la vittoria al Roland Garros, la scalata al ranking si fa sempre più competitiva, culminando alla posizione numero 5 raggiunta nel marzo del 2018. 

“Jelena è così, prendere o lasciare”. Quante volte si è detto? Quante altre si dirà? Nell’anno della sua esplosione, quell’irripetibile 2017, commise ben 380 doppi falli (nessuna come lei) vincendo però il 46,4% dei turni in risposta. Negli anni le cose sono cambiate, ma non troppo. Di allenatori nel suo box ne sono passati tanti, soli o insieme all’inseparabile mamma, nel tentativo di mettere ordine in quel caos così unico e così speciale. Imprevedibile, potente e maledettamente divertente. "Con me non ci si annoia mai in campo, è questo ciò che piace ai tifosi”.

Più chiara di così, la piccola grande ‘Penko’ non poteva essere. Avanti 6-3 5-2 40-0, sai che andrà comunque alla ricerca della riga. E allora 40 pari, poi palla break, e ancora 40 pari e vantaggio interno. Può perdere partite già vinte o riprendersi improvvisamente quando sembrava ormai con la testa negli spogliatoi. Genio, sregolatezza ma per paradosso anche tanta regolarità. Nel 2021 ha vinto 32 partite, portando a casa il titolo di Eastbourne e sfiorando quello in Lussemburgo. Nel 2022 i successi sono stati 33, l’anno in cui è diventata regina di Dubai dopo aver eliminato Iga Swiatek negli ottavi di finale. Quest'anno, i quarti a Melbourne e tante avversarie importanti al tappeto: Gauff, Pliskova, Collins, Linda Fruhvirtova. E il doppio? Bene, grazie: sei titoli su tredici finali. Servizio e risposta la rendono una partner decisamente appetibile e la sensazione è che presto si toglierà soddisfazioni ancor più importanti anche in questa specialità. 

Se la Ostapenko che vinse Parigi era ancora sconosciuta ai più, quella di oggi è un personaggio che sa unire ma anche dividere. Di sfuriate con arbitri e giudici di linea per una chiamata dubbia ne abbiamo viste tante e chissà quante ne vedremo ancora. Con Jelena c’è di più, perché con le sue faccine e quella mimica inconfondibile è in grado di puntare i piedi anche per una palla rilevata da Hawk-Eye Live (il cosiddetto occhio di falco in tempo reale).

Antipatica? Qualcuno sostiene di si, anche perché con un carattere del genere mettere tutti d’accordo è praticamente impossibile. In campo vive il momento (forse troppo) ma fuori sa guardare al futuro. Anni fa è stata testimonial di un progetto immobiliare, prima di investire in un complesso di appartamenti appena fuori dal centro di Riga. E poi moda, arte, musica e teatro. Una cosa è chiara, finché c’è godiamocela perché un domani potremmo sentirne la mancanza.

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