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Campioni internazionali

Kasatkina boom: il modello Alcaraz, il nuovo servizio e… l’amore per Natasha

Alle WTA Finals di Fort Worth, battendo Gauff la russa si è garantita la possibilità di giocare un match-spareggio con Garcia per le semifinali. Talento junior, sembrava persa, s’è ripresa con coach Martinez, l’orgoglio e il coming out

di | 04 novembre 2022

Daria Kasatkina (a destra) con la compagna Natalia Zanbiiako, pattinatrice su ghiaccio di altissimo livello (Foto Getty Images)

Daria Kasatkina (a destra) con la compagna Natalia Zanbiiako, pattinatrice su ghiaccio di altissimo livello (Foto Getty Images)

Sembrava persa, Daria Kasatkina da Togliatti, Russia. Col record stagionale di 5-2 contro le top 5, con le due sconfitte sempre e solo contro la numero 1, Swiatek, è tornata prepotentemente alla ribalta, qualificandosi per la prima volta alle WTA Finals e ora, eliminando baby Coco Gauff, dandosi una chance di promozione nella prossima partita secca contro Caroline Garcia che si prospetta equilibrata come i precedenti: 1-1. “Che strano, in genere quando perdi, torni in albergo, fai i bagagli, vai all’aeroporto e riparti, qui nel giorno dopo mi sono dovuta spingere in allenamento come se nulla fosse prepararmi per il match dopo. E’ stato curioso, insolito, ma sono abbastanza contenta di come ho gestito la situazione che per me è così nuova”.

MONTAGNE RUSSE

Già a 12 anni la ragazza con il DNA di mamma e papà entrambe atleti sembrava persa: aveva grandi qualità, ma pochi mezzi economici e i genitori hanno venduto casa per finanziarla, anche se poi, senza aiuti dalla Federtennis russa, è dovuta emigrare a Trnava, in Slovacchia. Così, dopo le grandi promesse da junior - finalista al Bonfiglio di Milano contro Bencic e campionessa al Roland Garros -, dopo la precoce esplosione da professionista - vincitrice di un titolo WTA già nel 2017 e numero 10 in classifica nel 2018, con la finale ad Indian Wells e i quarti a Roland Garros e Wimbledon - nei due anni successivi sembrava persa, quand’è scaduta al n.72 del mondo. E’ caduta anche in depressione: “Dopo un litigio col mio coach di allora, Philippe Dehaes, ho anche pensato di smettere, la sconfitta contro Vera Zvonareva a San Pietroburgo era stata una mazzata”. Tanto che si è anche auto-schiaffeggiata, percuotendosi violentemente una gamba con la racchetta come autopunizione: “Ero stata debole, non. Ero riuscita a trovare la soluzione”.

LA SVOLTA

L’incrocio col coach spagnolo Carlos Martinez e il trasferimento a Barcellona ha fortemente contribuito a farla rialzare perentoriamente: l’anno scorso s’è aggiudicata altri due titoli e quest’anno ha recuperare pin pianino il vertice, con la semifinale di Roma, persa contro Jabeur (mancando un match point) e la prima Slam, al Roland Garros. Pur incassando il quarto ko consecutivo del 2021 contro Swiatek (che poi sono appena diventati 5 alle WTA Finals di Fort Worth).

Daria ha dovuto mettere insieme i pezzi del suo gioco. ”E’ più vicino a quello degli uomini che delle donne. Non tiro forte come molte mie colleghe, non guardo a nessuna di loro, mi ispiro allo stile di Alcaraz e Auger-Aliassime sulle superfici veloci e cerco di far correre la palla dietro al diritto, anche se ovviamente non ci riesco come loro, coprendo il campo da una parte all’altra. Ma ci provo. E cerco di leggere la palla, perché così puoi anticiparla e metterla dove vuoi. Che poi è uno dei capisaldi del tennis”.

Coach Martinez ha usato l’esperienza con quella pazzerella di Kuznetsova, geniale e diversa da Kasatkina ma ugualmente legata alle traiettorie alte e a quel pizzico di tempo in più per gestire le cose. E le ha anche perfezionato un’arma importante che andava in crisi all’improvviso: “Ha imparato a servire in modo sempre diverso, così destabilizza le avversarie e gli toglie certezze”. Ma la vera svolta c’è stata ad aprile dell’anno scorso, quando Daria ha fatto coming out mostrandosi felice abbracciata alla pattinatrice Natalia Zabiiako. Il post Instagram, un autentico manifesto della felicità, ha ricevuto oltre 50mila like ed ha liberato definitivamente la personalità di Daria. “Non capisco perché nello sport non si faccia fra uomini, di sicuro in Russia e nel mondo questo tema viene accolto con forte negatività, anche se gli europei sono più tolleranti. Fare coming out però è la cosa giusta: perché nascondersi? Io, così, mi sto conoscendo meglio giorno dopo giorno. Eppoi, vivere in pace con se stessi è l’unica cosa che conti veramente”.

AMBIZIONE

A 25 anni, Kasatkina vuole di più: “Essere gelosi delle vittorie altrui aiuta. Io sono gelosa di quanto vince Swiatek, per adesso è così, ma vedremo più avanti”. Il terzo successo su tre confronti contro la stella nascente Gauff le ha dato ancor più coraggio, anche guardando al bilancio di 14 vincenti e 14 errori, contro la catastrofe dell’americana - 26-43 -, ma soprattutto alla capacità di reazione, da 1-4 nel primo set, quand’è stata anche 3-0 sotto nel tie-break. Per poi mettere in costante difficoltà l’avversaria che ama tanto attaccare ma poco difendersi. Anche se la sfida vera è tutt’altra: “Vorrei tanto imparare a pattinare meglio, Natasha mi deve ancora guidare continuamente, ma sto migliorando anche guardando ed apprezzando sempre più il suo meraviglioso sport”

Così scivola anche meglio sul campo da tennis.

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