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Campioni internazionali

Da Auray al top del circuito pro, l'esempio di Linda (e non solo)

Dopo due anni di sosta (2021 per la pandemia, 2022 per un incendio doloso), torna questo piccolo gioiello della Bretagna, che nel corso degli anni ha visto il debutto internazionale di molti dei più grandi tennisti di oggi

23 febbraio 2023

Ci sono tornei piccoli (in tutti i sensi) che sono gioielli nascosti. Questa settimana, uno va in scena in Bretagna, ad Auray, evento Under 12 che ha un albo d'oro da fare invidia a tanti del circuito pro. Tra le donne, in mezzo a diversi trionfi d'Oltralpe, c'è un successo del 1995 di Kim Clijsters, ma spiccano pure i nomi di Dinara Safina (1998), Alizé Cornet (2002) e Anastasija Potapova (2013), fino ad arrivare all’uno-due delle sorelle Fruhvirtova, dalla Repubblica Ceca: Linda andò a segno nel 2017, Brenda nel 2018.

Proprio la finale vinta da Brenda, match a cui assistettero più di 1200 spettatori, viene ricordato ancora oggi perché la più piccola delle sorelle, a 10 anni e 11 mesi, fu una delle giocatrici più giovani ad aver vinto il Super 12. Una finale durata più di due ore contro la connazionale e compagna di doppio Nikola Bartunkova, con entrambe le giocatrici in lacrime alla fine dell’incontro. E chissà che non siano proprio le due sorelle di Praga, la 17enne Linda, oggi numero 52 Wta, o la sorella 15enne Brenda (160), le prossime vincitrici del Super 12 di Auray a diventare numero 1 del mondo.

Del resto Linda è già sulla buona strada. Se prendiamo solamente le Under 20, lei è già numero 2, dietro solamente all'americana Coco Gauff. Ma ha dimostrato di avere mezzi tecnici e testa per arrivare al vertice. La sua scalata in classifica è stata impressionante: a fine 2020 (con la sospensione del circuito, causa Covid, a metterci lo zampino) era ancora numero 746; a fine 2021 sarebbe salita al numero 279, mentre nella graduatoria dell'ultimo fine stagione si è ritrovata ampiamente fra le top 100, numero 74.

Il primo titolo Wta vinto a Chennai lo scorso anno ha spianato la strada, i recenti ottavi agli Australian Open hanno messo un altro tassello per la costruzione della futura campionessa, che non ha mai nascosto di voler approdare al vertice. “Obiettivo alla sua portata – ha spiegato senza alcun timore coach Mouratoglou, che da anni supervisiona il lavoro – perché Linda ha le caratteristiche ideali: colpisce forte e sempre dentro al campo, senza paura. In tante dicono di voler diventare le più forti, ma in questo caso siamo di fronte a una che ce la può fare per davvero”.

Tornando al Super 12 di Auray, in questi giorni va in scena l'edizione numero 36 del torneo che torna finalmente nel calendario del Tennis Europe (mancava dal 2020) dopo una sosta nel 2021 a causa della pandemia e una seconda cancellazione, lo scorso anno, a seguito di un incendio doloso, scoppiato pochi giorni prima dell'inizio del torneo, che aveva compromesso parte delle strutture. 

La manifestazione – che si concluderà domenica 26 febbraio – è da sempre molto amata da giocatori, coach e addetti ai lavori. Dal 1988, anno di nascita del torneo, Auray è il luogo in cui tutto ha avuto inizio per molti top player: Mauresmo, Gasquet, Monfils e tanti altri sono nati praticamente sui campi dell'Open Super 12. “Partecipare al torneo nel 2013 – ha raccontato la madrina di questa edizione Clara Burel, 21enne francese, oggi n.105 del ranking Wta ma già numero uno juniores nel 2018 – è stato un primo passo importante nella mia carriera. Per la prima volta ho visto giocatori stranieri oltre ai migliori giocatori francesi che ho iniziato a conoscere e incontrare regolarmente. Con l'accoglienza dei volontari e del pubblico, i pasti al club, le conversazioni con gli altri giocatori nella player’s lounge, ricordo di aver avuto come l’impressione di essere già una giocatrice del circuito. È stata una grande esperienza e anche se non ho vinto il torneo ne conservo un bellissimo ricordo”.

I campioni da piccoli, ecco dove sono sbocciati

In 35 anni di storia sono due gli azzurrini ad aver alzato la coppa di questo prestigioso torneo internazionale (mentre tra le ragazze non abbiamo mai registrato un successo): il veneto Marco Speronello nell’edizione del 2003 e il marchigiano Gianluigi Quinzi nel 2008. C’è invece un titolo conquistato in doppio, sempre nel maschile, nell’ultima edizione disputata, quella del febbraio 2020, con la coppia formata da Noah Canonico e Vito Darderi capace di aggiudicarsi il trofeo battendo in rimonta, in finale, i cechi Matous Cepelik e Jan Rastica. Detto del femminile, anche nell'albo d'oro maschile non mancano le star del circuito internazionale.

Il 22enne canadese Felix Auger-Aliassime, per esempio (oggi numero 9 del ranking Atp), che qui vinse nel 2012: “Ho solo bei ricordi – ha spiegato il nordamericano – delle mie due partecipazioni, nel 2011 e nell’anno successivo. È stato per me una sorta di trampolino di lancio che mi ha dato la convinzione di essere nel posto giusto e di avere le qualità per raggiungere il top. Un torneo magico, non solo per la qualità della competizione, ma anche per l’accoglienza che io e i miei compagni di squadra abbiamo ricevuto dallo staff del torneo e dal pubblico. Come ho detto quando avevo 11 anni, questo torneo è stato il mio piccolo Slam”.

Anche Rafa Nadal, quando ancora era indeciso se fare il calciatore o il tennista, ha calcato i campi sintetici indoor di questo circolo. E chissà che proprio la vittoria del 1998 non gli abbia fatto capire quale fosse il suo destino. E che dire dell’anno successivo, il 1999, quando a vincere fu un certo Andy Murray. Chi invece da qui è passato ma senza alzare la coppa è stato il connazionale di Rafa, Carlos Alcaraz, che ha partecipato all’edizione 2014.


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