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Campioni internazionali

Kvitova story: perché è (ancora) una regina dei prati

Petra Kvitova splende ancora sull’erba. Al WTA 500 di Berlino, in finale contro la Vekic, la tennista ceca, n. 9 del mondo, si regala il 31° sigillo in carriera, il 6° su questa superficie. Un successo che, nonostante periodi di incertezze e problemi fisici, potrebbe aiutarla a conquistare la terza corona a Wimbledon

01 luglio 2023

C'è una sintonia speciale, tra Petra Kvitova e i campi in erba, in particolare quelli sacri di Wimbledon, sui quali ha trionfato nel 2011 e nel 2014. Vittorie che l’hanno consacrata tra le grandi erbivore degli anni Duemila. La seconda ha inoltre messo in luce la capacità di ritrovare un tennis pressoché perfetto dopo periodi di défaillance fisiche e grande tensione. Una capacità di rinascere e reinventarsi che la tennista mancina ha dimostrato più volte in carriera, soprattutto dopo la brutta ferita alla mano sinistra inflittale da un ladro nel 2016. Va detto che la ceca è riuscita a primeggiare su tutte le superfici, ma è la sola ad essersi imposta per ben due volte sui campi di Wimbledon quando ancora imperavano le Williams. Per questo, ad ogni edizione dei Championships, la Kvitova è tra le osservate speciali.

Petra vince nel 2011, ai Championships, la sua prima finale Slam. Outsider, seppure n. 8 del seeding, la ceca affina le qualità del suo tennis, già molto competitivo su erba sin dall’anno precedente, quando, a Church Road, era giunta in semifinale (persa con Serena). All’inizio del 2011 brilla sul duro e sulla terra, per poi giungere in finale anche a Eastbourne, dimostrando la sua crescente sintonia con l’erba inglese. All’All England Club esplode con un tennis pressoché perfetto, fatto di grande coordinazione e anticipo, tantissimi vincenti, ma soprattutto con un dritto devastante e un servizio micidiale.

Tant’è che in finale domina in due set nientemeno che Maria Sharapova, giunta all’ultimo round senza concedere un set. La ceca interrompe così la striscia di vittorie delle Williams, a Londra, dal 2007 al 2010. Poi, però, qualcosa si inceppa, forse a causa delle tante aspettative. Fino al 2014, a livello Slam, disputa soltanto due semifinali e due quarti. A tratti, condizione fisica e tenuta mentale lasciano a desiderare e lei fa fatica a ritrovare lo smalto, la precisione e quel killer instinct del 2011. Nel frattempo, Serena conquista il suo 5° titolo ai Championships e poi, nel 2013, contro ogni aspettativa, si impone Marion Bartoli.

Nel 2014, Petra bissa il successo londinese. Ritrova un’ottima condizione atletica, il suo miglior servizio e, soprattutto, serenità e tenuta mentale, che le permettono di liberare i colpi e proporre un tennis aggressivo e centrato. In finale contro Genie Bouchard (campionessa junior a Church Road nel 2012), che non ha nulla da perdere, il braccio non trema e le regala la vittoria più bella in carriera. Negli anni in cui altre atlete raggiungono il loro apice tennistico su una determinata superficie (l’Azarenka all’Australian Open nel 2012 e 2013, la Sharapova al Roland Garros nel 2012 e 2014), Petra Kvitova trova l’alchimia perfetta con il manto erboso. Un feeling che non verrà meno nemmeno in seguito, nonostante la ceca non riesca più ad essere protagonista a Wimbledon né negli altri Major (con rare eccezioni, come nella finale - persa - di Melbourne del 2019). Dopo il 2014, infatti, il miglior risultato a Londra resta un quarto turno.

Colpa dei vecchi fantasmi? Non solo, perché gli infortuni non aiutano. Tuttavia, negli ultimi anni della sua lunga carriera, la Kvitova è stata abile a riscoprire il meglio di sé spesso sulla superficie erbosa. Lo dimostrano le vittorie a Birmingham nel 2017 e 2018, a Eastbourne nel 2022, e ora a Berlino dopo l’ennesimo stop per un problema al piede. Così, a 33 anni, l’ex n. 2 del mondo arriva all’All England Club con i riflettori di nuovo puntati addosso ma, soprattutto, con il massimo del focus per tentare di ritrovare la magia degli anni verdi. Chissà che non sia lei, la sorpresa di Wimbledon 2023, quasi dieci anni dopo l'ultimo trionfo.

Petra Kvitova, la signora dei prati


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